domingo, 29 de julio de 2012

FESTIVAL VERDI 2012



Rigoletto, La battaglia di Legnano, un Concerto verdiano per celebrare il 199° compleanno del Maestro. Acclamati interpreti e giovani talenti, protagonisti con la Filarmonica Arturo Toscanini e il Coro del Teatro Regio di Parma. Ecco i primi appuntamenti in programma dal 1 al 28 ottobre.

 Il Festival Verdi volta pagina per scrivere un capitolo nuovo, partendo dal cuore, dalla professionalità, dalla disponibilità, dalla serietà e dal senso di responsabilità di amministratori, artisti e lavoratori, stretti intorno al Teatro Regio di Parma in un rinnovato atteggiamento il cui fine unico e primario è il bene del Teatro e della città cui appartiene. Un Teatro, il nostro, riconosciuto ed apprezzato nel mondo, che richiede ora a tutti noi la cura e la responsabilità necessarie per costituirsi futuro di una tradizione, che non può e non deve essere dispersa.

Nel mese in cui ricorre l’anniversario della nascita del grande compositore, il Teatro Regio di Parma e le terre di Verdi celebrano un momento altamente sentito della storia e della cultura della nostra città, rinnovando per il 2012 l’impegno produttivo e artistico del Festival Verdi.

Due le opere in cartellone, Rigoletto e La battaglia di Legnano, e un Concerto verdiano, per celebrare il 199° compleanno del Maestro, sono i primi appuntamenti di un calendario che si arricchirà delle iniziative e del contributo di associazioni e istituzioni culturali con le quali il Festival è in corso di dialogo, per far sì che in questa occasione il Teatro Regio torni ad aprirsi alla città secondo quello spirito di gioiosa condivisione popolare della musica e del bel canto proprio della sua storia, della sua tradizione.

Il Festival Verdi è realizzato dal Teatro Regio di Parma – attuali soci fondatori Comune di Parma, Camera di Commercio di Parma (fino al 31/12/2012), Fondazione Monte Parma – con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Anche quest’anno conta sull’essenziale e rinnovato sostegno di Fondazione Cariparma in qualità di Major Partner e riceve il contributo di Reggio Parma Festival. È in definizione la presenza di altri partner e sponsor, che sulla base della linea di chiarezza e responsabilità di intenti e d’azione, che contraddistingue questo nuovo corso, verranno comunicati al momento della certezza e della determinazione della partecipazione. Si auspica e ci si impegna fin d’ora, inoltre, a lavorare su un sistema allargato e condiviso di volontà progettuali ed operative, non solo per Festival Verdi, che possano farsi attrattrici di nuovi soci o vedano il rientro di alcuni storici.

A inaugurare il Festival Verdi 2012 sarà Rigoletto (1, 5, 12, 14, 18, 26 ottobre), nell’allestimento del 1987 realizzato dal Teatro Regio di Parma e divenuto un classico, che da Parma ha raccolto applausi in tutto il mondo. Nell’atmosfera ideata dalla sensibile maestria di Pier Luigi Samaritani si muoverà il dramma del protagonista Leo Nucci, “il” Rigoletto nel cuore e nella critica del nostro tempo, che pur avendo interpretato questo ruolo in oltre quattrocento recite lo incarna in sé ogni volta, in forma espressiva ed artistica unica, vivendo la tragica e dolorosa storia del buffone di corte, colpito ed irriso nel suo sentimento più profondo e caro: quello di padre.

Sarà Elisabetta Brusa, a firmare la regia di questo allestimento, ricordando Pier Luigi Samaritani di cui lei stessa è stata allieva. In scena un cast di stelle, che hanno espresso la volontà di esserci anche proprio come testimonianza dell’amore per il Teatro Regio di Parma, oltre che per Giuseppe Verdi, con una partecipazione generosa ed entusiasta: Leo Nucci, Desirée Rancatore, Michele Pertusi, che dona la presenza dove principiò la sua prestigiosa carriera, proprio in questa produzione nel 1987 e nel ruolo di Sparafucile, Jessica Pratt, Celso Albelo e Piero Pretti, questi ultimi per la prima volta sul palco del Teatro Regio di Parma, e con loro Alessandro Guerzoni, Barbara Di Castri, Alisa Dilecta, Roberto Tagliavini, George Andguladze, Valdis Jansons, Patrizio Saudelli, Alessandro Busi, Leonora Sofia, Alessandro Bianchini. Tutti diretti dal Maestro Daniel Oren che, tra i primi, ha subito voluto far proprio lo spirito di adesione a questa speciale produzione, e con lui dal giovane talento direttoriale di Francesco Ivan Ciampa, sul podio nelle recite del 12 e 18 ottobre.


Sul campo de La battaglia di Legnano (6, 9, 13, 20, 27 ottobre) si cimenteranno, in risposta, i giovani talenti chiamati a interpretare l’opera verdiana raramente allestita al Teatro Regio di Parma, ove torna in scena dopo oltre sessant’anni. William Corrò, Emanuele Cordaro, Gezim Myshketa, Aurelia Florian, Alejandro Roy, Valeriu Caradja, Erika Beretti, Cosimo Vassallo, diretti dal Primo Direttore Ospite del Teatro Regio di Parma Andrea Battistoni, daranno vita al nuovo allestimento firmato da Pier Luigi Pizzi. «Ritorno con molto interesse - scrive il Maestro Pizzi - a questa intensa opera verdiana dopo averla messa in scena a Roma, al Teatro dell’Opera per l’inaugurazione della Stagione 1983-84. Tanti anni sono passati da allora, ma non ho cambiato opinione su quest’opera che Verdi ha composto su libretto di Salvatore Cammarano in pieno clima risorgimentale nel 1849, privilegiando l’aspetto patriottico a scapito di una continuità drammaturgica per quanto riguarda la narrazione della vicenda privata dei tre protagonisti, che peraltro mi è parso lo spunto più stimolante e originale per un progetto registico. È proprio a questo dramma intimo che cerco di dare il maggior risalto in questa nuova proposta per il Teatro Regio di Parma. Mi piace tenere conto della raccomandazione che Verdi fece al suo librettista: “brevità e fuoco”. Cerco di trasmettere questo concetto alle immagini e al lavoro con gli interpreti. Le immagini sono scarne, essenziali nella ricerca del clima disperato di una città assediata, minacciata. Ai cantanti chiedo quel fuoco, che Verdi pretende attraverso la passione che la sua musica ispira».


A interpretare le partiture di Rigoletto e La battaglia di Legnano saranno la Filarmonica Arturo Toscanini e il Coro del Teatro Regio di Parma. Maestro del coro Martino Faggiani.

Il 10 ottobre 2012 sarà il 199° compleanno del Maestro. Il Teatro Regio di Parma lo festeggia con un concerto che offrirà al pubblico, dallo scrigno delle sue più celebri composizioni, i brani più emozionanti della sua vasta produzione, interpretati dalle voci di Inva Mula, Piero Pretti, Leo Nucci, Michele Pertusi con il Coro del Teatro Regio di Parma. Maestro del coro Martino Faggiani.

ACTUALIDAD EN EL BRITISH MUSEUM: JUEGOS OLIMPICOS


What's on 
for the Olympics

Activities include a trail of the ancient games, exhibitions and special event
 Winning at the ancient Games

Exhibitions and displays


Shakespeare: staging the world




19 July – 25 November 2012




London 2012 Olympic and Paralympic Games medals




Until 9 September 2012




Sui Jianguo’s discus thrower




Until 9 September 2012






Books about the Olympics



61 FESTIVAL INTERNACIONAL DE SANTANDER



La Orquesta Filarmónica de Israel, inaugurará la 61 edición del Festival Internacional de Santander

La orquesta estará dirigida por el maestro Zubin Mehta


El próximo miércoles día 1 de agosto, la sala Argenta del Palacio de Festivales acogerá la Jornada inaugural de la 61 edición del Festival Internacional de Santander con la Orquesta Filarmónica de Israel, bajo la batuta del maestro Zubin Mehta. El concierto dará comienzo a las 21:00 horas,  y  estará patrocinado por HC-Energía.
Es la cuarta ocasión que esta agrupación orquestal, una de las mejores a nivel mundial, visita el Festival Internacional de Santander acompañada por el maestro Mehta, siendo la primera vez en 1987 en la Plaza Porticada.  De nuevo 1998 y 2003, vieron en el programa del FIS a la orquesta y al maestro juntos. La orquesta formó parte de la programación del festival también en 2000, pero en esa ocasión dirigida por otro de los grandes directores de orquesta, el maestro Lorin Maazel.

En esta ocasión y para inaugurar la 61 edición del Festival, la orquesta interpretará la sinfonía Nº8 de Beethoven, el Capricho español de Rimsky-Korsakov y La Sinfonía Nº9 de Dvorak, conocida como “del Nuevo Mundo”, un programa netamente orquestal dedicado al sinfonismo europeo del siglo XIX, desde los inicios del primer romanticismo con Beethoven como figura de referencia, hasta sus consecuencias postrománticas y nacionalistas de fin de siglo, con el modelo bohemio de Dvorak y el ruso de RimskyKorsakov.

La Orquesta Filarmónica de Israel, que fue fundada en 1936 por Bronislaw Huberman y dirigida por Arturo Toscanini en su concierto inaugural, tiene su propia serie de conciertos para abonados y ofrece regularmente una serie de conciertos para jóvenes, conciertos especiales, conciertos como integrantes del proyecto “Arts of People” y conciertos para el ejército israelí.  Además de Mehta,  otros grandes directores vinculados a esta orquesta son Leonard Bernstein, director Laureado desde 1988 y Kurt Masur, director Invitado Honorífico desde 1992.

La primera visita de Zubin Mehta al Festival de Santander se remonta a 1964,  cuando con tan sólo 28 años dirigió a La Orquesta Nacional de España. La última vez que pudimos disfrutar del buen hacer del Maestro en el marco del Festival de Santander fue en 2008, dirigiendo al Maggio Musicale Fiorentino.

El maestro nacido en Bombay, fue fundador de la orquesta sinfónica de dicha ciudad. Ha sido director de la Orquesta Sinfónica de Montreal de 1961 a 1967, así como de la Orquesta Filarmónica de Los Ángeles en 1962, cargo que mantuvo hasta 1978.  En 1978 fue nombrado Director Musical de la Filarmónica de Nueva York desempeñando dicho puesto  durante 13 años y dirigiendo más de 1.000 conciertos. Desde 1985, es Director Principal del Teatro del Maggio Musical de Florencia.

Es director musical de la Orquesta Filarmónica de Israel desde 1977, y desde1981 ostentará el cargo de por vida. Con este extraordinario conjunto orquestal ha dirigido cerca de 200 actuaciones en los cinco continentes.


 ACLARACIÓN DEL FESTIVAL INTERNACIONAL DE SANTANDER SOBRE LA ACTUACIÓN DE LA ORQUESTA FILARMÓNICA DE ISRAEL DIRIGIDA POR EL MAESTRO ZUBIN MEHTA

El Festival internacional de Santander quiere expresar su total desacuerdo con aquellas personas u organizaciones que tratan de utilizar la cultura como instrumento político.

Nuestro festival no es político sino pacificador, como lo es la música,  que en lugar de enemistar y separar a los países, los hermana por la PAZ y el bienestar de los pueblos.

Nuestro trabajo está en contra de todo racismo o separatismo y lo único que deseamos en ofrecer lo mejor de la cultura y la música universales. En este sentido, el Festival Internacional de Santander está muy orgulloso - como la totalidad de los festivales europeos y mundiales - de acoger y programar a la Orquesta Filarmónica de Israel junto al Maestro Zubin Mehta, una de las mejores orquestas a nivel mundial y uno de los mejores y más reputados directores de orquesta.
 Lamentamos que aún se siga proclamando y azuzando el odio y la enemistad.

jueves, 26 de julio de 2012

37 FESTIVAL DE SEGOVIA-2012



El reconocido pianista Iván Martín abordó un ambicioso programa en San Juan de los Caballeros-Museo Zuloaga, de Segovia, inaugurando la Semana de Cámara. Martes 24 a las 22.30 horas

Hoy por hoy, reconocido por la crítica y el público, está considerado como uno de los pianistas más sólidos del momento por su técnica y una brillante originalidad para afrontar el repertorio, además de renombrado intérprete de la música de Bach, Scarlatti y Haydn.
El pianista canario Iván Martín, con apenas 34 años, ha recibido el reconocimiento en el mundo de la música gracias a su monográfico consagrado a las sonatas de Antonio Soler (1729-1783), que revisó y arregló él mismo. Además de Soler, se podrá escuchar la Sonata en si b mayor Op. 24, nº2 de Clementi, y en la segunda parte Nuages gris y Funerailles s.173/VII de Liszt, además de Andante Espinato y Gran Polonesa Brillante Op. 22 de Chopin, y Tres Preludios (libro I) de Debussy.
Iván Martín colabora habitualmente con casi todas las orquestas españolas, así como con la Orquesta de París, Orquesta Filarmónica de Estrasburgo, Virtuosos de Praga, Orquesta Filarmónica de Helsinki, Orquesta Filarmónica de Zagreb, Polish Chamber Orchestra, Orquesta Sinfónica de Monterrey, Orquesta Sinfónica de Santiago de Chile, Orquesta Sinfónica de Sao Paulo, Orquesta Mundial de Juventudes Musicales, etc., siendo repetidamente invitado a participar en marcos tan destacados como el “New York International Keyboard Festival” (EE.UU.), “Oxford International Music Festival” (Canadá), “Festival International La Roque d’Anthéron” (Francia), “Festival International La Folle Journée” (Francia ), “Festival Internacional de Grandes Pianistas” (Chile), “Festival Internacional Cervantino” (México), y visitando las salas de concierto más prestigiosas (Berliner Staatsoper, Berliner Philharmonie, Amsterdam Concertgebouw, Salle Pleyel de París, Carnegie Hall de Nueva York o Beijing National Center for Performing Arts).

Ha protagonizado estrenos e interpretado obras de compositores como Antón García Abril, Cristóbal Halffter, Pedro Halffter, Pilar Jurado, Alberto Martínez, Daniel Roca o Enric Palomar, quien le ha dedicado su primer concierto para piano y orquesta.
Asimismo, consciente de la importancia de la música de cámara, participa en proyectos con otros artistas y  formaciones instrumentales. Ha debutado como director interpretando los conciertos para teclado de Bach junto a la orquesta “Proyecto Bach” y los conciertos de Mozart junto a la orquesta de cámara “Liceo de Barcelona”.

Dentro del campo de la composición e investigación musical, ha sido integrante del proyecto Aula de Música Actual del Conservatorio Superior de Música de Las Palmas, donde ha impartido cursos sobre nuevas tecnologías para la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, y ha realizado varios estrenos, como su obra Paisajes, encargo de la RAI, o la serie de piezas para piano Ictus, en colaboración con el pintor James Lambourne. Ha grabado numerosos programas de radio y televisión en España, Francia, Italia, Brasil y Estados Unidos, y recientemente ha tenido lugar el lanzamiento de su primer disco para el sello Warner Music dedicado al compositor Antonio Soler, que ha tenido una calurosa acogida por el público y la crítica, agotando la primera edición en menos de dos meses y siendo nominado a los XV Premios Nacionales de la Música en la categoría de mejor intérprete de música clásica.

Actualmente se encuentra inmerso en un proyecto discográfico dedicado a los compositores Mozart y Schröter, dos maestros que compartieron época, estilo y admiración mutua, junto con el Ensemble Galdós, en su doble faceta de intérprete y director de esta formación. Futuros compromisos incluyen presentaciones en el célebre “Carnegie Hall” de Nueva York, EE.UU., Canadá, Alemania, Austria, Suiza, Italia, Reino Unido y Argentina, en recital y colaborando con diversas orquestas y directores.

La velada en San Juan de los Caballeros

Se trata de un espacio con una gran tradición histórica y arquitectónica, muy restaurado para su conservación y una acústica envidiable.
El programa que interpretó Iván Martín es de una gran exigencia pianística, tanto en la técnica como en la capacidad interpretativa.
Soler y Clementi abrieron la audición dentro de un clasicismo brillante, interpretado y ejecutado con soltura y sensibilidad.
Los tres Preludios del Libro I de Debussy dieron la nota más contemporánea, aunque la propuesta no sobrepasó en ningún momento la creación del siglo XIX.
Tal vez sonara algo empastado el sonido de Nuages y los Funerailles de Franz Liszt, por la utilización algo excesiva del pedal, aunque la performance del Andante Espianato y Gran Polonesa Brillante de Chopin satisficieron todas las expectativas.

Fue una noche exigida para el artista, que regaló dos propinas, una de las cuales, el inefable “Revolucionario”, también del compositor polaco, que sirvió como colofón de un concierto estupendo, a un público de unas ciento veinte personas, que agradeció con un nutrido aplauso la muestra de maestría del pianista. Es indudable que, por lo que pudo apreciarse en San Juan de los Caballeros, a Iván Martín le espera un hermoso futuro, que ya ha comenzado a disfrutar hoy.

Alicia Perris
  

lunes, 23 de julio de 2012

ELEGÍACO Y EQUILIBRADO DON QUIJOTE EN EL TEATRO AUDITORIO DE EL ESCORIAL


El caballero de la Triste Figura, de Tomás Marco. Ópera de Cámara sobre textos de Miguel de Cervantes. Festival de verano. Teatro Auditorio San Lorenzo de El Escorial. Domingo 22 de julio, 19 horas.


Reparto. Narración: María José Suárez (mezzosoprano). Don Quijote: Alfredo García (barítono). Sancho Panza: Emilio Sánchez (tenor).Dulcinea, ventero, Montesinos, Condesa y Pedro Recio: María Rey-Joly (soprano).Bailarines: Laura Cuxart, Mar López, Pedro Aunión y Javier Ferrer.
Equipo Artístico y Técnico: Dirección de Escena: Guillermo Heras. Dirección Musical: José Luis Castillo.  Dirección del Coro: Félix  Redondo. Coreografía: Mónica Runde. Escenografía: Rafael Garrigós. Vestuario: Ana Rodrigo. Ensemble de la Jorcam y Coro de la Comunidad de Madrid.


En La Mancha siempre fui feliz. Carretera arriba y carretera abajo para dar clases a los alumnos de Villarrobledo, una casa en medio de una viña y las perras como única compañía. Y el buen vino y el queso de la tierra. Un sol de justicia y un frío helador en invierno. Y Almagro, y el palacio renacentista de Viso del Marqués, La Rendondilla y otras lagunas de Ruidera y los ojos del Guadiana, la Fonda Peña y los calores estivales y la tierra roja manchega, fértil, indómita y carnal. Cuando no era el trabajo, iba de vacaciones. A galguear, como Don Quijote, por esos caminos de Dios sin fondo ni límites de La Mancha profunda. Y una copa de Yuntero blanco, frío, frutal, para amenizar la ruta y los encuentros.


¡Cómo no ir a ver y a escuchar este Don Quijote de Tomás Marco que agrega nuevas páginas a las sucesivas versiones que se hicieron del hidalgo, Peter o´Toole en una película y José van Dam acompañando el talento de Jacques Brel, entre tantas otras referencias?Esta propuesta es diferente. Más española, más realista, menos ampulosa. Un trasfondo pesimista golpetea en cada escena o tal vez sean nuestros ojos, que redescubrimos a Don Quijote en un momento en que España ha perdido su última batalla pero esperemos que no definitivamente  la guerra.


En estos tiempos de desasosiego económico, político, financiero, con una presencia internacional desdibujada y poco favorecida, a este país le hacen faltan muchos Quijotes y muchos Sancho Panza. Más generosidad y más nobleza, esa de las de toda la vida. La actualidad de esta ópera por lo tanto no podría ser mayor ni más acuciante.
Con una coherencia enorme, el escenario resulta preciso pero austero, el vestuario, italianizante y de evocación renacentista, recurre a los tonos crudos con una profusión de tejidos orgánicos y nobles, la coreografía que representan los bailarines es apropiada y desarrollada con gusto y mimo. En buena parte de la obra, se evocan los ruidos de los animales y la naturaleza, ¡claro, cómo no, en esas tierras! El movimiento en escena es constante y recurrente, como la propia vida de los personajes, también como las nuestras.
El montaje sostiene y acompaña una partitura que resalta la percusión y la experiencia de lo cotidiano rural y campesino, más allá de la literatura y el mito.

Fantástica como siempre la dirección de escena de Guillermo Heras, que debería prodigarse mucho más, los músicos manejan como el director de orquesta con mucha soltura una partitura que dista de ser fácil, la dirección musical de José Luis Castillo es elegante y el coro suena muy bien.






La narración en la voz de la mezzo María José Suárez comenta toda la obra sin desmayar, afinada, mientras que Sancho Panza (el tenor Emilio Sánchez) que padecía una afección vocal, dejó patente su entrega y estuvo excelente. Su dicción es casi perfecta. María Rey-Joly es guapa, con una sugerente presencia escénica, una voz potente y segura y versátil en la diversificación de sus diferentes roles.
El Don Quijote de Alfredo García goza de un registro amplio, rico. Es una delicia, como él mismo, cuando me recibe al acercarme a saludarlo en camerinos, contándome de sus próximas actuaciones en Toronto, Boston y Mexico, a pesar de las cuales quedamos citados para una entrevista más in extenso.
Su hidalgo es frágil, tierno, pero lleno de evocadoras emociones. Muere como en el libro, desencantado, apaleado, como un cuerdo, como probablemente mandaban los cánones de la época. Antes que nada  la religiosidad del buen morir y la cordura al final del camino.
El público aplaudió entusiasmado y desde luego es una pena que solo haya habido-para tanta dedicación y tanto esfuerzo-  dos representaciones.   
Don Quijote vive en cada célula del territorio imaginario de España, aunque en el presente su lirismo parezca para algunos una fantasmagoría trasnochada.
Como escribe el compositor de la obra, Tomás Marco, (esta) “respeta y realza el texto cervantino sin criterio arqueológico sino con una proyección de actualidad, extrayendo del mismo los pasajes caballerescos, los humorísticos, los misteriosos y su profundo y pesimista convencimiento de que el ser humano acaba siempre de la misma manera y que al final todo y todos pasamos.”

Es humano, terriblemente humano…y nos calienta el corazón.

Alicia Perris

sábado, 21 de julio de 2012

Concentración del mundo del arte contra el aumento del IVA


Día: 24 de julio
Hora: 20:00 horas
Lugar: frente al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía (Madrid)
Convoca: Arte_Madrid, Consorcio de Galerías de Arte Contemporáneo, Mujeres en las Artes Visuales, Consejo de Críticos y Comisarios de Artes Visuales de España e Instituto de Arte Contemporáneo (IAC)
El próximo martes 24 de julio a las 20:00 horas el sector del arte convoca frente al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofíauna movilización en rechazo al aumento del IVA (del 8% al 21%) y como protesta por la reducción del presupuesto a las instituciones culturales.

El incremento del IVA en muchos sectores del ámbito cultural (solo el mundo del libro en papel se salva) es uno de los casos más flagrantes de las últimas medidas aprobadas. 

El sector del arte ha visto cómo el tipo impositivo que se le aplica ha cambiado desde el reducido hasta el general, lo que supone unincremento de 13 puntos. La adquisición de obras de arte o los servicios prestados por artistas como personas físicas pasarán a tributar un 21%. 

Por este motivo las asociaciones del gremio: galeristas, artistas, críticos y coleccionistas convocan esta concentración para mostrar su rechazo principalmente a al aumento del IVA y a la reducción de apoyo a un sector como el arte, que es uno de los núcleos de la industria cultural más importantes de nuestro país. 

jueves, 19 de julio de 2012

EL TIEMPO DE LOS GITANOS DE KUSTURICA EN OPERA


Inauguración hoy en el Festival La Mar de Músicas: "El tiempo de los gitanos" Ópera punk de Emir Kusturica.

Después del extraordinario éxito de su estreno en L'Opera de Paris en 2007, la ópera punk del realizador serbio Emir Kusturica «El Tiempo de los Gitanos» sale de gira, en un formato adaptado. El estreno e inicio de su gira mundial será en Cartagena, en La Mar de Músicas. La ópera punk de Kusturica será la inauguración de un festival que esta edición estará dedicado a África, Nuevos Sonidos.

La obra está basada en su célebre película homónima, por la que Emir Kusturica obtuvo el premio a la Mejor Dirección en el Festival de Cannes en 1989, y cuenta con la participación de más de 40 intérpretes en escena, además de su grupo de rock balcánico The No Smoking Orchestra, intérpretes habituales de las bandas sonoras de sus películas.


La tragicomedia salvaje y el inimitable estilo visual y formal propio de los films de Kusturica están siempre presentes, realzados por melancólicos sonidos balcánicos teñidos de punk rock, en una adaptación que no se limita a ser una transposición musical de la película, sino que tiene vida propia. « Esto es un teatro, y las reglas del juego son muy diferentes », afirma el director, que supervisa absolutamente todos las facetas artísticas de su opera, desde la dirección de escena a la composición musical y el guión, escrito junto a Gordan Mihic y que inspiró a Nenad Jankovic el texto definitivo.

A lo largo de más de dos horas, la obra sigue las desventuras del joven Perhan, hijo de un soldado y una gitana, locamente enamorado de su vecina Azra, a quien su madre quiere casar con un hombre rico. Mientras sueña con hacerse millonario para poder corresponder a su amada, el joven vive con su abuela, su hermana minusválida, y un tío mujeriego que también corteja a la joven Azra.

Del punk al folk balcánico, del rock a la música clásica o la canción tradicional gitana centroeuropea, los estilos musicales son diversos y se fusionan a la perfección como fuegos artificiales en el escenario, que sumergen al espectador en un colorido mundo operístico, donde se baila y se bebe, los niños juegan a futbol o los gansos pasan graznando. Pero en el que también hay espacio para el contrapunto de la seriedad y la melancolía.

«El Tiempo de los Gitanos» se sitúa más cerca de la comedia musical que de la ópera en el sentido clásico. « Posiblemente se ubique más bien entre la opereta y el musical. Pero todo eso hay que verlo más bien con el espíritu de los Monty Phyton»,dijo Kusturica poco antes de su estreno.



Las representaciones originales en L'Opera de la Bastille de París, gestionada en ese momento por Gerard Mortier, fueron recibidas con el público en pie, ovacionando sonoramente el montaje y sus intérpretes.

Laopiniondemurcia.es

Paseo de Alfonso XII, s/n 30201 - Cartagena

VERSACE, 15 AÑOS SIN GIANNI. EXPO MUSEO DEL TRAJE MADRID


“Reggio es el reino donde dio comienzo la fábula de
mi vida: la sastrería de mi madre, la boutique de Alta
Moda. El lugar donde, desde pequeño, empecé a
apreciar la Ilíada, la Odisea, la Eneida, donde empecé
a respirar el arte de la Magna Grecia.”



La carrera de Gianni Versace discurrió entre finales de los años 70 y el trágico incidente que puso fin a su vida en 1997. En esos años, el modista dio vida a todo un universo estético en el que reunió las más diversas influencias, tomadas de toda la historia del arte, pero en especial de la Antigüedad grecolatina.




Con su obra, basada en una constante experimentación sobre la forma y el material, Versace perfiló un nuevo tipo de mujer y cambió para siempre el escenario de la moda, gracias sobre todo a su proyección mediática.







Junto a la veintena de trajes expuestos, una decena de piezas del antiguo Museo Nacional de Escultura buscan ilustrar esa sorprendente afinidad entre el arte clásico y los diseños de  Versace. 
Fecha: 13 de julio – 14 de octubre de 2012
Horario: martes – sábado | 9:30 – 19:00 // domingos | 10:00 – 15:00
Lugar: Museo del Traje
Avenida de Juan de Herrera, 2
28040 Madrid