viernes, 13 de marzo de 2015

PALMA IL VECCHIO - LO SGUARDO DELLA BELLEZZA. BERGAMO


13 Marzo 2015 to 21 Giugno 2015

Giovanni C.F. Villa
Se a Jacopo Negretti, detto Palma il Vecchio (Serina 1480 circa- Venezia 1528), sono stati dedicati ben nove studi monografici, dal primo intervento di Fornoni (1886) all’ultimo di Philip Rylands (1988), mai l’artista è stato celebrato con una mostra antologica. Poiché impossibile si è sempre rivelato il tentativo di raccogliere, anche solo per cento giorni – quelli canonici per la movimentazione di delicatissime opere su tavola – i suoi dipinti, oggi conservati nei più grandi musei d’Europa e Stati Uniti.
Sono stati così la volontà e pervicacia della Fondazione del Credito Bergamasco e della società produttrice ComunicaMente Servizi per la Cultura srl, a consentire di strutturare un progetto espositivo, curato da Giovanni C.F. Villa, promosso dal Comune di Bergamo, atteso da oltre mezzo secolo che vedrà radunati a Bergamo nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC), dal 13 marzo al 21 giugno 2015, oltre trenta capolavori dell’artista orobico provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private italiane ed internazionali: dalla National Gallery di Londra alle Gemäldegalerie di Berlino e Dresda dal Kunsthistorisches Museum di Vienna all’Ermitage di San Pietroburgo. E ancora, dalle collezioni inglesi della Regina Elisabetta II e del principe Carlo d’Inghilterra, dagli Uffizi di Firenze alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Un insieme di prestiti che consentirà di narrare compiutamente – grazie anche a un allestimento dello spazio espositivo in un percorso visivo di grande suggestione – ogni momento dell’ancora misteriosa carriera di Palma, per un quarto di secolo raffinato interprete tanto del gusto dell’alta committenza veneziana quanto prodigo d’opere per l’amatissima terra natia.



Un’esposizione in cui si potranno ammirare i vertici esecutivi nell’arte della pala d’altare - tra cui in mostra il Polittico di Santa Barbara che per la prima volta lascia la sua sede naturale di Santa Maria in Formosa a Venezia - e di quei temi che hanno sancito il secolare successo di Palma: i ritratti femminili e le sacre conversazioni nel paesaggio. È infatti dal 1515 che il pittore di Serina esegue sublimi effigi di straordinarie bellezze femminili, immediatamente idealizzate e ricercate dai collezionisti fino a creare un vero e proprio mito.



Con la Dama in blu di Vienna o la Bella del Thyssen-Bornemisza di Madrid, entrambi presenti nell’esposizione, Palma definisce una donna dalle forme morbide e ampie, le vesti seriche e opulente, che diverrà l’ideale della proporzione femminile del Rinascimento maturo: i dettagli esecutivi, la finezza disegnativa, la mirabile capacità di rendere un incarnato o un tessuto concorrono a donarci immagini di stupefacente fastosità cromatica e risalto plastico nello specchiarsi lucente delle cose. Ma anche in figure dalla qualità leggera, quasi prive di peso e volume per esser questi ultimi puro colore, nella meravigliosa regia pittorica di un’artista fascinosamente “primaverile”. E ancora una poesia fatta di sguardi, racconti, nostalgia, scoperte e aperture come nell’Incontro di Giacobbe e Rachele di Dresda, un olio su tela presente in mostra, con cui si fa precursore della poetica dei Bassano in un’agreste semplicità di composizione che fa pensare alle valli bergamasche, alle montagne sparse di prati e coronate di romite chiesette in una autentica raffigurazione topografica dei luoghi nei quali Palma era nato e cresciuto. È anche per questi motivi che Palma è l’artista scelto dalla Fondazione del Credito Bergamasco e dal Comune di Bergamo per celebrare EXPO2015 tramite un’operazione culturale ed economica
significativamente orientata a narrare in modo nuovo una tra le più affascinanti, e per certi aspetti sconosciute, città d’Italia: Bergamo.

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