viernes, 31 de julio de 2020

GEOGRAFÍAS AMERICANAS EN LA DACHA De ROZAS DE PUERTO REAL


Este cactus entrega toda esta vida tan bonita y colorida, cuando se prepara para morir...Las plantas son generosas hasta en su final.

Alicia Perris
Foto, Julio Serrano

ITALIA, RENZO BELLARDONE. IL BARBIERE DI SIVIGLIA - TEATRO COCCIA


Cortile del Castello 29 luglio 2020
Ebbene si, il nostro teatro di tradizione piemontese, ovvero il Coccia di  Novara,  con La Fondazione Teatro Coccia per l'Estate Novarese, non molla ed utilizzando l’ampio cortile del Castello, appronta un cartellone interessante; tra i titoli i evidenza il “Barbiere di Siviglia e pur rinunciando all’orchestra riesce ad offrire a serata piacevole e di livello.


 IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Opera in due atti di Gioachino Rossini con
Enrico Iviglia Il conte D'Almaviva
Stefano Marchisio Don Bartolo
Manuela Custer Rosina
Gabriele Nani Figaro
Alessandro Abis Don Basilio
Ilaria Alida Quilico Berta
Filippo Rotondo Fiorello/Un ufficiale
direzione Accademia dei Mestieri d'Opera del Teatro
Coccia AMO
regia Renato Bonajuto
assistente alla regia Lorenzo Lenzi
Alba Pepe pianoforte
Produzione Fondazione Teatro Coccia

L’ouverture al pianoforte di Alba Pepe parte più con dolcezza intrigante che con briosità, salvo poi vivacizzarsi e mantenere un buon ritmo per l’itera opera pur con l’alterarsi di giovani direttori dell’Accademia AMO del Teatro Coccia.


Classicamente appare su una  piazza di Siviglia,  Fiorello con la lanterna in mano,  interpretato con presenza e buona impostazione da Filippo Rotondo, che vedremo poi anche nei panni di un Ufficiale.
Affermato interprete rossiniano è il brillante Enrico Iviglia, facile nelle variazioni e con vocalità sicura, che vivacemente interpreta il Conte d’Almaviva.
Il Barbiere è l’opera più rappresentata al mondo e quindi è molto conosciuta ed anche il pubblico delle serate estive si attende le arie più conosciute e tra queste la celebre cavatina ‘Figaro qua..Hei Figaro….’ e per questo è un impegno forte per qualsiasi interprete del Barbiere. Gabriele Nani ha  al suo attivo diverse produzioni ed ancorchè giovane ha un vasto repertorio che gli consente spigliatezza e sicurezza nel ruolo che infatti interpreta con abilità, sfruttando la brillante presenza scenica e buona tecnica a supporto di bel timbro e  bel colore.

Manuela Custer è Rosina, continuando così la sua tradizione rossiniana iniziata addirittura al debutto in ‘Elisabetta regina d’Inghilterra’ al Regio di Torino; interprete di riferimento è ben apprezzata anche nel Rossini serio, vedi ‘Tancredi’ e nella musica antica fino alla musica dei giorni nostri. In Rosina è sicura e facile nelle agilità ed appassiona il pubblico  con l’interpretazione delle arie attese con il suo timbro sicuro che sa spaziare elegantemente, grazie alla salda tecnica.

Il giovanissimo Stefano Marchisio fa un deciso balzo in avanti con l’interpretazione super riuscita di Don Bartolo; sicuro sulla scena come con la voce, esprime un tono profondo ed un fraseggio purissimo: ‘A un dottore della mia sorte…’ lo interpreta con una abilità non comune che talvolta neppure i più affermati interpreti sanno eguagliare. Decisamente in ruolo, ha caratterizzato bene il personaggio.

Alessandro Abis interpreta  Don Basilio in modo convincente e rende ‘la calunnia’ qualcosa di più di un semplice ‘venticello assai gentile’.

Ilaria Alida Quilico è la simpaticissima  Berta che rende con una voce squillante e divertente, mentre Filippo Rotondo   prima Fiorello  e poi un ufficiale che interpreta simpaticamente e con voce profonda e sicura.

Le difficoltà in tempo di Covid sono molte ed anche per la regia di Renato Bonaijuto non deve essere stato semplice realizzare uno spettacolo con le limitazioni imposte, ma ‘onore al merito’ ha saputo con pochi elementi quali i pannelli girevoli ricreare prima la piazza e poi l’interno della dimora di Bartolo, con la gag garbata tra il pubblico, degli ombrelli al temporale e quindi della scala portata al balcone e poi recuperata dall’incauto Don Bartolo ha fatto sorridere il pubblico; le mascherine imposte all’entrale sul palco e poi utilizzate quale elemento registico e Berta che disinfetta tutto e tutti quanti risulta temporalmente pertinente ed anche un po’ in alleggerimento del momento.

Scelti all’Accademia di direzione d’orchestra AMO del Teatro Coccia, coordinata dal Maestro Matteo Beltrami, i due direttori sono risultati attenti e gradevoli nella conduzione.
Sempre divertente il ‘Barbiere’  con la morale ‘dell’inutil precauzione’ !

La Musica vince sempre
Renzo Bellardone

Foto Finotti

jueves, 30 de julio de 2020

Y LA GUARDIA CIVIL DESCUBRE EN SANTA POLA ÁNFORAS ROMANAS DE GRAN VALOR ARQUEOLÓGICO. ANCIENT ROMAN ARTIFACTS DISCOVERED IN SPANISH SEAFOOD SHOP DURING ROUTINE FOOD INSPECTION


Archaeologists at the Museum of the Sea in Santa Pola say the collection of 13 amphorae were Roman artifacts “of great heritage value” that date back to the first century.
Hakim Bishara


Roman amphorae found in seafood shop in Southern Spain (images courtesy of Guardia Civil)

Civil Guard officers in the Spanish city of Santa Pola in the province of Alicante were conducting a routine food inspection at a frozen seafood shop when they came upon a rare archaeological discovery: 13 Roman amphorae that date back to the first century and an 18th-century metal anchor were on casual display.

“The agents saw various ceramic amphoras in different parts of the installation, a metal anchor and an engraved limestone plaque – all of which, at first glance, appeared to be of some considerable age,” the Spanish Civil Guard (Guardia Civil) said in a statement.
According to local media reports, the vendor’s son says he found the items while fishing and brought them back to decorate his father’s seafood shop. The two are now being investigated by local law enforcement authorities.


The artifacts were moved to the local Museum of the Sea for an evaluation. According to the Civil Guard, archaeologists at the museums determined that all 13 ceramic vessels were Roman artifacts “of great heritage value” that date back to the first century. One of the items was deemed exceptionally significant, “due to its exclusivity.”

Among the seized objects, the archaeologists have also identified a limestone plaque engraved with the word “este” (the Spanish word for “east”).
Some of the amphorae were used to ship oil from Andalusia; others might have been used to store wine or Roman garum sauce
According to the museum’s experts, some of the amphorae were used to ship oil from Andalusia to Roma via Portus Ilicitanus, the modern-day seaport of Santa Pola. Others suggested that the vessels might have been used to store wine or garum, a Roman times sauce made from fish innards, herbs, and salt.

The Civil Guard suspects that the amphorae could have been looted from shipwrecks. If that is determined as the origin of the vessels, the vendor and his son could face charges of “crimes against historical heritage” and possession of illicit artifacts.

https://hyperallergic.com/579170/spanish-seafood-vendor-roman-amphorae-anchor/?utm_medium=email&utm_campaign=D072920&utm_content=D072920+CID_2fe7428f32543c3d4e6b2f2ba50d230b&utm_source=HyperallergicNewsletter&utm_term=Ancient%20Roman%20Artifacts%20Discovered%20in%20Spanish%20Seafood%20Shop%20During%20Routine%20Food%20Inspection

UNA TARDE DE DESCANSO EN LA DACHA DE PUERTO REAL: ROSAS FRAGANTES CON MUNCHI AL FONDO, ATENTA, COMO SIEMPRE


FOTO, JULIO SERRANO

EN EL TEATRO AUDITORIO ESCORIAL. ACTUACIÓN DE LA MEZZOSOPRANO JOYCE DIDONATO


Carrie-Ann Matheson, piano
6 de agosto


La popular mezzosoprano interpreta a Haydn, Mozart, Granados, Bellini y Rossini.
El asombroso y alegre arte de Joyce DiDonato nos recuerda que en cualquier generación hay algunos gigantes. Joyce no sólo es una gran artista, valiente e inspiradora, una de las mejores cantantes de nuestro tiempo, sino que también es una presencia transformadora en las artes. Los que conocen su repertorio se asombran de sus dones, y los que no saben nada de él son captados instantáneamente. Joyce canta y el mundo de repente se vuelve más brillante. Ella nos obliga a escuchar activamente, a escuchar cosas de nuevo .
Jake Heggie, Gramophone

Joyce DiDonato es una de las mezzosopranos más solicitadas de la actualidad, con una colatura de voz sorprendente y una expresividad hipnótica. En su actuación para el Festival de Verano ofrece un nuevo recital lleno de color que incluye obras de Haydn, Mozart, Granados, Bellini y Rossini. DiDonato estará acompañada al piano por Carrie-Ann Matheson.

https://www.teatroauditorioescorial.es/espectaculo/joyce-didonato/?ct=t(EMAIL_CAMPAIGN_7_30_2020_escorial_didonato)

STEPHEN FREARS: "ES COMPLETAMENTE RIDÍCULO JUNTAR LAS IDEAS DE DEMOCRACIA Y MONARQUÍA"

LUIS MARTINEZ
El director británico recibe el premio Master of Cinema en la décima edición del Festival de Cine Atlántida que se celebra en Palma de Mallorca y en Filmin


El director Stephen Frears. Laura Lezza/Getty Images

Stephen Frears (Leicester, 1941) es uno de los británicos que ya no vendrá por culpa de la cuarentena que ha impuesto su gobierno a todo aquel que aterrice en el Reino Unido procedente de la España de los rebrotes. Tanto que nos quejábamos de las borracheras absurdas de sus compatriotas y ahora resulta que sus meados de madrugada en la piscina del hotel eran nuestro particular maná.

Sea como sea, el premio Master of Cinema que le entrega con todos los honores el 10º Festival de cine Atlántida que se celebra en Palma de Malllorca y en Filmin, presencial y 'online' a la vez, es suyo. Nos atiende vía zoom poco antes de la cancelación del viaje.
Autor entre otras de Mi hermosa lavandería (1985), Ábrete de orejas (1987), Las amistades peligrosas (1988), Alta fidelidad (2000), The Queen (2006) y Philomena (2013), Frears se mantiene fiel a sí mismo. No es que le moleste ser entrevistado, simplemente le hace gracia. Ni una respuesta más larga de una frase ni una divagación ni una pregunta sin repregunta. Adorable. Y divertido. Frears se niega a ver en su trabajo más que sencillamente eso: trabajo. Desprecia las etiquetas, le cuesta reconocerse dentro de generación alguna y sólo entiende el cine como oficio.

Sin embargo, si se le presiona y si se le recuerda que el año pasado fue Ken Loach el que recibió este mismo premio puede que hasta se rinda (un poco solo) y acabe por aceptar que allá en los 80, el cine británico vivió su particular momento de gloria. "Gran Bretaña había cambiado tanto tras la guerra que el país nunca volvió a ser el mismo. Cambió la educación, la clase trabajadora se incorporó a ella, y nosotros nos beneficiamos de ello. Y esa sociedad nueva era un tema muy interesante", recuerda.

El premio que recibe se llama 'Master of Cinema'...
(Se ríe) Es un título vistoso...

... sin embargo, sus últimos tres trabajos desde 'Victoria y Abdul' (2017) han sido para la televisión, ¿no sería más corrrecto 'Master of Cinema and Televisión'?
Sí, es cierto. Pero no ha sido buscado. Rara vez busco ya nada. Simplemente, lo que me han ofrecido para hacer en televisión ha sido mucho más interesante que lo que me han ofrecido para el cine. El año que viene haré una película, 'Thelast king'.
Tengo la impresión de que vive una especie de regreso al origen. Empezó en la BBC y ahora ha encadenado tres series como 'A very english scandal', 'State of the Union' y 'Quiz' (que estrenara Mvistar en septiembre)...
Nunca he tenido preferencias. He alternado el cine y la televisión dependiendo únicamente del material. Cuando me bautizaron, el hada buena me dio dos talentos: el de elegir actores y el de escoger guiones. Si me ciño a estas dos habilidades, bien (vuelve a reír).
¿Cuánto ha cambiado la televisión desde que empezara allá en los 70 y ahora con el 'boom' de las plataformas?
Sinceramente, creo que el principal cambio he sido yo. Era un chaval cuando empecé y me temo que he dejado de serlo. No sé si la televisión es diferente. Pero yo sí. Siempre me dicen: "Antes hacías películas iconoclastas y eso se ha perdido". Yo, sin embargo, no he sentido el cambio en ningún momento. No puedo seguir haciendo películas sobre gente joven puesto que no tengo nada que ver con ellos.
La serie 'Quiz', su último trabajo, trata del hombre que hizo trampas en el programa 'Quiere usted ser millonario'. ¿Cree que vivimos un tiempo perfecto para los tramposos?
Sin duda. Basta ver al rey de los tramposos, Donald Trump, que en vez de estar en la cárcel está presidiendo el país más poderoso del mundo.
Esto me recuerda que usted firmó un manifiesto de apoyo a Jeremy Corbyn en las últimas elecciones que ganó Boris Johnson...
Sí, no creo que fuera algo muy sensato por mi parte. El Partido Laborista es mejor ahora que antes.
¿Qué opinión le merece lo que está ocurriendo ahora mismo en Europa en general y en el Reino Unido en particular después del Brexit?
Es terrible. La pandemia es terrible y sus consecuencias en mi país son ahora mucho más graves a consecuencia del Brexit. El Brexit fue una gran estupidez. Una decisión equivocada y manipulada por los partidos de derecha.
¿Cómo ha vivido el confinamiento?
En Londres en compañía de mi familia, mis hijos, mis amigos... La compañía ha sido un bálsamo contra la enorme frustración que genera una situación como la que estamos viviendo.
¿Cómo cree que saldrá el cine de esta crisis?
No tengo ni idea. Pero me temo que será una catástrofe para el cine europeo, el cine independiente americano y, en general, para el cine que hace gente como yo. Estamos amenazados sin duda. Es ahora cuando caigo en la cuenta de lo afortunado que he sido de poder haber hecho las películas que he hecho en mi vida. Muchas de ellas ahora no se podrían hacer.
Pienso, ya que habla de sus trabajos de juventud, en sus primeras películas como 'Mi bella lavandería' o 'Ábrete de orejas' y pienso también en 'A very english scandal', una de sus últimas series. Uno de las argumentos que une a las tres es la reivindicación libre, por así decirlo, de la homosexualidad. Entre las primeras y la última median décadas. ¿Quiere esto decir que seguimos aferrados a los mismos prejuicios y que no hemos avanzado?
Es difícil responder a la pregunta. En mi país la idea de democracia ha sido gravemente erosionada en los últimos años. Se ha atacado a las libertades de manera sistemática. En lo que refiera a la homosexualidad, tengo que reconocer que no entiendo muy bien la guerra actual de géneros. En mi juventud, habia una necesidad de cambiar la ley que penaba a la homosexualidad. Y se cambió. Ahora me pierdo entre tanta confusión.
También participa como uno de los directores de 'La voz más alta', sobre la creación de Fox News...
Sí, creo que es importante reflexionar sobre lo que nos está sucediendo. La manipulación de la información ha hecho que, por ejemplo, en el Reino Unido la extrema derecha esté creciendo de forma muy preocupante. Y eso está pasando en toda Europa.
¿Se imaginaba en los 70, en plena euforia creativa y progresista, que estaríamos ahora donde estamos?
Para un viejo liberal como yo es muy frustrante todo lo que sucede. La buena noticia es que Trump parece que tiene los días contados. Quizá en noviembre todo cambie. Desgraciadamente, lo que sucede en Estados Unidos influye decisivamente en el resto del mundo. El mundo será mejor sin él.
 El que recibe es un premio a toda su filmografía y es muy difícil encontrar una definición corta para su trabajo. Se me ocurre que quizá una posible sea el sentido del humor, su ácido sentido del humor hasta en la más trágica de las situaciones...
Me gusta. Me gusta hacer bromas, pero soy muy serio a la vez. Pero sinceramente nunca pienso en mí mismo como un artista o un creador. No soy alguien como Pedro Almodóvar, por ejemplo. Él es un verdadero artista. Me considero a mi mismo como un artesano, como un director en el sentido del cine clásico americano.
¿Qué le interesa del trabajo de Pedro Almodóvar?
Él es un auténtico creador.
Si vuelve la vista atrás, ¿cuántas obras maestras reconoce en su filmografía?
Ninguna (rompe a reír).
Si me permite, le cito alguna...
Me conformo con reconocer siete u ocho películas que la gente adora. Pero no hablaría de obras maestras en absoluto.
¿A cuáles se refiere?
Creo que 'Amistades peligrosas' es un película maravillosa. 'Mi bella lavandería', Philomena', 'The Queen', 'Los timadores'...
¿Qué aprendió de su paso por Hollywood?
Fue muy interesante, era como hacer películas en un circo. Aprendí muchas cosas. Desde la importancia de los actores al papel que desempeña el éxito. Pero también me di cuenta de lo fundamental para mí que es la independencia. Y eso me hizo volver. Si de algo me arrepiento es de haberme engañado a mí mismo. Pensé que podría hacer las películas que quería dentro de esa maquinaria y que, además, serían un éxito. En cualqueir caso, es una maquinaria muy inteligente y son muy buenos en su trabajo.
Ha mencionado 'The Queen' y me atrevo a preguntarle por lo que piensa de la monarquía "un viejo liberal" como usted.
Bueno, me llama la atención el repentino interés que todo el mundo tiene por la monarquía. Mire la serie 'The crown'. Cuando yo hice 'The Queen' a nadie le interesaba el asunto lo más mínimo. Es curioso.
¿Qué papel cree que juega la monarquía hoy? Ahora mismo hay algo parecido a una polémica en España...
Sí, el padre de su rey es un estafador... Es completamente ridículo juntar las ideas de democracia y monarquía. Por otro lado, hay que reconocerlo, la Reina es una mujer extraordinaria. Me quito el sombrero. De alguna manera, nos recuerda a nuestras madres (se ríe). No sé que sucederá cuando muera. Me aterroriza pensarlo.
¿Qué cree pasará cuando muera?
Ni idea. Siempre me he considerado republicano. Prefiero ser un ciudadano a un súbdito.

https://www.elmundo.es/cultura/cine/2020/07/28/5f1eae8321efa01e3d8b4572.html

miércoles, 29 de julio de 2020

RESUMEN DE JULIO Y OTRAS NOTICIAS. ¡BRAVO VALIENTES! UN BIS DE LISETTE OROPESA EN ‘LA TRAVIATA’


Lisette Oropesa interpretando el aria ‘Addio del passato’, del tercer acto de La traviata, de la que ha ofrecido un bis en la función de anoche



Y MI MÁS RENDIDO HOMENAJE A TODOS AQUELLOS QUE CON SU FUERZA, SU ENTREGA Y SU VALENTÍA, HAN HECHO POSIBLE QUE EL TEATRO REAL DE MADRID, PUDIERA VOLVER A RESPIRAR MÚSICA DURANTE UN MES ENTERO CON "LA TRAVIATA". GRACIAS. BRAVI!
Alicia Perris
Operaclick de Milán, Sinfónica de Uruguay, Radio Sefarad...


Fotógrafo: © Javier del Real | Teatro Real


OTRAS NOTICIAS DE PRENSA Y COMUNICACIÓN DEL TEATRO REAL

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Nota final temporada 2019 2020.doc
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Concluyen con éxito las 27 funciones de La traviata que despiden la temporada del Teatro Real   

LA ÓPERA ES POSIBLE CON LA COMPLICIDAD DE TODOS
Nota de prensa
  • Para que toda España y el resto del mundo pudieran ver la primera ópera íntegra ofrecida en un escenario después del período de confinamiento obligatorio, La traviata se emitió en directo y gratuitamente en MyOperaPlayer -sigue disponible en su catálogo- y en RTVE.
  • El Teatro Real lleva dos meses trabajando con el equipo artístico de Un ballo in mascheraque inaugurará la próxima temporada, para que la producción pueda realizarse dentro de las directrices sanitarias, con la escenografía, figurines y dirección de escena originales adaptadas a las nuevas circunstancias.
  • El plazo de venta de abonos para la próxima temporada seguirá abierto hasta el 17 de septiembre y se pueden adquirir ya las localidades para toda la programación de septiembre y octubre.
  • Hasta la reapertura del Teatro Real al público, el próximo 16 de septiembre, MyOperaPlayer seguirá muy activa, incorporando nuevos títulos a su catálogo semanalmente.

Madrid, 30 de julio de 2020  Finalizaron ayer las 27 funciones de La traviata que ha ofrecido el Teatro Real durante el mes de julio, sin que se registrara ningún caso de coronavirus entre los intérpretes (cuatro repartos procedentes de distintos países), trabajadores, coro, orquesta y público que ha acudido a las funciones.

El éxito de este proyecto complejo y singular ha sido posible por la emocionante complicidad de todos: el apoyo emotivo y responsable del público, la confianza y entrega de los artistas, la implicación entusiasta de los trabajadores del Teatro Real y de su Coro y Orquesta Titulares, la grandísima contribución de los medios de comunicación nacionales e internacionales en la difusión de las funciones, la colaboración imprescindible de los patrocinadores y el respaldo de las instituciones oficiales: Gobierno de España, Comunidad y Ayuntamiento de Madrid.

Las medidas de seguridad sanitaria diseñadas por el Comité Médico del Teatro Real ─compuesto por seis médicos de reconocido prestigio y distintas especialidades─, en colaboración con sus equipos de Prevención e Infraestructuras, se han ido adaptando permanentemente a los dictámenes de las autoridades sanitarias, lo que permitió al teatro comenzar con una ocupación de la sala del 50% del aforo y ampliarla posteriormente al 75%.

El riguroso protocolo adoptado, que supuso una inversión de 340.000 euros, se está ofreciendo a instituciones nacionales e internacionales que lo solicitan para adaptarlo a la idiosincrasia de cada espacio y territorio.

Así, después del triunfo de las funciones de La traviata, el Teatro Real prosigue su camino hacia la ‘normalidad’ preparándose ya para la inauguración de la próxima temporada, el 18 de septiembre, con Un ballo in maschera, que se ofrecerá en una producción procedente del Teatro La Fenice de Venecia, con dirección de escena de Gianmaria Aliverta y escenografía de Massimo Chequeto, que están trabajando con los equipos del Teatro Real para rediseñar el espectáculo cumpliendo estrictamente con las medidas de seguridad sanitaria. Nicola Luisotti, primer director invitado del Teatro Real, volverá a asumir la dirección musical del título verdiano, después del aplauso unánime de público y crítica por su honda y sobrecogedora lectura de La traviata.

Un ballo in maschera se presentará con el decorado, atrezzo, figurines y dirección de escena adaptados de la producción original del Teatro de la Fenice, lo que supone un paso más en la conformación de una programación que se irá adaptando a las circunstancias de cada momento.

Paralelamente prosiguen los trabajos, ya muy adelantados, de la primera nueva producción de la próxima temporada, la popular ópera romántica checa Rusalka, con dirección de escena de Christof Loy, coproducida con los teatros de ópera de Dresde, Bolonia, Barcelona y Valencia, donde se presentará posteriormente.

El Teatro Real despide, pues, esta temporada cercenada por la pandemia, con esperanza en el futuro y un profundo sentimiento de gratitud por el apoyo, colaboración, confianza y complicidad de todos.
GRAÇA RAMOS