viernes, 24 de junio de 2022

IL RIGOLETTO DI MARTONE DIVIDE LA SCALA: TANTI APPLAUSI, MA ANCHE TANTI BUU

di Enrico Girardi

La messinscena del regista napoletano, ambientata al giorno d’oggi, divide il pubblico del teatro milanese come raramente si era sentio nelle ultime stagioni

Serata vivacemente controversa ieri alla Scala. Alla prima rappresentazione di ‘Rigoletto’ – in una nuova edizione affidata alla regia di Mario Martone, il primo “nuovo” ‘Rigoletto’ da 28 anni a questa parte – il pubblico si è nettamente diviso tra fautori e detrattori dello spettacolo. Solo applausi all’uscita dei cantanti, non roboanti ma comunque applausi. All’uscita del direttore d’orchestra Michele Gamba, si è aggiunta qualche disapprovazione. All’uscita di Mario Martone e della sua squadra di ben nove collaboratori per scene, luci e costumi, il volume delle disapprovazioni si è invece incrementato sensibilmente, scatenando però anche la reazione di chi lo spettacolo l’ha apprezzato, e molto. Raramente negli ultimi anni s’è sentito alla Scala un tale volume di applausi e di “bravo” misto a fischi e “buu”.

La messinscena, effettivamente, divisiva lo è. Ambientata al giorno d’oggi, ruota tutta attorno al contrasto tra il mondo dei privilegiati e quello degli esclusi. La scenografia è double face. Il lato A è il palazzo del Duca: architettura modernissima come certi nuovi palazzi milanesi, oggetti di design, champagne, belle donne, cocaina. C’è persino la stanza sado-maso per le pratiche erotiche estreme. Ed è lì che viene violata la contessa di Ceprano. Gira la scena, e appare il lato B, il quadro desolante della periferia di coloro che soffrono, degli esclusi, dei drogati, dei senzatetto, dove dormono anche i camerieri e le “accompagnatrici” dei party che si tengono nel palazzo del duca. Martone ritrae queste ultime mentre, reduci dalla “festa”, si lavano chi le ascelle, chi i piedi, chi il fondoschiena in un orrido bagno di piastrelle scrostate. Qui abitano anche Gilda e Rigoletto.

E qui Sparafucile ha la sua stamberga, dove Maddalena e le altre prostitute attirano i clienti per pochi spicci. Il teorema politico di un mondo senza mezze misure, un mondo del troppo o del troppo poco che rievoca in qualche modo il film ‘Parasite’, in realtà regge l’intreccio del dramma victorhugiano, probabilmente il più duro e cattivo del teatro verdiano. Ma alla fine scricchiola e scatena le reazioni di cui sopra. Mentre Rigoletto abbraccia il corpo morente della figlia, si vede in uno scorcio di scena che, armati di pistole, coltelli e mazze da baseball, i ragazzi del lato B, la stessa umanità di ‘Blocco 181’, irrompono nel palazzo del duca e massacrano tutti, duca compreso. E il sipario si chiude sullo scenario splatter di cadaveri e tracce di sangue su pareti, quadri e divani. Ed è lì che si scatena la duplice reazione, anch’essa senza mezze misure, del pubblico.

https://www.corriere.it/spettacoli/22_giugno_21/rigoletto-martone-divide-scala-tanti-applausi-ma-anche-tanti-buu-fd3299e0-f13e-11ec-82b6-14b9a59f244e.shtml

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