miércoles, 31 de enero de 2024

NUOVO MUSEO DELLA FORMA URBIS E PARCO ARCHEOLOGICO DEL CELIO

 
Una meravigliosa mappa marmorea originale della Roma Antica presentata in modo da essere perfettamente leggibile e una sorprendente collezione di materiali epigrafici e architettonici inseriti in uno scenario mozzafiato.

È quanto si può vedere con l’apertura al pubblico – dal 12 gennaio – del Parco Archeologico del Celio e del nuovo Museo della Forma Urbis sito al suo interno, che sono stati inaugurati dal sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, dall’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor, e dal sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce.

 Parco e Museo – la cui apertura si deve a una serie di interventi condotti sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale – sono parte di un vasto progetto di valorizzazione dell’intera area del Celio, inquadrata in seno al più ampio programma di riqualificazione del Centro Archeologico Monumentale (CArMe) voluto da Roma Capitale.

Il Parco Archeologico del Celio occupa il settore settentrionale del colle, un’area verde orientata verso il Colosseo e all’interno della quale sussistono importanti evidenze archeologiche, come le fondazioni perimetrali del tempio del Divo Claudio.

Grazie al recupero degli edifici presenti nell’area, la Casina del Salvi e l’ex Palestra della Gil, e alla sistemazione del contiguo giardino archeologico, in cui sono stati organizzati per nuclei tematici una grande quantità di materiali epigrafici e architettonici di grandi dimensioni delle collezioni dell’ex Antiquarium Comunale, provenienti dagli scavi di Roma di fine Ottocento, i visitatori avranno una nuova straordinaria opportunità per approfondire la conoscenza della Roma antica.

Aprire al pubblico il giardino è il primo passo di un programma che, grazie agli interventi giubilari, porterà all’allestimento completo dei reperti e all’apertura al pubblico della Casina del Salvi, che tornerà ad avere la sua funzione originaria di coffee-house e al contempo ospiterà anche una delle nuove Aule Studio di Roma.

All’interno del Parco, nell’edificio dell’ex Palestra della Gil, è allestito il nuovo Museo della Forma Urbis, che custodisce i frammenti rimasti della celebre Forma Urbis Romae, la gigantesca pianta marmorea della Roma antica incisa tra il 203 e il 211 d.C. sotto l’imperatore Settimio Severo. 

Si tratta di una delle più rare e importanti testimonianze della città antica che i visitatori torneranno ad ammirare dopo quasi un secolo. L’ultima esposizione complessiva degli originali è stata infatti realizzata tra il 1903 e il 1924 nel giardino del Palazzo dei Conservatori; poi, fino al 1939 alcuni nuclei significativi sono stati visibili nell’Antiquarium del Celio.

La Forma Urbis era esposta originariamente sulla parete di un’aula nel Foro della Pace che fu in seguito inglobata dal complesso dei SS. Cosma e Damiano nell’area del Foro Romano. Era incisa su 150 lastre di marmo applicate alla parete con perni di ferro e occupava uno spazio di circa 18 metri per 13.

Dopo la scoperta nel 1562, molti frammenti della grande mappa marmorea andarono perduti, mentre alcuni sono stati fortunosamente ritrovati nel corso del tempo. Oggi resta circa un decimo del totale della pianta originale. Dal 1742 è parte delle collezioni dei Musei Capitolini.

Il nuovo allestimento del Museo della Forma Urbis consente una piena fruizione della pianta marmorea da parte dei visitatori, favorendo la leggibilità di un documento che, per ingombro e condizioni frammentarie, si presta poco a una comprensione immediata. Sul pavimento della sala principale del museo sono collocati i frammenti della Forma Urbis, sovrapposti, come base planimetrica, alla Pianta Grande di Giovanni Battista Nolli del 1748.

Gli spazi interni dell’edificio museale ospitano anche una consistente scelta del materiale architettonico e decorativo dell’ex Antiquarium Comunale.

Il Parco Archeologico del Celio si può visitare tutti i giorni a ingresso gratuito. Il Museo della Forma Urbis resta invece chiuso il lunedì e prevede un biglietto d’ingresso, salvo per i possessori della MIC Card che possono accedere gratuitamente anche allo spazio museale. I servizi museali sono a cura di Zètema Progetto Cultura.

https://www.sovraintendenzaroma.it/content/dal-12-gennaio-apre-roma-il-parco-archeologico-del-celio-con-il-nuovo-museo-della-forma

LA EMBAJADA DE POLONIA Y LA VNIVERSITAS SENIORIBVS CEU CONFERENCIA IMPARTIDA POR EL PROF. D. JOSÉ LUIS ORELLA “LA RESISTENCIA EN LA II GUERRA MUNDIAL: EL HÉROE QUE VINO DEL FRÍO”

 


Febrero 2024

precedida por la inauguración de la exposición dedicada a Witold Pilecki, capitán de la caballería.

Salón de Actos de la Vniversitas Senioribvs CEU (c/ Tutor, 35).

Entrada libre hasta completar aforo

OPÉRA DE MONTE-CARLO: STORIA E RICORDI .DI ALESSANDRO MORMILE. EXPOSITION LE BON MARCHÉ, PARIS

 A seguito della costruzione del Casinò di Monte Carlo nel 1863 e al conseguente sviluppo del turismo invernale nel Principato di Monaco, la Société des Bains de Mer decise di ampliare la struttura esistente affiancando ai tavoli da gioco una sala da concerto (inaugurata nel 1866) e poi un teatro; un capolavoro, quest’ultimo, di fregi e stucchi dorati, prezioso come lo sono pochi al mondo. Il progetto fu affidato a Charles Garnier, già architetto dell’Opéra di Parigi. I lavori per la costruzione iniziarono nel 1878 e furono ultimati a tempo di record in solo otto mesi e mezzo.

Pochi anni dopo l’inaugurazione, avvenuta nel 1879, il teatro venne affidato alle cure di Raoul Gunsbourg, singolare figura di musicista, direttore di teatro e impresario, fra le più grandi personalità del mondo lirico nel periodo della Belle Époque, che diede notevole impulso all’attività operistica monegasca. 

La sua lunga permanenza alla Salle Garnier, per più di mezzo secolo, non ha precedenti, così da creare quel corto circuito artistico che vide questo palcoscenico ospitare importanti prime assolute e artisti fra i più insigni di quel tempo.

Lo si narra in un libro attraverso il quale l’autore ricostruisce un passato glorioso, ma prima ancora racconta, a largo respiro, gli anni vissuti in prima persona, come cronista e critico musicale, durante i mandati di due direttori: John Mordler e Jean-Louis Grinda, dagli indirizzi artistici di elevatissima qualità e dalle idee illuminate che hanno mantenuto alto, dalla fine del Novecento ad oggi, il livello del teatro in rapporto al suo leggendario passato.

Attraverso aneddoti e racconti, ogni spettacolo visto dall’autore rende il racconto avvincente, fra storia e testimonianze di una vita musicale sempre sostenuta da Principi che, succedutisi sul trono, hanno contribuito a mantenere costante e vitale una prestigiosa tradizione.

Il libro intende testimoniarla, anche attraverso un ricco apparato iconografico e cronologie degli spettacoli dall’inaugurazione fino ad oggi.

Il lettore potrà dunque viaggiare fra queste pagine, tra ricordi e storia, in un mare di stelle, quelle di compositori e artisti che hanno solcato un palcoscenico unico al mondo, vicino alle onde che si infrangono sugli scogli del Principato di Monaco.


EXPOSITION AU BON MARCHÉ, PARIS


VUELVE LA ROSA DEL AZAFRÁN AL TEATRO DE LA ZARZUELA

21 años después de su última representación en el Teatro de la Zarzuela, 'La rosa del azafrán' vuelve a nuestro escenario con un emocionante montaje de Ignacio García, y la enérgica dirección musical de José María Moreno.

La producción cuenta con dos repartos que incluyen algunas de las voces más reconocidas del género: Yolanda Auyanet, Carmen Romeu, Juan Jesús Rodríguez, Rodrigo Estevez o Carolina Moncada; además del talento interpretativo de Ángel Ruiz, Juan Carlos Talavera, Pep Molina, Emilio Gavira o Chema León.

Mención especial merecen la participación de Vicky Peña -Medalla de Oro al Mérito en las Bellas Artes- y el maestro de maestros Mario Gas. Así como la intervención de la cantante de música popular Elena Aranoa quien, con sus intervenciones, va introduciendo los diferentes cuadros de la escena con la propia y genuina raíz musical de la tierra.

La escenografía de Nicolás Boni, el vestuario de Rosa García Andújar, la iluminación de Albert Faura y la coreografía de Sara Cano comparten la finalidad de mostrar la esencia del mundo rural manchego de finales del siglo XIX.

Entre el 25 de enero y el 11 de febrero se ofrecerán catorce funciones.


Zarzuela en dos actos

Música de JACINTO GUERRERO

Libreto de FEDERICO ROMERO Y GUILLERMO FERNÁNDEZ-SHAW

Nueva producción del Teatro de la Zarzuela

Dirección musical

JOSÉ MARÍA MORENO

Dirección de escena

IGNACIO GARCÍA

Escenografía

NICOLÁS BONI

Vestuario

ROSA GARCÍA ANDÚJAR

Iluminación

ALBERT FAURA

Coreografía

SARA CANO

Reparto

Sagrario YOLANDA AUYANET (días 25 y 27 de enero; 1, 3, 7, 9 y 11 de febrero) / CARMEN ROMEU (días 26, 28 y 31 de enero; 2, 4, 8 y 10 de febrero); Juan Pedro JUAN JESÚS RODRÍGUEZ (días 25 y 27 de enero; 1, 3, 7, 9 y 11 de febrero) / RODRIGO ESTEVES (días 26, 28 y 31 de enero; 2, 4, 8 y 10 de febrero); Catalina CAROLINA MONCADA; Moniquito ÁNGEL RUIZ; Custodia VICKY PEÑA; Carracuca JUAN CARLOS TALAVERA; Don Generoso MARIO GAS; Miguel PEP MOLINA; Micael EMILIO GAVIRA; Cantante de música popular ELENA ARANOA

Orquesta de la Comunidad de Madrid

Titular del Teatro de La Zarzuela

Coro del Teatro de La Zarzuela

Director:

Antonio Fauró

FUNCIÓN DE TEATRO ACCESIBLE:

Sábado, 10 de febrero de 2024 (visita táctil / touch tour* a las 18:30).

Touch tour: Paseo escénico que se realiza previo a las funciones accesibles con audiodescripción. Durante la actividad, los asistentes pueden conocer los principales elementos de la escenografía, el vestuario y la utilería de la obra. Actividad dirigida a personas con discapacidad visual (con inscripción previa en comunicacion@teatroaccesible.com o al WhatApp: 644 182 381)