Credo sia davvero difficile confrontarsi per la messa in scena di un’opera celebre in tutto la mondo come LA TRAVIATA, ma il Coccia, al solito ce l’ha fatta….e pure bene !!!
Libretto Francesco Maria Piave dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas Musica di G. Verdi Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 6 marzo 1853 Violetta Valéry Francesca Sassu (26, 28) / Alexandra Grigoras (27, 30) Alfredo Germont Francesco Castoro (26, 28) / Carlo Raffaelli (27, 30) Giorgio Germont Mario Cassi (26, 28) / Marcello Rosiello (27, 30) Flora Bervoix Anna Malavasi (26, 28) / Mariateresa Federico* (27, 30) Annina Martina Malavolti* Gastone,visconte di Létorières Simone Fenotti Il Barone Douphol Matteo Mollica Il Marchese d’Obigny Ranyi Jiang Dottor Grenvil Omar Cepparolli Giuseppe Cherubino Boscolo Un domestico di Flora Silvio Giorcelli Un commissionario Luigi Cappelletti Direttore Alessandro Cadario Regia Giorgio Pasotti Scene Italo Grassi Visual designer Luca Attilii Costumi Anna Biagiotti Coreografie Giuliano De Luca Light Designer Ivan Pastrovicchio Allievi Accademia AMO Orchestra Antonio Vivaldi Schola Cantorum San Gregorio Magno di Trecate Maestro del Coro Alberto Sala Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara
Parliamo della messa in scena della pomeridiana di domenica 28 settembre 2025.
Al terzo atto appare la proiezione a tutto campo di un orologio d’antan, a scandire il tempo vitale residuo di Violetta, la TRAVIATA! Ad un significativo momento musicale le lancette cadono e scompaiono alla vista degli spettatori, così come sparirà la vita terrena di Violetta!
Credo che questo particolare singolarmente narri la ricerca, i dettagli e le scene sincronizzate che virtualmente hanno movimentato e arricchito la scena fissa, bella e adatta ai tre tempi di Traviata. Le due scalinate laterali con al loro interno uno spazio è la scenografia di Italo Grassi adattabile a diverse situazioni sceniche.
Andando con ordine ( ma anche la Regia ha iniziato la narrazione dal finale) l’opera inizia con l’ouverture e in scena la rappresentazione del funerale di Violetta e poi ...si parte con il brindisi “Libiam ne’ lieti calici…” e via….L’opera verdiana è stata vista molte e molte volte, ma ogni occasione è stata momento di commozione e coinvolgimento sensibile…e così è stato anche in questa produzione del Coccia con la regia di Giorgio Pasotti, attore e regista che ha privilegiato la classicità non disgiunta dalle nuove tecniche di visual designer. Lo stesso Pasotti nelle note di regie riferisce “Ho preferito far parlare l’opera, la musica, gli artisti. Far parlare Parigi, che di tutto il detto, rimane l’ispiratrice assoluta, città che porta in dote atmosfere, luoghi, sensazioni, colori che diventano, anzi sono, palcoscenico assoluto e perfetto del racconto, capace di fonderci in un insieme col pubblico, sospesi continuamente tra sogno e realtà.”
Ed ecco che Toulouse Lautrec appare con i suoi dipinti sullo sfondo e poi Parigi (o cara), poi ancora il bosco e poi ancora Klimt ed il bacio appassionato, così come la passione governa tutta l’opera, ben evidenziata dall’orchestra Antonio Vivaldi diretta dal giovane e sensibile direttore Alessandro Cadario. Un nota di attenzione va riservata ai costumi di Anna Biagiotti dai colori classici, ma estremamente contemporanei.
Il Coro San Gregorio Magno dà sempre un tocco vocale di particolare bellezza ed ormai avvezzi al palcoscenico si muovono anche teatralmente bene! Delle efficaci proiezioni di Luca Attili abbiamo già parlato ed un apprezzamento a Ivan Pastrovicchio va certamente evidenziato per il disegno luci particolarmente riuscito, come il balletto per la coreografia di Giuliano De Luca.
Le Voci: il cast importante ha visto nel ruolo del titolo l’affermata Francesca Sassu accorata e con bei colori; Francesco Castoro entrato con espressività nella parte di Alfredo che esterna con apprezzabile vocalità. Altri interpreti affermati, Mario Cassi nel robusto ruolo di Giorgio Germont e Anna Malavasi in Flora brillante ed effervescente.
Tutti gli interpreti hanno avvinto il pubblico che ha segnatamente sottolineato il gradimento.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone


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