martes, 21 de octubre de 2025

FRANCESCA DA RIMINI -TEATRO REGIO TORINO – 19 OTTOBRE 2025

”Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”...chi non ricorda il celebre verso Dantesco dal ‘V’ Canto dell’inferno ove si racconta dell’amore adulterino di Paolo e Francesca?Con coraggio il programma 2025/26 del Teatro Regio di Torino propone in apertura di stagione proprio l’opera di Zandonai, poco frequentata nei cartelloni, ma decisamente avvolgente…L'amore,  il tradimento, la tragedia sono declinati  dall'orchestra, voce comprimaria con le voci dal palco.


Andrea Battistoni direttore d'orchestra

Andrea Bernard regia

Alberto Beltrame scene

Elena Beccaro costumi

Marta Negrini coreografia

Marco Alba luci

Paolo Vettori assistente alla regia

Giulia Turconi assistente alle scene

Emilia Zagnoli assistente ai costumi

Ulisse Trabacchin maestro del coro


Orchestra e Coro Teatro Regio Torino

Nuovo allestimento Teatro Regio Torino

Musica di Riccardo Zandonai

Libretto di Tito II Ricordi

tratto dall’omonima tragedia di Gabriele D’Annunzio

Prima rappresentazione assoluta:

Torino, Teatro Regio, 19/02/1914

Francesca Soprano

Francesca             -        Barno Ismatullaeva

Paolo                    -        Marcelo Puente

Gianciotto             -        George Gagnidze

Samaritana           -        Valentina Boi

Ostasio                 -        Devid Cecconi

Malatestino           -        Matteo Mezzaro

Biancofiore            -        Valentina Mastrangelo

Garsenda              -        Albina Tonkikh

Altichiara              -        Martina Myskohlid         

Donella                 -        Sofia Koboridze

Smaragdi              -        Silvia Beltrami

Ser Toldo              -        Enzo Peroni

Il Giudice              -        Janusz Nosek

Il Balestriere          -        Daniel Umbelino

Il Torrigiano           -        Eduardo Martinez

Un prigioniero       -        Bekir Serbest

Un prigioniero       -        Giovanni Castagliulo

L’opera di Riccardo Zandonai, tratta appunto dall’ispirazione dantesca e dalla tragedia Dannunziana, debuttò nel 1914 proprio al Regio di Torino.

Su libretto di Tito Ricordi, il compositore ha forgiato  l’armonia della musica con la parola, creando un unicum commovente che affascinando avvolge, anche se talvolta la parola appare arcaica.

L'opera sia dal punto di vista musicale che per la messa in scena, con regia di Andrea Bernard  mi sono piaciute: un'inizio di stagione da vivere con la gioia di quando si fruisce  della bellezza di colori tenui, ottima cornice per  una storia  narrata nel trecento da Dante e riproposta in versione contemporanea! 

La regia  esplicita che il teatro di parola confluisce e si unisce alla musica creando una realtà toccante e sempre chiara da leggere ed intuibile nelle simbologie proposte, da Andrea Bernard raffinato ed essenziale.Seppur un'opera di lunga durata è  riuscita a catturare la costante attenzione regalando bei momenti sinfonici! Il coro del Teatro Regio di Torino , nella prima parte, ha dato la consueta prestazione di alto livello.


I costumi realizzati da Elena Beccaro sono improntati a sobria raffinatezza anch'essi come le scene di Alberto Beltrame, dai colori  soffusi che han fatto spiccare la macchia rosso sangue ed accresciuta l'eleganza dell'insieme!.. 

Momenti di grande liricità' accompagnano sensibilmente, mentre  al secondo atto irrompe  il vigore  della battaglia. Battistoni dirige con gesto molto ampio e chiaro senza inutili....stravaganze e fa si che l'amore,  il tradimento, la tragedia siano declinati  dall'orchestra, che conforta quale voce comprimaria con le voci dal palco; il maestro Andrea Battistoni  tra i suoi propositi per il Regio intende riproporre anche titoli poco frequentati, dando così identità al cartellone e stimolare il pubblico ad interessi diversi dei repertori consueti. 

Battistoni ha saputo coniugare garbatamente il  lirismo della prima parte con il successivo verismo sinistro e violento. (Ricordo un giovanissimo Andrea Battistoni nell’ambito di una Masterclass diretta dal M° Gianadrea Noseda, dove si era posizionato al primo posto, esprimendo da subito una consapevole percezione per la direzione musicale)

La regia  esplicita che il teatro di parola confluisce e si unisce alla musica creando una realtà toccante e sempre chiara da leggere ed intuibile nelle simbologie proposte, da Andrea Bernard raffinato ed essenziale. Marta Negrini ha realizzato una coreografia essenziale e molto misurata che non ha prevalso, ma unito, con il contributo delle luci disegnate da Marco Alba, discrete, ma incisive.

Francesca, protagonista assoluta trova in   Barno Ismatullaeva un’interprete di tutto rilievo con voce squillante e molto attraente.

Marcelo Puente, interpreta con carisma e bei toni il ruolo di Paolo il bello, mentre il personaggio di Gianciotto incontra George Gagnidze, presenza scenica importante anche per la marcata vocalità.

Effficace la prestazione di Valentina Boi in Samaritana, al pari di Devid Cecconi in Ostasio. Degni di nota Matteo Mezzaro in Malatestino e il mezzosoprano Silvia Beltrami che caratterizza e scolpisce il personaggio di Smaragdi.

Per sinteticità si sottolinea che le/gli altri interpreti tutti, sono stati molto bravi e che ognuno ha veramente apportato sostanziale contributo all’insieme.

Per tornare alla regia ed alle scene, definirei sentimentalmente colorato e allegramente primaverile... estivo il giardino ed interessante l’idea di una scala al posto della torre, che con la proiezione dell’ombra della stessa ha amplificato la scena della battaglia realizzata con vigore dall’orchestra, ma lasciata tenue nei colori interrotti solo dalle luci.

La Musica vince sempre

Renzo Bellardone

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