miércoles, 7 de septiembre de 2016

STRESA FESTIVAL 2016


 CENERE
REGINA PALACE HOTEL 
2 SETTEMBRE
Cenere. Duse e l’arte muta
Progetto a cura di Monica Luccisano
Con proiezione del film muto Cenere (1916) di Febo Mari con Eleonora Duse
Diego Mingolla, pianoforte
Olivia Manescalchi, interprete



Torino, Ambrosio,cinematografo, Duse,Sardegna povertà….CENERE: le parole chiavi di lettura del lavoro di Monica Luccisano sul film Cenere del 1916 con la regia di Febo Mari.
Certamente il film è molto lontano dalla realtà contemporanea e dalle sensibilità del nostro quotidiano;  ci si avvicina con un po’ di difficoltà o almeno con atteggiamento da visita museale. Sono infatti 100 gli anni che intercorrono dalla produzione alla visione al Regina Palace di Stresa.
Il complesso lavoro predisposto da Monica Luccisano ha dei bei punti di interesse. Bravi i due artisti coinvolti. Diego Mingolla esegue brani dal vivo riportandoci al tempo in cui nelle sale cinematografiche nel primo Novecento il pianoforte accompagnava ‘dal vivo’ le proiezioni:  Ravel, Satie, Casella, Malipiero, Savinio, Skrjabin e brani originali di Diego Mingolla.
 L’attrice è Olivia Manescalchi che con interpretazione sobria e colloquiale, per nulla caricata, racconta «Mi tenga nell’ombra […] le mani rivelano il viso […] non voglio i primi piani […] si capirà ciò che provo? senza le parole?». Così diceva Eleonora, durante la lavorazione.
L’allestimento è curato ed efficace. Semplicemente si è schermato un fondo sala con un telo ombreggiante con dietro il pianoforte e pochi elementi di scena , un tavolo, una sedia ed una poltrona, all’interno del quale si muove l’attrice come in momenti diversi delle sue riflessioni circa il film,… la ripresa del film.
Tema conduttore del progetto è peraltro la musica , protagonista e cornice dello spettacolo.

PALAZZO DEI CONGRESSI
 4 SETTEMBRE
RICHARD STRAUSS, 4 Interludi da Intermezzo
IGOR STRAVINSKIJ, Le Rossignol
Video scenografia di Guido Fiorato
Produzione digitale di Francesco Campanini
Regia di Dario Betti
Assistente alla regia Silvia magagni
Commissione Stresa Festival
L’Usignolo, Christina Poulitsi
La cuoca, Erika Grimaldi (soprano)
Il pescatore, Francesco Marsiglia (tenore)
L’imperatore, Arutjun Kotchinian
Il Bonzo, Daniel Borowski (basso)
Il Ciambellano, Gabriele Sagona (basso)
La morte, Manuela Custer (soprano)
Ars Cantica Choir
Gianandrea Noseda, direttore



Non è così scontato prevedere in programma di concerto i 4 interludi da Intermezzo di Richard Strauss e così risulta ancor più interessante entrare in sala e predisporsi all’ascolto, che non andrà deluso! La Musica avvolgente è diretta da Gianandrea Noseda con attenzione e forte espressività con il ben conosciuto gesto ampio e comunicativo che compenetrando la scrittura ne espande il ‘corpus’ fino alle sensazioni più complesse. L’Orchestra segue con intesa reciproca e comunione intenzionale.
Il coro Ars Antica Choir  diretto da Marco Berrini, già in altre occasioni ospite dello Stresa Festival, entra in gioco con la seconda parte del programma ovvero con ‘Le Rossignol’. Qui la partitura è decisamente  più complessa della precedente e seppur conosciuta risulta sempre come nuova e quindi richiede maggior compartecipata attenzione. A rendere la proposta fruibile al disomogeneo pubblico intervengono le buone voci ed il video ricco di colore ‘orientale’ e le immagini in lento scorrere in sincrono con il tempo ed il ritmo musicale. A questo riguardo è doveroso segnalare la bellissima e favolistica realizzazione di Guido Fiorato, i movimenti digitalizzati di Francesco Campanini e la regia di Dario Betti, assistito da Silvia Magagni.
I cantanti davvero bravi son riuscii a dare una lettura accessibile e gradevole di una scrittura non particolarmente immediata, seppur conosciuta.
L’Usignolo è  Christina Poulitsi, che accettando all’ultimo la sostituzione della soprano prevista si è guadagnata un plauso avvalorato dalla buona riuscita nel fraseggio e nelle variazioni coloristiche.
La cuoca è impersonata da   Erika Grimaldi, già ospite acclamata solista nell’edizione 2015, la quale ha riconfermato le sue doti vocali ed interpretative in particolare negli acuti e nei bei colori.
Il tenore  Francesco Marsiglia interpreta il pescatore che avvalora  con buona intonazione e gradevole emissione arrotondata. L’imperatore e  Arutjun Kotchinian profondo ed accorato con sensibile partecipazione. Il Bonzo è Daniel Borowski che decisamente nella parte offre un colore molto scuro con timbrica pregevole. Gabriele Sagona , basso,  interpreta il ciambellano in modo consapevole e con piglio autorevole sorretto dalla robusta e convincente  voce dai colori possenti.
La morte trova in  Manuela Custer  la valida interprete che in poche battute da una sferzata  possente per colore, timbro e partecipazione.

VILLA PONTI, ARONA
5 SETTEMBRE
Seong-Jin Cho, pianoforte
Vincitore del Concorso Pianistico Internazionale Fryderyk Chopin di Varsavia 2015
ALBAN BERG, Sonata per pianoforte n. 1
FRANZ SCHUBERT, Sonata in do min. D. 958
FRYDERYK CHOPIN, Preludi op. 28


Il giovanissimo pianista (22 anni) trasmette tutta la forza e l’irruenza dei suoi anni, anche se si presenta  come  un ragazzo tranquillo e misurato.
Seong –Jin Cho va alla ricerca del suono nelle parti più sensibili e della forte comunicazione nelle parti più vigorosamente vitali. In alcuni momenti si ha la percezione che il soprannaturale insito nella musica, e che sfiora molti, in Seong-Cjin Cho pare sia penetrato dominante nella sua vitale interpretazione. Con gli occhi chiusi e montagne di partitura a memoria sconcerta per le sue doti di agilità e velocità sulla tastiera.
Anche in Chopin questo vigore appare  (e non traspare) preponderante, infatti il concertista ne ricava una lettura innovativa e contemporanea, smantellata da quello che fin qui si è detto di Chopin e che nell’immaginario collettivo si mantiene come verità assoluta. Forse Seong ha tolto intimistica sofferenza FryederYck Chopin, ma gli ha infuso nuova luce vivida e brillante che ha trasfigurato la sofferenza mite in un delirio onnipotente.
Bravo!

La Musica vince sempre

Renzo Bellardone.  

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