A partire dal 20 gennaio 2024 Palazzo Martinengo ospiterà
un’imperdibile mostra che ripercorrerà l’entusiasmante rivoluzione dei
Macchiaioli, un gruppo di giovani pittori che nella Firenze del secondo
Ottocento diedero vita a una delle più originali avanguardie artistiche europee
del XIX secolo.
I curatori Francesca Dini e Davide Dotti hanno ideato una retrospettiva di oltre 100 opere di Fattori, Lega, Signorini, Cabianca, Borrani, Abbati e altri ancora, per lo più capolavori provenienti da collezioni private – solitamente inaccessibili – e da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, i Musei civici di Udine (GUARDA LA GALLERIA OPERE).
Il termine “Macchiaioli” fu coniato nel 1862 da un recensore
della Gazzetta del Popolo di Firenze, che così definì quei pittori che intorno
al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento in chiave antiaccademica della
pittura italiana in senso realista. L’accezione ovviamente era dispregiativa e
giocava su un particolare doppio senso: darsi alla macchia, infatti, significa
agire furtivamente, illegalmente.
Articolata in 10 sezioni tematiche, l’esposizione di Palazzo
Martinengo racconta l’incredibile avventura di questo gruppo di artisti
innovatori e progressisti che – desiderosi di prendere le distanze
dall’istituzione accademica nella quale si erano formati sotto l’influenza di
importanti maestri del Romanticismo come Hayez e Bezzuoli – giunsero in breve
tempo a scrivere una delle pagine più poetiche della storia dell’arte non solo
italiana, ma europea.
Ed è proprio per via dei valori universali che la sottendono che l’arte dei Macchiaioli risulta così moderna e attuale: straordinari capolavori esposti in mostra come le Cucitrici di camicie rosse di Borrani, la Raccolta del fieno in maremma di Fattori e Pascoli a Castiglioncello di Signorini rimangono indelebilmente impressi nella memoria, affascinando per la sublime qualità pittorica, lirica e luministica.
Lo sguardo intimo sulla realtà a loro contemporanea, la
visione antieroica e profondamente umana che i Macchiaioli ebbero del
Risorgimento – saranno visibili tele di Fattori e Signorini che immortalano i
luoghi dove si svolse la celebre battaglia di San Martino e Solferino – hanno
del resto incantato anche il mondo del Cinema, da Luchino Visconti a Martin
Scorsese.
La mostra di Palazzo Martinengo raccoglie le opere “chiave” di questo percorso allo scopo di raccontare ai visitatori i diversi momenti della ricerca dei Macchiaioli, i luoghi a loro famigliari – il Caffè Michelangiolo di Firenze, Castiglioncello, Piagentina, la Maremma e la Liguria – il confronto aperto e costruttivo con gli altri artisti e con le diverse scuole pittoriche europee; i loro smarrimenti, la capacità di mettersi collettivamente in discussione e di sterzare – se necessario – il timone per proseguire sulla strada del progresso e della modernità senza abbandonare mai la via maestra della luce.
Visitando l’esposizione il pubblico troverà le risposte
alle domande più ricorrenti: perché i Macchiaioli sono nati in Toscana? Possono
ritenersi i pittori del Risorgimento? Perché sono considerati un’avanguardia
europea?
https://amicimartinengo.it/?page_id=3010
FONDAZIONE ZEFFIRELLI
FIRENZE
Il percorso di approfondimento a cura del regista Massimo Luconi prevede quattro appuntamenti durante i quali saranno selezionati gli attori coinvolti nella messa in scena di un testo della nuova drammaturgia italiana in prima nazionale al Radicondolifestival 2024.
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