jueves, 14 de mayo de 2020

UNA STORIA ESOTICA (E REMUNERATIVA!) DELL’AIDA DI VERDI




7 Maggio, 2020|Pillole di spettacolo
Non fu l’Aida per il Canale di Suez
È vero! A Giuseppe Verdi fu chiesto di scrivere un inno per celebrare l’apertura del Canale di Suez, ma rifiutò l’invito di Isma’il Pascià, Chedivè d’Egitto, nel 1860.



Quando al grande compositore italiano fu poi sottoposto il convincente soggetto dell’Aida e il compenso (150.000 franchi!) che avrebbe potuto ottenere dalla realizzazione dell’opera, allora l’acerbo diniego mutò in grande entusiasmo!

Camille du Locle, direttore dell’Opéra-Comique di Parigi, sottopose infatti a Verdi il soggetto elaborato dall’egittologo Auguste Mariette. Il responsabile degli scavi egiziani si era messo al lavoro già quando nel 1860 il Chedivè d’Egitto aveva fatto ventilare l’idea di affidare a un grande compositore italiano un’opera per l’inaugurazione del prossimo taglio del Canale di Suez.
E non fu l’inaugurazione del Teatro dell’Opera del Cairo
Contrariamente a quanto si pensa, il grande compositore non inaugurò con la sua Aida il Teatro dell’Opera del Cairo, costruito celermente in soli sei mesi, bensì con il suo Rigoletto il I° novembre del 1869.

Il riluttante compositore, famoso in tutta Europa, si lasciò infatti definitivamente convincere a lavorare alla nuova opera solo nella primavera del 1870, quando, si dice, scoprì che un suo ultimo rifiuto avrebbe visto il passaggio di commissioni al rivale Richard Wagner.

Il lavoro di composizione della musica partì nell’agosto del 1870, ma il progetto di mettere in scena l’Aida in quello stesso inverno sfumò a causa della guerra franco-prussiana e dell’assedio di Parigi che impedì l’invio dei costumi realizzati nelle sartorie dell’Opèra.


Teatro dell’Opera del Cairo

L’Aida andò quindi in scena in una sera di Gala al teatro dell’Opera del Cairo il 24 dicembre 1871, mancando così di coincidere sia con il taglio del Canale di Suez che con l’inaugurazione del Teatro.
Verdi non diresse lo spettacolo, ma affidò al fedelissimo Giovanni Bottesini la direzione, dedicandosi da subito alla preparazione della prima europea che si tenne al Teatro La Scala di Milano l’8 febbraio del 1872.

Il compositore in realtà considerò la prima scaligera, la vera prima dell’opera, che seppur con successo, era stata proposta nel dicembre del 1871 a una platea di critici, diplomatici e personalità, ma non, come avrebbe gradito, a un pubblico di intenditori e amanti dell’opera.

L’orientalismo romantico dell’Aida
Il libretto di Aida è il risultato di un lavoro di grande collaborazione con il poeta e scrittore Antonio Ghislanzoni, vicino alla Scapigliatura lombarda e ai circoli mazziniani, che curò la versificazione della versione in prosa redatta in lingua francese da Camille Du Locle sotto la supervisione di Verdi, sulla base del soggetto preparato da Mariette.

La commissione del lavoro da parte del Chedivè d’Egitto era stata chiara: voleva un’opera egiziana storica che tenesse a esempio le descrizioni storiche e i bassorilievi dell’alto Egitto come fonte d’ispirazione per l’ambientazione.

La corrispondenza epistolare conferma come l’editore Giulio Ricordi avesse fornito a Verdi materiale documentale per la ricostruzione fedele dell’antico Egitto sul palcoscenico del Cairo, ma il compositore non pare averne tenuto in gran conto.

La trama e i personaggi provengono da una visione immaginaria di sapore squisitamente romantico di un Egitto fuori dal tempo e dallo spazio, magico, vagheggiato più che conosciuto. Un mondo iconografico e semantico in cui gli occidentali riconoscevano i loro fondamentali pregiudizi più che i fondamenti scientifici di uno studio archeologico e storico.

L’Aida si tinge quindi di quell’esotismo romantico, talvolta simbolico, che permette al grande compositore di parlare molto del suo presente.

Come non paragonare il pianto di Aida che ricorda la sciagura abbattutasi sulla sua patria al lamento dei patrioti sottomessi all’oppressione straniera.

L’Aida delle Aide. Zeffirelli alla Scala nel 1963
L’esotismo romantico dell’Aida verdiana trova la sua massima espressione nel primo allestimento dell’opera che Zeffirelli realizza per il Teatro alla Scala nel 1963, ripreso nelle scene del film Il Giovane Toscanini.

Allestimento Aida Milano 1963 - Il Giovane Toscanini
La rappresentazione del trionfo dell’esercito di Radames nel film Il Giovane Toscanini

Zeffirelli affida alle mani geniali e esperte di Lila de Nobili i costumi e le scene che la pittrice renderà con allusioni e rimandi nostalgici alla pittura di fin de siècle e alle figurine Liebig: “Chiesi a Lila de Nobili, genio assoluto della pittura nello spettacolo (forse il più grande del XX secolo), di disegnarmi scene e costumi di Aida, ispirandosi all’Egitto grandioso e raffinato della prima produzione andata in scena al Cairo, in occasione dei festeggiamenti per l’apertura del Canale di Suez nel 1868. Una squisita fantasia orientalista, assai vicina alle opulente visioni di Gustave Moreau.”
Ne scaturisce un allestimento storico ripreso più volte anche in altri teatri.

A Busseto e all’Arena di Verona
L’Aidina di Busseto, realizzata da Franco Zeffirelli nel piccolissimo palcoscenico del Teatro della città natale di Verdi nel 2001 fu paradossalmente un successo:  “Tutto era visto come attraverso una lente d’ingrandimento su quel minuscolo palcoscenico: non sfuggiva né un batter d’occhio né un gesto. L’impatto emozionale della delicata, struggente storia d’amore, finalmente finì per trionfare. Il trionfo più ambito per me.”
Se la dimensione intima dei personaggi e delle passioni dei protagonisti trovano nel piccolo teatro la loro giusta e più umana collocazione, l’allestimento che seguì all’Arena di Verona nel 2002 portò nell’immenso palcoscenico dell’anfiteatro romano la monumentalità e la grandiosità della civiltà egiziana.

https://www.fondazionefrancozeffirelli.com/pilloledispettacolo/la-storia-esotica-dellaida-di-verdi/?utm_source=Fondazione+Franco+Zeffirelli+Onlus&utm_campaign=9318ffacbb-pillole+di+spettacolo+-+Aida&utm_medium=email&utm_term=0_65b215f109-9318ffacbb-332252417

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