jueves, 30 de mayo de 2024

ETTORE PAGANO E CAMERATA DUCALE – VIOTTI FESTIVAL

 Sabato 25 maggio 2024 

Teatro Civico | Via Monte di Pietà, 15, Vercelli 

Finale con il botto per la 26ma edizione del Viotti Festival: non solo concerti ma Stradivari in mostra, performance teatrali, risotto e gelato ‘Viotti’ !! 

ETTORE PAGANOvioloncello 
GUIDO RIMONDAdirettore 
CAMERATA DUCALE 

PROGRAMMA 

G. B. ViottiAdagio e rondeau per violoncello e orchestra 

R. SchumannConcerto per violoncello e orchestra in la minore, op.129 
W. A. MozartSinfonia n. 41 in do maggiore Jupiter, K 551 

Prima del concerto ho visitato la Mostra degli Stradivari in esposizione per la 26ma edizione del Viotti Festival; sicuramente iniziativa pregevole ed affascinante, curata nei dettagli e che si è avvalsa di celebri attori per la multimedialità e della conoscenza e  cortesia della direttrice artistica Cristina Canziani che ha accolto i visitatori nell’ultima sala con  gli storici violini in mostra! Al di là della preziosa storicità è stato emozionante trovarsi di fronte a tanta bellezza! 

Sicuramente tutto il mondo conosce l’Inno nazionale francese ovvero ‘La Marsigliese’, ma pochi  ne conoscono il compositore, ovvero il vercellese Gian Battista Viotti cui è dedicata la mostra e la stagione festivaliera conclusasi al Teatro Civico di Vercelli il 25 maggio, dopo una quarantina di iniziative artistico musicale. 

Il concerto ‘finale con il botto’ ha visto sul palco il ventunenne violoncellista Ettore Pagano, che a dispetto della giovanissima età esprime eclettica bravura, tecnica eccezionale e interpretazione carismatica. Ha già suonato per le platee più celebri al mondo e si sta affermando quale uno dei più grandi violoncellisti, non per nulla si è già esibito anche al Quirinale per il Concerto della Festa della Repubblica alla presenza del Capo dello Stato. 

Il programma ha giustamente previsto quale apertura Gian Battista Viotti e poi Schumann in concerti per orchestra e violoncello dove Pagano ha veramente dato tanto, senza mai ergersi sopra l’orchestra che diretta da Guido Rimonda ha confortato il pubblico con un suono d’insieme molto avvolgente e bello a sentirsi. Con la ‘Jupiter’ di Mozart la Camerata Ducale ha davvero scaldato gli animi; gli Orchestrali sono in gran parte giovani come le prime parti, al violino Giulia Rimonda ed al violoncello Giorgio Lucchini. 


Ettore Pagano ha offerto ben tre bis ed in due ha coinvolto la ‘fantastica sezione dei violoncelli’ come ha lui stesso annunciato; questa condivisione con i colleghi in orchestra non ha fatto che accrescere il suo fascino carismatico già evidenziato nell’interpretazione. 

Sinceramente una bella stagione conclusasi con il sorriso sulle labbra degli spettatori e  tanta fatica ed impegno sulle spalle degli organizzatori! 

La Musica vince sempre. 

Renzo Bellardone 

miércoles, 29 de mayo de 2024

PARCOURS MODE, BIJOUX, DESIGN. MUSÉE D´ARTS DÉCORATIFS, PARIS. FONDATION NAPOLÉON: EXPOSITION CAMBACÉRÈS

du 3 avril au 10 novembre 2024

Le musée des Arts décoratifs présente pour la première fois une sélection de pièces de haute couture et de prêtàporter ainsi que de joaillerie et de bijoux fantaisie, dans les galeries permanentes dédiées au design du XXe siècle jusqu’à nos jours. 

30 silhouettes de mode et 100 bijoux de créateurs et de prestigieuses maisons tels que Cartier, Van Cleef & Arpels, Christian Dior, Lanvin ou encore Balmain, dialoguent avec les grands noms du design comme Ettore Sottsass, Ron Arad, Philippe Starck et les frères Campana. Cette présentation permet de révéler les nouvelles acquisitions de ces trois domaines.

https://madparis.fr/Parcours-mode-bijoux-design


FONDATION NAPOLÉON

Exposition > Bicentenaire de la mort de Jean-Jacques-Régis de Cambacérès (1753-1824)
Exposition Cambacérès ministère de la Justice
Cette exposition gratuite est conçue par le Département des archives, de la documentation et du patrimoine du ministère de la Justice (SG/SEM/DADP) et sera installée place Vendôme, à Paris, devant le ministère de la Justice, du 3 juin au 12 juillet 2024. Les panneaux proposés durant l'exposition permettront de découvrir le parcours de ce personnage illustre. Différents aspects méconnus seront mis en avant : son rôle dans l’élaboration du code civil, souvent attribué à Portalis, ou encore son goût pour le faste et la gastronomie. ► En savoir plus


CASA DI CARLO GOLDONI. VENEZIA. GRAND THEATRE DE GENEVE: TRILOGIE TUDORS


 “Je suis né à Venise, l’an 1707, dans une grande et belle maison, située entre le pont de Nomboli et celui de Donna onesta, au coin del rue de Ca’ Centanni, sur le paroisse de S. Thomas”
[Sono nato a Venezia, nel 1707, in una grande e bella casa, situata tra il ponte dei Nomboli e quello della Donna onesta, all’angolo della calle di Ca’ Centanni, nella parrocchia di San Tomà]

 Così l’ottantenne Carlo Goldoni, ormai a Parigi da venticinque anni, ricorda la sua casa natale a Venezia, in apertura dei Mémoires.

 Ca’ Centani, o Centanni, meglio conosciuta come la “Casa di Carlo Goldoni”, fu eretta nel XV secolo. Si tratta di un tipico palazzo gotico di non eccessiva dimensione, ma che presenta ancora oggi, nonostante le svariate ristrutturazioni, l’impianto e gli elementi tipici dell’architettura civile veneziana tra la fine XIV e l’esordio del XV secolo.

 La facciata del palazzo, estesa e ben equilibrata, si piega a seguire l’andamento dello stretto rio su cui si affaccia. Elemento dominante è la bella quadrifora dalle colonne sottili e dagli archi inflessi in corrispondenza del piano nobile. 

Il piano terreno, con una tipica pavimentazione in cotto dall’aspetto arcaico, è costituito dall’androne porticato verso la riva d’acqua e dalla suggestiva corte con scala scoperta che poggia su archi acuti digradanti, con balaustra in pietra d’Istria a semplici pilastrini cilindrici, leoncino e pigne.


 I piani superiori, presentano un piccolo salone passante su cui si affacciano gli altri ambienti della casa, ma l’irregolarità della pianta ha tolto in parte la funzione di asse mediano che normalmente aveva il “portego” in questo genere di edilizia. 

Proprietà della famiglia Rizzi (sul pozzo presente nella corte si può vedere scolpito un riccio che spicca nell’insegna di famiglia), il palazzo fu affittato ai Zentani o Centani, da cui prese la futura denominazione, ospitando anche una fiorente Accademia artistico-letteraria.

 Verso la fine del ’600 vi si stabilì il nonno paterno di Carlo Goldoni, Carlo Alessandro, notaio di origine modenese. La famiglia Goldoni rimase in questa casa, in cui Carlo nacque il 25 febbraio 1707, fino al 1719. 

Nel 1914 Aldo Ravà, insigne studioso del ’700 veneziano, il conte Piero Foscari e il commendatore Antonio Pellegrini acquistarono il palazzo dall’ultima proprietaria, la contessa Ida Manassero Camozzo.

 L’idea era quella di trasformarlo in una struttura museale da dedicare, in nome del grande commediografo, a tutta l’arte drammatica italiana, ma il progetto si fermò a causa della guerra. Nel 1931, Ca’ Centani fu donata al Comune di Venezia affinché fosse restaurata e destinata a Museo Goldoniano e Centro di Studi Teatrali. I nuovi eventi bellici rallentarono i lavori di restauro, completati solo nel 1953, anno in cui la Casa di Carlo Goldoni fu aperta al pubblico.

https://carlogoldoni.visitmuve.it/it/il-museo/sede/la-sede-e-la-storia/


HECTOR GUIMARD ET LA GÉNÈSE DU MÉTROPOLITAIN. MUSÉE D´ORSAY. MUSEO DEL ROMANTICISMO, MADRID, EN PHOTOESPAÑA

Du 16 mars au 14 juillet 2024

Hector Guimard

Paris, Le Métropolitain, vers 1900

Musée d'Orsay

Don de l'Association d'étude et de défense de l'architecture et des arts décoratifs du XXe siècle, 1995

© GrandPalaisRmn (musée d'Orsay) / Franck Raux / Gabriel De Carvalho

Voir la notice de l'œuvre

Comme les façades haussmanniennes ou la tour Eiffel, les entrées de métro imaginées par Hector Guimard (1867-1942) sont constitutives de l'image de Paris, et ce bien au-delà des frontières françaises. Le musée d'Orsay présente les dessins préparatoires à la création de ces entrées à l'esthétique si singulière.

Après un concours infructueux organisé en 1899, la Compagnie générale du Métropolitain sollicite Hector Guimard pour la conception des entrées de ses futures stations. L’architecte propose des accès profondément originaux, aux silhouettes organiques. Les dessins présentés dans cet accrochage constituent des témoignages exceptionnels sur la création de ces ouvrages devenus emblématiques de la capitale. Certains seront exposés pour la première fois, à l’issue d’une campagne de restauration menée en 2022-2023.

Commissariat

Clémence Raynaud, conservatrice en chef Architecture ;

Claire Guitton, chargée d’études documentaires Architecture.

https://www.musee-orsay.fr/fr/agenda/expositions/hector-guimard-et-la-genese-du-metropolitain



MUSEO NACIONAL DEL ROMANTICISMO, MADRID. PHOTOESPAÑA: LAS HISJAS DE MINERVA

El Museo Nacional del Romanticismo presenta ‘Las hijas de Minerva’ en el marco de PHotoESPAÑA • La exposición, que podrá visitarse hasta el 29 de septiembre, se adentra en la planta noble de la casa museo, que este año celebra el centenario de su fundación • 

Las fotografías de Laura San Segundo y Alejandría Cinque dialogan con la Sala de Billar, escenificando una partida que simboliza la batalla por la liberación de los roles de género decimonónicos 31-mayo-2024.- El Museo Nacional del Romanticismo, museo estatal dependiente del Ministerio de Cultura, renueva como sede de PHotoESPAÑA con la exposición ‘Las hijas de Minerva’, en el marco de la Sección Oficial del festival. Se trata de un proyecto fotográfico “instalativo y performático” ideado por los artistas Laura San Segundo y Alejandría Cinque. 

En esta ocasión, coincidiendo con el centenario de la casa museo, PHotoESPAÑA sale de la habitual sala de exposiciones temporales, que ha acogido muestras del festival desde 2012, y se adentra, por primera vez, en las estancias de la planta noble del museo, recreación de una vivienda burguesa del Romanticismo. Así, entabla diálogo con la colección decimonónica de un modo más cercano, actualizando y reinterpretando su significado. 

En concreto, se ubica en la Sala del Encuentro (Sala XXV), al final del recorrido permanente, donde podrá visitarse hasta el 29 de septiembre con acceso incluido en la entrada al museo. Además, durante junio, el acceso al museo será gratuito, al cumplirse los 100 años de la fundación de la institución. Laura San Segundo y Alejandría C

EXHIBITIONS:FOUR CHICAGO ARTISTS: HALKIN, STATSINGER, ROSSI, AND RAMBERG. ART INSTITUTE OF CHICAGO

 “[A] work of art exists as a whole. No explanation can convey to the heart the full meaning and wonder of art. That meaning is a live thing and withers at the [word’s] touch! —Evelyn Statsinger

Unlike many 20th-century cities where artists were expected to work within the parameters of a predefined canon, Chicago’s artistic influences circulated freely. In a do-it-yourself and communal spirit, local artists made their own way, creating a shared set of decidedly Chicago artistic values consistent across generations and statuses. Thus, despite the 20-year separation between Theodore “Ted” Halkin and Evelyn Statsinger and the generation of Barbara Rossi and Christina Ramberg. 

Each of these four artists shared a commitment to personal authenticity and a talent for inventing original, imaginative compositions inspired by the world around them.

On a material level, these values translated into pieces that reworked found and imagined sources into new forms. In her own practice, Rossi called this “form invention”—she once used dish rags to evoke ringlets of hair—but her term speaks broadly to the innovation at the core of each artist’s work. 

 created landscapes reconfiguring architectural components into fantastical worlds. Statsinger’s intricately patterned drawings and experimental sketchbooks were playgrounds for shape and figure. Ramberg transformed corsets into urns.

These four artists, all formally educated at the School of the Art Institute of Chicago and informally inspired by the city’s cultural resources—from the Field Museum to Maxwell Street Market—developed highly unique practices.

 The works that resulted are as visionary as they are true to feeling, centering the transformation of shape, line, and color into otherwise incommunicable meaning.

The exhibition brings together approximately 95 drawings, sketchbooks, prints, photograms, quilts, and ephemera from these four artists to showcase how their lives intersected across generations to shape the visual culture of our inimitable city.

 

It is held in conversation with Christina Ramberg: A Retrospective, the first comprehensive exhibition devoted to the iconic Chicago artist in almost 30 years.


https://www.artic.edu/exhibitions/10097/four-chicago-artists-theodore-halkin-evelyn-statsinger-barbara-rossi-and-christina-ramberg

SLEEPING BEAUTIES: REAWAKENING FASHION. MET MUSEUM. MUSEO EGIZIO, TORINO

 The Costume Institute’s spring 2024 exhibition, Sleeping Beauties: Reawakening Fashion, reactivates the sensory capacities of masterworks in the Museum’s collection through first-hand research, conservation analysis, and diverse technologies—from cutting-edge tools of artificial intelligence and computer-generated imagery to traditional formats of x-rays, video animation, light projection, and soundscapes.

When an item of clothing enters the Costume Institute collection, its status is changed forever. What was once a vital part of a person’s life is now a motionless ‘artwork’ that can no longer be worn or heard, touched, or smelled. This exhibition reanimates these objects, helping us experience them as they were originally intended—with vibrancy, dynamism, and life.


The exhibition features approximately 220 garments and accessories spanning four centuries, all visually connected through themes of nature, which also serves as a metaphor for the transience of fashion. 

Visitors will be invited to smell the aromatic histories of hats bearing floral motifs; to touch the walls of galleries that will be embossed with the embroidery of select garments; and to experience—via the illusion technique known as Pepper’s ghost—how the “hobble skirt” restricted women’s stride in the early 20th century. Punctuating the galleries will be a series of “sleeping beauties”—garments that can no longer be dressed on mannequins due to their extreme fragility.

https://www.metmuseum.org/es/exhibitions/sleeping-beauties-reawakening-fashion



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martes, 28 de mayo de 2024

CARAVAGGIO. L’ECCE HOMO SVELATO. LA PRIMA MONOGRAFIA DEDICATA AL RITROVATO CARAVAGGIO. MARSILIO ARTE

 La prima monografia dedicata al capolavoro ritrovato di Caravaggio, edita da Marsilio Arte

a cura di Maria Cristina Terzaghi, Keith Christiansen,

Gianni Papi, Giuseppe Porzio

In uscita il 31 maggio 2024

«All’apparire delle statue di Donatello, Vasari scriveva nel Proemio alla seconda parte delle Vite, che di fronte ai fiorentini si trovarono “pressoché persone vive, non più statue”. È la sostanza di ogni rivoluzione artistica, e questo Ecce Homo non fa eccezione».
Maria Cristina Terzaghi



Tra le più affascinanti scoperte nella storia dell'arte e caso inedito nella storia critica di Caravaggio, sulla cui produzione raramente gli studiosi hanno espresso un parere unanime, l’Ecce Homo rappresenta uno straordinario dipinto, che ha subito attirato su di sé un’attenzione incredibile e senza precedenti.
A tre anni dalla sua scoperta, e in occasione della mostra al Museo del Prado di Madrid che espone l’opera restaurata da oggi, 28 maggio, fino al 13 ottobre 2024, Marsilio Arte pubblica la prima monografia dedicata al capolavoro ritrovato, Caravaggio. L’Ecce Homo svelato, curata da Maria Cristina Terzaghi, Keith Christiansen, Gianni Papi e Giuseppe Porzio.
 
Nella primavera 2021 l’Ecce Homo appare in un catalogo d’asta a Madrid, con un’improbabile attribuzione a un pittore della cerchia di Jusepe de Ribera, e un valore di partenza di 1500 euro. Non appena l’immagine dell’opera inizia a diffondersi attraverso la stampa internazionale, divenendo ben presto virale, il parere degli studiosi converge nell’attribuzione a Caravaggio del dipinto e nella considerazione di esso come brano di eccezionale valore.

La datazione viene fatta risalire agli anni compresi tra il 1605 e il 1610, e l’opera ritenuta presumibilmente parte della collezione privata di Filippo IV di Spagna. L’Ecce Homo passa quindi sotto la protezione della galleria d'arte Colnaghi, in collaborazione con Filippo Benappi (Benappi Fine Art) e Andrea Lullo (Lullo Pampoulides), e viene restaurata dallo specialista Andrea Cipriani, sotto la supervisione di esperti della Comunidad de Madrid. I risultati di questo intricato, ma singolare processo sono raccolti e accuratamente descritti per la prima volta nel volume Caravaggio. L’Ecce Homo svelato.
Alla luce delle preziose indagini diagnostiche di Claudio Falcucci e degli esiti del restauro curato da Andrea Cipriani e dal suo team, Maria Cristina Terzaghi, Keith Christiansen, Gianni Papi e Giuseppe Porzio propongono un’inedita lettura del dipinto muovendosi lungo traiettorie diverse.
A partire dalle circostanze del ritrovamento vengono sviscerati gli aspetti stilistici, tecnici e iconografici dell’opera, ma anche la sua fortuna critica e l’eredità lasciata dal maestro a Napoli.

 Seguendo percorsi e logiche differenti, i saggi dei curatori offrono al lettore una pluralità di interpretazioni, che costituisce il vero valore aggiunto della pubblicazione. In questa prospettiva di studi e riflessioni quanto mai approfondite, «l’Ecce Homo è destinato –  come sottolinea Terzaghi – a lasciare una traccia profonda nel panorama della letteratura caravaggesca non solo per l’inaspettata possibilità di conoscenza di un nuovo tassello del percorso dell’artista, della storia che si riannoda intorno al dipinto e della portata delle questioni che esso mette in circolo sull’iter ideativo del pittore, ma anche per la riflessione sull’esercizio della connoisseurship in generale e in campo caravaggesco, in particolare».
 
Maria Cristina Terzaghi è professore associato di Storia dell'arte moderna presso l'Università degli Studi «Roma Tre» e membro del comitato scientifico del Museo di Capodimonte a Napoli.
 
Keith Christiansen è direttore del Department of European Paintings al Metropolitan Museum of Art di New York. 
 
Gianni Papi è storico dell'arte esperto della pittura del Seicento con riferimento a Caravaggio, e ai caravaggeschi in particolare a Roma e a Napoli.
 
Giuseppe Porzio è professore associato di Storia dell’arte moderna all’Università di Napoli, L’Orientale.
 

FUNDACIÓN MAPFRE PRESENTA LA OBRA DE LOS FOTÓGRAFOS DAVID GOLDBLATT Y CONSUELO KANAGA, AMBAS CON UN FUERTE COMPONENTE SOCIAL

 Del 30 de mayo al 25 de agosto

Estas exposiciónes forma parte de la sección oficial del Festival PhotoESPAÑA

CONSUELO KANAGA

ATRAPAR EL ESPÍRITU

Tras su paso por Barcelona, Consuelo Kanaga: atrapar el espíritu recala en Madrid donde se muestra por primera vez el conjunto de la trayectoria de esta fotógrafa estadounidense.

Kanaga (1894- 1978) está considerada una figura fundamental en la historia de la fotografía moderna tanto por su contribución al reconocimiento de la mujer en este ámbito como por la intensidad con que sus imágenes enfrentan al espectador a algunas de las grandes cuestiones sociales que han pervivido desde su tiempo hasta el nuestro, en especial la situación de la población afroamericana en Estados Unidos.

Consuelo Kanaga: atrapar el espíritu recorre las seis décadas de trabajo de esta figura fundamental en la historia de la fotografía moderna. Con este proyecto, Fundación MAPFRE renueva su compromiso de dar a conocer la obra de distintas mujeres fotógrafas, pues, a pesar de que la artista logró una gran notoriedad en vida, su trabajo resulta todavía, sorprendentemente, poco conocido. Esta exposición pretende contribuir de forma concluyente al reconocimiento que la obra de Kanaga sin duda merece.

Comisario: Drew Sawyer 



DAVID GOLDBLATT

SIN SEGUNDAS INTENCIONES

El prestigioso fotógrafo sudafricano David Goldblatt (Randfontein, 1930-Johannesburgo, 2018) dedicó su vida a documentar su país y sus gentes. Conocido por sus sutiles retratos de la vida bajo el apartheid, su obra, de una amplia diversidad temática, resulta hoy imprescindible para entender lo que, sin duda, representa uno de los procesos y periodos más dolorosos de la historia contemporánea.

Esta amplia retrospectiva recorre las siete décadas de trabajo del artista y ofrece también una aproximación a las conexiones y diálogos de Goldblatt establecidos con otros fotógrafos sudafricanos que, como él, dieron testimonio de los cambios sociales y medioambientales del país.

Comisarios: Judy Ditner, Leslie M. Wilson y Matthew S. Witkovsky


AUDIO PRESENTACION:

lunes, 27 de mayo de 2024

MICHEL POLNAREFF: EN JUILLET, 80 ANS. "TOUS LES BATEAUX, TOUS LES OISEAUX". QUELS SOUVENIRS! PAOLO PINAMONTI, NUEVO DIRECTOR DEL FESTIVAL DE GRANADA


Michel Polnareff :auteur-compositeur-interprète français, né le 3 juillet 1944 à Nérac. Du signe du Cancer.

Photos de belles stars



TOMARÁ LAS RIENDAS A PARTIR DEL 1 DE AGOSTO, TRAS FINALIZAR LA 73 EDICIÓN DEL FESTIVAL

Paolo Pinamonti, nuevo director del Festival Internacional de Música y Danza

CULTURA - Europa Press/IndeGranada Martes, 28 de Mayo de 2024
GRACIAS A LA INFORMACIÓN DE EUROPA PRESS/INDEGRANADA, podemos dar a conocer una noticia importante: 
El musicólogo y gestor cultural es el actual director del Archivo Manuel de Falla y un gran especialista en la obra de este compositor.
Paolo Pinamonti.
FESTIVAL GRANADA
Paolo Pinamonti.

El musicólogo y gestor cultural Paolo Pinamonti ha sido designado nuevo director del Festival Internacional de Música y Danza de Granada tras una reunión este pasado lunes de la comisión técnica que ha valorado las 20 candidaturas presentadas al proceso de selección abierto para sustituir a Antonio Moral.