Lo spettacolo d’opera non è solo un atto di creazione (o ri-creazione) artistica, ma anche il prodotto di una complessa e articolata macchina organizzativa.
Chi inventa il testo operistico (compositore, librettista, regista) e chi lo vivifica sulle scene (cantanti, suonatori, direttori d’orchestra, ballerini…) agisce da sempre accanto a una poco appariscente ma nutrita schiera di figure “tecniche”, ciascuna dotata di proprie competenze settoriali e mossa da interessi peculiari.
Committenti, agenti, editori, av vocati, addetti stampa,
contabili: queste e altre figure, ieri come oggi, forniscono un contributo
cruciale ai processi produttivi, confrontandosi quotidianamente con inag
girabili problemi d’ordine pratico, economico, giuridico, politico.
Dopo le pionieristiche indagini condotte negli anni Ottanta
del secolo scorso, di cui il volume quarto della Storia dell’opera italiana
curata da Lorenzo Bianconi e Giorgio Pestelli rappresenta uno dei frutti più
maturi, lo studio dei meccanismi e delle agencies dell’industria operistica
italiana sta attraversando oggi una fase di rinnovata fioritura.
Ricerche recenti hanno individuato e problematizzato temi e fenomeni nuovi, o riconsiderato quelli noti, secondo approcci disciplinari variegati: della storia della musica, della storia culturale e transnazionale, dell’economia, del diritto, per esempio.
Giovandosi di questo vivace dibattito accademico, il convegno intende indagare la fabbrica italiana del teatro d’opera secondo una prospettiva cronologica ampia, che da metà Ottocento giunga al presente. Perno delle riflessioni sarà l’universo Verdi, le cui opere rappresentano oggetti privilegiati per individuare continuità e rotture sistemiche e storiche.
Durante la sua lunga carriera artistica, Verdi si relazionò
quotidianamente con il sistema produttivo italiano e i suoi attori, in un
rapporto di incon tro/scontro che non di rado incrociò, quando non incentivò,
la messa in discussione e la conseguente ridefinizione delle regole del gioco.
Seguire l’ininterrotta fortuna postuma delle opere verdiane
lungo il Novecento e fino ai giorni nostri, poi, permette di isolare fatti,
figure e fenomeni cruciali per la storia e l’attualità dell’industria ope
ristica italiana.
Contributi di studiosi afferenti a discipline diverse e
testimonianze “dal vivo” di operatori attivi nel settore dell’industria
operistica getteranno nuova luce su un ampio ventaglio di argomenti: le
politiche di finanziamento, i meccanismi di mediazione fra gli attori del
sistema, i motivi e gli esiti degli interventi legislativi sullo spettacolo, i
ruoli e gli interessi dell’editoria, i rapporti con altre industrie dello
spettacolo e dei media (disco, cinema, giornalismo, pubblicità), le tecniche di
marke ting del “prodotto opera”.
Le riflessioni che il convegno susciterà contribuiranno a
meglio comprendere il “die tro le quinte” dello spettacolo d’opera: una
complessa macchina tecnica non solo indispensabile al sostentamento del
sistema-opera, ma che spesso assurge a varia bile attiva nel processo inventivo
dello spettacolo stesso.
PROGRAMMA
MARTEDÌ 2
14.30 • 17.30
Saluti istituzionali:
Luigi Ferrari, Presidente Istituto
Nazionale di Studi Verdiani
Luciano Messi, Sovrintendente Fondazione
Teatro Regio di Parma
Alessandro Puglisi, Dirigente Settore Cultura,
Turismo e Marketing Territoriale
Comune di Parma
Sessione 1: Produrre, controllare, mediare
Modera: Alessandro Roccatagliati
MATTEO PAOLETTI, Produrre opera, oggi: un
paradosso economico?
SIEL AGUGLIARO, Tra patrimonio e palcoscenico:
la gestione teatrale della ‘pratica
del canto lirico in Italia’ ai
tempi del riconoscimento UNESCO
DITLEV RINDOM, Casa Ricordi in Sud America:
tra frontiera e innovazione nel mon
do verdiano
LIVIA CAVAGLIERI, «Queste mignatte moderne, in
oggi tanto moltiplicate su tutta
la penisola»: agenti e mediatori
teatrali
DAVIDE CIPRANDI, Ricordi (e Verdi) contro i
teatri milanesi: le dispute sui diritti
d’autore e gli interventi del
Comune di Milano (1867-1874)
MERCOLEDÌ 3
9.30 • 12.30
Sessione 2: Industria dell’opera e industrie
mediatiche
Modera: Marco Capra
RUBEN VERNAZZA, «Dividere il male per metà»:
Verdi, Ricordi, e il commercio delle
partiture (1849-1896)
ELENA OLIVA, Promuovere l’opera nella stampa
di agenzia a metà Ottocento
DANIELE PALMA, Verdi nei mercati discografici
del primo Novecento
MARCO TARGA, Ricordi e l’industria del cinema
muto italiano
CAROLIN KRAHN, Cantare per consumare? Verdi e
la messa in scena dell’opera
nella pubblicità televisiva in
Germania
14.30 • 16.00
Tavola rotonda 1: Editoria e divulgazione
operistica oggi
Modera: Paolo Russo
Discutono: ELEONORA DI CINTIO • VALENTINA
ANZANI • ANDREA ESTERO
16.00 • 17.30
Tavola rotonda 2: Attualità dei mestieri del
teatro d’opera
Modera: Luigi Ferrari
Discutono: PAOLO PINAMONTI • GIULIO CASTRONOVO
• GIUSEPPE ALBENZIO
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