lunes, 6 de mayo de 2024

AVI AVITAL - ENSEMBLE CAMERATA DUCALE , VIOTTI FESTIVAL E TEATRO COCCIA, NOVARA, CAVALLERIA E PAGLIACCI

 Le ricorrenze vanno celebrate e per i 200 anni dalla morte del grande compositore vercellese Gian Battista Viotti, La‘Camerata Ducale’ ha calendarizzato una serie di concerti celebrativi, raccolti nelle ventiseiesima edizione del ‘Viotti Festival’ nel cuore pulsante di Vercelli, il Teatro Civico.


D. Bruce, S. Tsintsadze, A. Piazzolla, B. Bartók, A.Avital

Sabato 4 maggio 2024 ore 21.00

Teatro Civico | Via Monte di Pietà, 15, Vercelli

Avi Avital mandolino

Giulia Rimonda violino

Alexander Goldberg violino

Lorenzo Lombardo viola

Giorgio Lucchini violoncello

Tommaso Fiorini contrabbasso

Amir Wahba percussioni

Il VIOTTI FESTIVAL è la stagione concertistica della Camerata Ducale che dal 1998 rappresenta una delle più interessanti realtà musicali del panorama nazionale ed internazionale. La rassegna “Viotti Festival” nasce da un’idea dei fondatori dell’Associazione Camerata Ducale, il Maestro Guido Rimonda direttore musicale e la moglie Cristina Canziani direttrice artistica, con l’obiettivo di far riemergere dall’oblio le composizioni di Giovan Battista Viotti e altri celebri autori vissuti a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento.

Il solista ospite della serata è l’eclettico e carismatico mandolinista Avi Avital primo solista di mandolino che sia stato nominato per un Grammy Award per la musica classica e ritenuto il più bravo mandolinista al mondo.

Il New Yor Times lo ha definito appassionato ed “esplosivamente carismatico” ed effettivamente coinvolge il pubblico accalappiandolo emotivamente con umiltà e maestria.

Avi Avital ha studiato mandolino all’Accademia Musicale di Gerusalemme e al Conservatorio Cesare Pollini di Padova e suona su un mandolino del liutaio israeliano Arik Kerman esaltando le sue esplorazioni tra i vari generi musicali.

Il concerto presentato al “26 Viotti festival” è preceduto da un incontro al Ridotto del Civico condotto dalla direttrice artistica Cristina Canziani e dallo stesso Avi Avital che con la semplicità dei grandi ha raccontato alcuni particolari sulla musica che si andrà poi a sentire.

La Musica è esplosiva e colorata per farsi poi intima e meditativa con la vitalità delle musiche dei Balcani e con il sentimento più struggente di popoli provati… e così le festose risate nei cortili e nei prati si dileguano miti in malinconici sguardi: Piazzolla e Bartok, stasera superbamente interpretati, esprimono esattamente tutto l’arcobaleno dei sentimenti e delle sensazioni.

A titolo di citazione non si può ignorare il brano di Bruce in tre movimenti che rappresentano la saga della vita attraverso le immagini dell’alba che scaturisce dal nulla, il mezzogiorno che si espande in colori vitali ed esplosivi e poi il tramonto raccolto e saggio; la scrittura è rilevante e come la vita finisce nel punto da cui si è arrivati, così il brano termina con le stesse note dell’inizio con la sequenza a rovescio per finire in un sussurro impalpabile! Sul palco, nella presentazione del brano, Avital racconta della definizione che l’autore ha dato del suono del mandolino: “il colore dell’oro... del sole” e non si può che comprenderne tutta la motivazione.

L’ultimo brano del programma è Avi’s song, composta dallo stesso Avital e per il bis Danze rumene di Bartok.

Il metro sensibile del “mi piace” o “non mi piace” qui vede vincente il “mi piace”! Avital è caparbiamente bravo, eclettico e virtuoso e le sue abilità rafforzate da quelle della Camerata Ducale

Ensemble, esplodono nei duetti con Giulia Rimonda, sensibile interprete di avvolgente dolcezza, e con Amir Wahba mai invasivo con le percussioni che restano ritmicamente discrete 

La Musica vince sempre

Renzo Bellardone


TEATRO COCCIA NOVARA, 10 MAGGIO 2024

I sentimenti umani: quante reazioni, accettazioni, rifiuti, adattamenti e ribellioni scaturiscono dall’animo umano ferito, vilipeso, tradito! Il caso è proprio questo...il binomio della tragedia in lirica, ovvero Cavalleria e Pagliacci: diverse storie e stessi sentimenti ed epilogo!

CAVALLERIA RUSTICANA e PAGLIACCI – Teatro Coccia Novara 10 maggio 2024

Musica di PIETRO MASCAGNI/RUGGERO LEONCAVALLO Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci/Ruggero Leoncavallo Direttore Fabrizio Maria Carminati Regia Matteo Mazzoni Scene Matteo Capobianco Costumi Roberta Fratini Visual Designer Luca Attili Luci Ivan Pastrovicchio Santuzza - Cristina Melis Turiddu - Zizhai Guo Lucia - Giorgia Gazzola Alfio - Marcello Rosiello Lola - Mariangela Marini Nedda- Alessandra Adorno Canio - Gustavo Porta Tonio - Marcello Rosiello Peppe- Enrico Maria Piazza Silvio - Andrea Piazza Orchestra Filarmonica Italiana Schola Cantorum San Gregorio Magno Maestro del Coro -Alberto Sala Coro voci bianche di Novara Maestro del Coro - Paolo Beretta Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara

Il classico binomio di Cavalleria Rusticana e Pagliacci , nella messa in scena al Coccia di Novara è realizzato con un solo impianto scenico, tratteggiato da caratterizzazioni sceniche per ognuna delle due storie a forte valenza sociale e ben inserite nel momento storico in cui avvengono, ispirate a fatti di cronaca realmente accaduti. La scelta delle proiezioni in 3d è sempre vincente: aumentano gli spazi e restando dentro alla narrazione qui rappresentata in modo classico, che ben fotografa la dura realtà delle campagne, della terra e l’immersione totale nell’acqua! Risulta anche interessante la proiezione del siparietto con Arlecchino e Colombina ai lati: la classicità incontra il contemporaneo senza invadenze, ma con rispetto della storia e della partitura. Apprezzabili il Visual designer Luca Attilii, e lo scenografo Matteo Capobianco, con una doverosa evidenza per il regista Matteo Mazzoni che ha curato dettagli quali il pulirsi la bocca di Santuzza dopo aver urlato ‘A te la mala Pasqua’ o Mamma Lucia che presagisce la morte di Turiddo e lo segue verso l’orto del duello per arrestarsi conscia dell’inevitabile. Quale cronaca contemporanea non mancano scene di violenza all’interno della coppia.

Il ‘Verismo’ in scena nell’abbinamento delle due opere, risale al 22 dicembre 1893 al Metropolitan di NewYork dove per la prima volta le commoventi arie di Mascagni e Leoncavallo si alternarono in un susseguirsi di emozioni.

E’ realmente difficile non commuoversi all’Intermezzo di Cavalleria o ‘Mamma quel vino è generoso’ preludio alla tragedia, così come in ‘Pagliaccio non son’ in Pagliacci con l’atteso ‘Prologo’ per poi ultimare con la beffarda battuta ‘La Commedia è finita’.

Venendo alle voci interpretative di questa edizione novarese si può globalmente apprezzare il cast, il Coro della Schola Cantorum Gregorio Magno sempre eccellente sotto alla direzione di Alberto Sala quanto le voci bianche dirette da Paolo Beretta.

Santuzza incontra Cristina Melis che interpreta con passione e bei colori; Zizhai Guo sale sul palco nel ruolo di Turiddo e si fa apprezzare per l’indubbia duttilità. Lucia Gazzola, contralto ben timbrato e molto accorata. Marcello Rosiello lo troviamo convincente prima in Alfio e poi in Tonio sia musicalmente che attorialmente. Mariangela Marini è accattivante e ‘fedelmente’ sprezzante in Lola e Alessandra Adorno ben si trova in Nedda che interpreta con agilità. Gustavo Porta sa travalicare abilmente la realtà che prevarica la finzione e vocalmente è assolutamente credibile con bei toni. Andrea Piazza è appassionatamente un brillante Silvio.

I costumi di Roberta Fratini caratterizzano bene i vari personaggi e sempre interessanti le luci di Ivan Pastrovicchio.

Fabrizio Maria Carminati, ben conosciuto direttore, tiene l’Orchestra Filarmonica Italiana con un bel gesto chiaramente leggibile.

Insomma ancora una volta il Coccia di Novara ha saputo realizzare una messa in scena di valore e carismatica.

La Musica vince sempre

Renzo Bellardone.

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