TEATRO. Autori, attori e pubblico nell'antica Roma
21/05 - 03/11/2024
Museo dell'Ara Pacis,
Spazio espositivo (Via di Ripetta n. 180)
In esposizione oltre 240 opere per raccontare una delle più importanti istituzioni culturali dell’antichità.
Non vedi come i teatri
risuonano di applausi ogni volta che
vengono pronunciate frasi
che tutti riconosciamo
e concordemente sappiamo
essere vere?
(Seneca, Lettere a Lucilio, 108.8)
La forza vitale degli spettacoli teatrali, la loro
popolarità, le vite difficili degli attori e degli altri grandi protagonisti
del mondo teatrale nell’antica Roma sono raccontati nella mostra ospitata al
Museo dell’Ara Pacis.
Il visitatore / spettatore è condotto ‘oltre’ la scena,
dentro i meccanismi di produzione, nei ‘camerini degli attori’, sui
palcoscenici e sugli spalti dei teatri antichi: una ricostruzione viva, in cui
gli stessi protagonisti - attraverso interventi multimediali creati ad hoc -
coinvolgono il pubblico raccontando le loro vite, le storie che hanno
interpretato, il loro ruolo di autori o performer in una società così simile e
insieme tanto diversa dalla nostra.
Una società che aveva negli oltre 1000 grandi teatri
monumentali che sorgevano nell’impero romano quello che oggi chiamiamo il mass
media più efficace dell’antichità.
La mostra propone oltre 240 opere provenienti da 25 diversi
prestatori con un percorso espositivo ricco di autentiche rarità come, ad
esempio, la coppa di produzione attica proveniente dal Museo Archeologico
Nazionale di Firenze con una delle rarissime rappresentazioni di una
falloforia, processione in onore di Dioniso, dio del teatro; un esemplare unico
di antica maschera in terracotta dal Museo Archeologico Regionale ‘Paolo Orsi’
di Siracusa o il famoso “vaso di Pronomos” dal Museo Archeologico Nazionale di
Napoli, forse il più importante tra i reperti a soggetto teatrale pervenuto.
Ancora, nella varietà dei reperti selezionati, si segnalano le straordinarie maschere miniaturistiche della tragedia e commedia greca provenienti dall’isola di Lipari; statuine di attori, danzatori e giocolieri del mondo magnogreco; la rappresentazione della “nascita di Elena dall’uovo” su un vaso magnogreco della serie raffigurante le commedie “fliaciche”; una serie di miniature teatrali, molte mai esposte in mostra, provenienti da contesti tarquiniesi; rispetto al settore della musica di scena rari e delicati strumenti musicali originali come tibie, resti di cetre, crotali, sistri, molti dei quali sono stati per l’occasione fedelmente riprodotti in copia in modo da consentire al visitatore di sperimentarne il suono
Un “campionario” di modelli di maschere mai esposti a Roma provenienti dalla bottega di un artigiano di Pompei, i grandi affreschi parietali di un “camerino” per la compagnia teatrale provenienti dal teatro romano di Nemi; una serie di 12 gemme di epoca romana a soggetto teatrale; lo straordinario ritratto di Marcello e la maschera in bronzo di Papposileno della collezione Fondazione Sorgente Group.
La mostra propone un viaggio attraverso i secoli, con focus sull’età augustea, che nel coinvolgimento diretto del visitatore/spettatore intende avere il proprio punto di forza.
Il racconto parte dalle radici greche,
siciliane, magno greche, etrusche e italiche del teatro romano, dall’origine
religiosa del ‘ludus’ e dai primi palcoscenici in legno, per arrivare allo
splendore della frons scenae dei grandi teatri per decine di migliaia di
spettatori, architetture che - come il foro o il tempio - caratterizzeranno la
forma urbis dell’impero.
Le maschere saranno il filo conduttore di questa “immersione”: dalle più antiche tra quelle pervenute fino ai nostri giorni (V secolo a.C.) a quelle ellenistiche del III - II secolo a.C., fino a quelle, spettacolari, di epoca romana. Le maschere sono anche “caratteri” scenici di lunga durata, tragici, comici e grotteschi: il visitatore scoprirà così l’origine antichissima di tanti personaggi del teatro moderno, dal vecchio misantropo, al giovane seduttore, dal servo scaltro ai giovani amanti ostacolati dalle diverse condizioni sociali.
Il percorso espositivo si snoda attraverso sette sezioni,
con un filo narrativo in senso cronologico. Ogni sezione è arricchita da
istallazioni multimediali: riprese aeree, videomapping, postazioni interattive,
interventi recitati da attori che danno voce agli autori e ai i protagonisti
del teatro antico.
La prima sezione, dal titolo Genesi, racconta l’importanza
del culto dionisiaco alle radici della tradizione teatrale greca e il valore
del teatro per la vita democratica ad Atene. Successivamente, la seconda
sezione, dal titolo Radici italiche e magnogreche, mette in risalto il
contributo che l’Etruria, la Magna Grecia e i popoli italici fornirono al
sorgere del teatro latino.
La commedia a Roma, la terza sezione, presenta la tradizione
comica romana, passando dalla costruzione dei personaggi, vere e proprie
maschere di tipi umani in Plauto, allo spirito riflessivo e introspettivo dei
personaggi di Terenzio; la quarta sezione, dal titolo La tragedia a Roma,
presenta i principali protagonisti della produzione tragica in periodo
repubblicano, di cui poco resta, soffermandosi poi su due personaggi di grande
caratura come Seneca e Nerone.
Le vite, spesso al limite, di attori, danzatori, musici,
mimi attraverso le testimonianze che ci raccontano cosa facessero in scena e
cosa ‘oltre la scena’ sono al centro della quinta sezione, dal titolo I
protagonisti e la musica. Vengono qui raccontati aspetti legati
all’organizzazione degli spettacoli, come la composizione delle compagnie
teatrali e la produzione degli artigiani che realizzavano le maschere. Tra i
performer, uno spazio specifico viene riservata al fenomeno degli spettacoli di
mimi e pantomimi in età imperiale.
La sesta sezione, dal titolo L’architettura, intende
riflettere sull’eredità monumentale lasciata dal teatro antico, attraverso
rovine architettoniche, in molti casi maestose e ancora funzionanti. ll
passaggio della Roma repubblicana verso il regime imperiale (la grande
transizione del I secolo a.C.) vede anche la costruzione dei primi teatri
stabili a Roma e la codificazione della loro forma.
Nel breve giro di
pochi decenni sorgono i tre grandi teatri romani in muratura, nell’ordine il
teatro di Pompeo (61-55 a.C.), capace di ca. 20.000 posti, circondato di
portici e giardini, di cui poco rimane se non nella topografia di Roma, quello
di Cornelio Balbo (dedicato nel 13 a.C.), anch’esso perduto, e il teatro di
Marcello, quasi contemporaneo, intitolato da Augusto alla memoria dell’amato
nipote.
La collaborazione con la Soprintendenza Speciale
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha consentito la realizzazione di
uno straordinario intervento video sul teatro di Pompeo, che dopo la mostra
resterà patrimonio delle Istituzioni curatrici.
L’attraversamento dell’antico si apre alla contemporaneità
nell’ultima sezione della mostra, dal titolo Attualità del classico, realizzata
in collaborazione e con il contributo del Dipartimento di Lettere e Culture
Moderne dell’Università di Roma ‘Sapienza’ e dell’INDA (Istituto Nazionale del
Dramma Antico): attraverso una selezione di locandine storiche di spettacoli
realizzati al teatro greco di Siracusa, montaggi video di messe in scena
contemporanee e altre testimonianze materiali e fotografiche, riferite in
particolare all’esperienza del ‘Vantone’ di Pasolini, il percorso espositivo si
chiude offrendo una “panoramica” sulla vitalità del teatro classico, dal primo
Novecento ai nostri giorni.
https://www.arapacis.it/it/mostra-evento/theatrum-attori-autori-e-storie-del-teatro-antico
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