The Monteverdi Choir and Orchestra’s own recording label,
Soli Deo Gloria, releases its first album since before the global pandemic on
April 18: Bruckner & Gesualdo Motets, recorded live in concert at Ely
Cathedral in October 2024 under Jonathan Sells.
Du 1 avril au 31 octobre 2025, profitez des Jardins musicaux
et des Grandes Eaux musicales dans les jardins et les bosquets ouverts pour
l'occasion.
Profitez d’une promenade musicale à la belle saison : un
moment de découverte, au cœur des jardins à la française, pour découvrir les
bosquets exceptionnellement ouverts au public (sans mise en eau des bassins).
Una novela gráfica ambientada en la Guerra Civil española.
Barcelona se prepara para las Olimpiadas Populares, una respuesta pacifista y antifascista a los Juegos Olímpicos de Berlín.
Sin embargo, el ambiente no es de celebración: el ejército nacionalista se ha sublevado contra la República.
Con 21 y 24 años, Hans Namuth y Georg Reisner aún ignoran que están viviendo las primeras horas de una larga guerra fratricida que cubrirán armados únicamente con sus cámaras fotográficas.
Acostumbrados a los reportajes de inmersión, Raynal Pellicer y Titwane presentan un retrato profundamente humano de dos fotógrafos inmersos en la tormenta de la Guerra Civil Española. Un relato conmovedor con ecos tristemente actuales.
Sir Antonio Pappano dirige deux symphonies américaines
dramatiques et émotionnellement intenses, toutes deux nées du tumulte du XXe
siècle.
Dédiée à la mémoire de JFK, la spectaculaire Symphonie
Kaddish explore la crise de foi de Bernstein. Théâtre musical, oratorio et
symphonie chorale réunis en un seul, son livret s’insurge contre Dieu et le
loue, reflété par une musique d’urgence rythmique, de joie illimitée et de
beauté profonde.
La Troisième Symphonie de Copland, achevée en 1946, est une
vaste et belle œuvre de paysages tentaculaires, offrant au public précoce une
lueur d’optimisme à la fin de la guerre. Le dernier mouvement met en vedette
l’inspirante Fanfare for the Common Man du compositeur.
Programme
Leonard Bernstein Symphonie n° 3,
Kaddish (version révisée)
Enregistré en concert en octobre 2024, cet album marque le 60e anniversaire du Chœur Monteverdi et le 200e anniversaire de la naissance de Bruckner avec un album qui combine ses célèbres motets a cappella avec les motets sacrés de Carlo Gesualdo (1566 – 1613).
Interprété en 2024 par le Monteverdi Choir à Ely, Oxford et le Old Royal Naval College à Greenwich sous la direction de Jonathan Sells, l’album fait revivre la passion tourmentée de la musique des deux compositeurs.
Chœur Monteverdi Jonathan Sells
Producteur : Nicholas Parker Ingénieur du son : Mike Hatch
Date de sortie : 18 Avril 2025
« Ils sont de retour, Dieu merci ; Le Monteverdi Choir me manque ces derniers temps... Je suis heureux de vous annoncer que ce premier enregistrement avec Jonathan Sells est génial... Le Chœur Monteverdi chante [les motets] avec un ravissant mélange de précision et de chaleur, de sorte que l’Ave Maria et l’Os justi, en particulier, doivent être parmi les plus beaux récits que nous ayons enregistrés.
De l’électricité dans l’air. L’Orchestre National de France
fait sa rentrée avec Ravel, véritable ADN de son répertoire, notamment en cette
année de 150e anniversaire de sa naissance.
Entre les tourbillons menaçants de
La Valse et une version rarissime du Trio se glisse le Concerto pour piano de
l’ami Gershwin, à qui Maurice Ravel intima, un jour qu’il était venu lui
demander conseil : « Restez vous-même ! » Ce sera la touche canaille de ce
french gala entre Paris et New York, sous les doigts de l’éternel jeune homme
Rudolf Buchbinder.
CONCERT ÉGALEMENT DONNÉ DANS LE CADRE D’UNE TOURNÉE EN
ROUMANIE, SLOVAQUIE, RÉPUBLIQUE TCHÈQUE ET AUTRICHE
Luogo: Mantova, Museo
Virgilio Palazzo del Podestà
Regione:Lombardia
Dopo un sofisticato processo di consolidamento e restauro,
sabato 7 dicembre 2024,riapre a
Mantova Palazzo del Podestà, il monumentale edificio posto tra Piazza Erbe e
Piazza del Broletto, collegato ad altri due fabbricati storici dell’età
comunale: l’Arengario e il Palazzo del Massaro.
All’interno di questi nuovi
spazi recuperati nasce il nuovo museo intitolato a Virgilio, un percorso
spazio-temporale nell’opera e nella leggenda del poeta che, per Mantova, è stato
figlio e amico, vate e modello.
Dopo dodici anni, il Palazzo torna ad
accogliere il pubblico sotto una veste rinnovata: il Museo Virgilio, il cui
design e storytelling è stato curato dalla Scuola Holden, e che nasce negli
spazi recuperati di un grande e articolato complesso di palazzi comunali nel
cuore del centro storico della città.
IL LUOGO
Gli spazi che ospitano il museo sono, di per sé, monumentali
reperti che sanno raccontarci, nelle loro tante stratificazioni, la storia di
una città e di un’umanità che continua a evolvere. Palazzo del Podestà, fondato
nel 1227, fa parte dei palazzi comunali, sede dell’amministrazione cittadina
per 700 anni, fra il 1200 e il 1900. Fino al 1873 è stato anche Palazzo di
Giustizia, e carcere fino al 1911, ma la sua funzione principale era appunto
quella di ospitare il podestà, cioè il capo dell’amministrazione comunale,
oltre a conservare gli archivi del comune.
Chi visiterà il museo
attraversandolo sala per sala, percorrendo l’Arengario sino alla Masseria,
scoprirà un percorso labirintico e stratificato nel tempo. Il primo radicale
rinnovamento percepibile delle strutture medievali risale al 1462, in seguito a
un incendio che nel 1413 danneggiò gravemente la facciata su piazza delle Erbe,
mentre la più recente delle riqualificazioni è iniziata nel 2012 con i lavori
di consolidamento e ristrutturazione dell’edificio in seguito al sisma di
quell’anno.
Un evento tutt’altro che fortunato, che però ha condotto a un
prezioso ritrovamento. In effetti, una scoperta preziosissima: affreschi
medioevali che nessuno aveva mai potuto ammirare.
GLI AFFRESCHI: IL CICLO DEI MESI
Il percorso di visita del Museo Virgilio è strettamente
connesso agli spazi che lo ospitano e riserva delle sorprese di inedita
rilevanza artistica, come appunto le decorazioni affrescate ancora visibili
nelle sale. Le più rilevanti e inedite sono nella Masseria superiore, nella
sezione dedicata alle Georgiche, dove un soppalco di nuova costruzione porta
alla giusta altezza e alla giusta distanza per apprezzarle al meglio. Il ciclo
decorativo rinvenuto nel 2012 è certamente di altissima qualità pittorica e ricopre
tre lati della Sala.
Un’intera parete è dedicata al Ciclo dei mesi, la
rappresentazione dello svolgimento dell’anno attraverso personificazioni o
scene di lavoro correlate a ognuno dei dodici mesi con il relativo riferimento
astrologico. Di forte impatto visivo, le immagini diventano un grande codice
illustrato capace di suscitare l’interesse di un pubblico vasto, non
necessariamente colto, proprio per il loro alto valore didascalico, cioè
esplicativo e persino educativo.
Muovendosi invece con lo sguardo lungo le restanti pareti ci
si imbatte in soggetti di cultura profana tratti da racconti cavallereschi,
favole e narrazioni storiche: armigeri che si affrontano in battaglia con
armature preziose, ma anche centauri e un soldato con gambe di capride.
Veronica Ghizzi, la direttrice del museo ipotizza che quest’ultimo potrebbe
essere una versione rivisitata dell’iconografia del re Artù, solitamente
raffigurato mentre cavalca un caprone, simbolo della lussuria. L’eroe bretone
era infatti un condottiero leggendario di folli imprese, guerriero privo di
inibizioni pronto ad affrontare sfide per il solo gusto del pericolo.
Le due
pareti che raffigurano la guerra si contrappongono dunque alla scena
pacificatrice del ciclo dei mesi dove il lavoro dell’uomo genera armonia con il
tempo celeste e della natura a dispetto della guerra che genera i mostri così
sapientemente impressi nelle pareti....
leggi il resto dell'articolo»
LA NATURA E LE GEORGICHE DI VIRGILIO
A differenza dei comuni calendari, raffigurano il passare
del tempo non attraverso caselle, numeri, giorni, ma attraverso immagini che
mostrano ciò che in quei giorni, in quei mesi, in quelle stagioni, è solito
accadere.
Esistono Cicli dei Mesi che raccontano mesi e stagioni con scorci
naturali, scene di vita quotidiana e di lavoro umano, ma in questo Ciclo di
Mesi la natura è quasi sempre rappresentata come una natura agricola, quella
degli agricolae protagonisti delle Georgiche di Virgilio.
Questa correlazione
con l’opera di Virgilio non deve stupire poiché le Georgiche sono state una
fonte letteraria imprescindibile per i calendari medievali, oltre che un
modello di ispirazione per la poesia dei mesi. Per Virgilio, l’ordine del tempo
celeste, così come il lavoro agricolo che segue i ritmi della natura, erano
portatori di armonia e di pace, in contrapposizione al caos e al disordine
prodotti dai conflitti.
E questa sua visione viene ripresa dalla cosmologia
medioevale, che nel correre dei mesi vede una rappresentazione dell’ordine
perfetto della natura e di quello, meno perfetto, ma sempre straordinario,
della vita umana.
Proseguendo nella visita, il Palazzo continua a regalare
sorprese: lacerti di affreschi visibili accedendo dallo scalone d’onore, che
riportano decorazioni araldiche datate al 1473, e nell’Arengario, un fregio
alto circa un metro, steso su un intonaco bianco, che gira sotto il solaio
delle quattro pareti interne da cui sembrano pendere, sospese a nastri
affrescati, insegne araldiche del periodo di Federico II Gonzaga, di cui
restano pochi frammenti .
TESORI VIRGILIANI
Ovviamente, il museo racconta la sua storia anche attraverso
preziosi reperti che aiutano a formare le parole della narrazione. La prima
opera che si incontra è il Virgilio in Cattedra, una scultura policroma
databile tra XII e XIII secolo simbolo del Comune di Mantova e collocata per
lungo tempo nei palazzi civici.Rimanda
al sommo poeta anche il cosiddetto Trono di Virgilio del II secolo a.C.,
certamente il reperto più antico esposto.
Tutti gli oggetti d’arte presenti
sono strettamente collegati al tema, come le monete gonzaghesche con effige di
Virgilio del XV e XVI secolo e il frammento di affresco con il volto del poeta
del 1540, il Busto di Virgilio della prima metà del XVI e i volumi antichi
delle sue opere: tutte testimonianze concrete di come noi umani non abbiamo mai
smesso di guardare al poeta, di sentirlo vicino, di alimentare la sua leggenda.
Testimonianze che trovano nel Museo Virgilio dimora permanente.
IL MUSEO OLTRE LE MURA
Museo Virgilio vive nella cornice di un luogo eccezionale,
non c’è dubbio, ma potremmo dire che non si accontenta dello spazio fisico: è
stato infatti sviluppato anche un ambiente digitale ad hoc, una app che
consente di accedere a contenuti multimediali che aumentano in maniera
significativa l’esperienza di visita. Basta un semplice gesto per scaricare
l’app Museo Virgilio sullo smartphone e ritrovarsi protagonisti, decidere quali
storie o informazioni approfondire, saperne di più sul Palazzo e sulle meraviglie
che custodisce.
Ogni pannello, ogni postazione, ogni teca è affiancata da un QR
Code che spalanca dettagli, curiosità, studi, esperienze sonore e visive, con
un’offerta che ha un piano di aggiornamenti continuo. Grazie all’app del museo,
visitatrici e visitatori hanno costantemente la possibilità di costruirsi
un’idea personale di Virgilio attraverso il percorso My Virgilio: QR
Code che,
chiedendoci di esprimere quanta vicinanza sentiamo rispetto ad alcuni tratti
del poeta, a poco a poco ci permettono di definirne un profilo. Il Virgilio
Nascosto, riflessivo, che sceglie di vivere in disparte per trovare pace; il
Virgilio Maestro, studioso, che scrive e sperimenta e inconsapevolmente prepara
la propria immortalità, diventando guida e vate per chi viene dopo di lui; il
Virgilio Epico, che decide di votarsi a uno scopo più grande, diventa voce
della Storia e dello Stato, con il sogno di fare del pubblico una comunità; e
il Virgilio Umano, che sa guardare dentro gli esseri umani e che nobilita le
passioni, i turbamenti, le fragilità, gli ideali.
Esiste anche il Virgilio al
di fuori di Palazzo del Podestà, che semmai ha l’ambizione di diventare un
punto di aggregazione di contenuti e luoghi virgiliani. Ecco perché, accanto
all’installazione del Gran Finale, troviamo anche il Virgilio Glocal, cioè una
mappa interattiva che suggerisce a visitatrici e visitatori quali luoghi
virgiliani possono esplorare a Mantova, in Italia e nel mondo, anche
utilizzando come filtro il profilo che si è scelto durante il percorso: Luoghi
d’infanzia e Dimore (Virgilio Nascosto); Opere e Reperti a Mantova (Virgilio
Maestro); Musei e Palazzi che raccontano il mito di Virgilio e la Rotta di Enea
(Virgilio Epico); Piazze, Statue e Monumenti (Virgilio Umano).
Il progetto del museo è quindi quello di essere uno spazio
che, negli anni, si arricchirà senz’altro di nuovi contenuti, sale,
implementazioni e aggiornamenti – perché la volontà non è inaugurarlo, ma
tenerlo vivo. Per chi, adulto o bambino, sente un legame con Virgilio e con
Mantova.
Il progetto è promosso dal Comune di Mantova, in
collaborazione con il Comitato Virgilio, con il sostegno di Fondazione Banca
Agricola Mantovana, Regione Lombardia, Gruppo Tea.
Le semeur, le bûcheron, une bergère. Ce sont ces sujets qui ont fait la renommée de l’artiste français Jean-François Millet.
À l’occasion du 150e anniversaire de sa mort, c’est l’occasion de voir certaines des peintures et dessins les plus appréciés de Millet.
Né dans une famille d’agriculteurs normands, Millet s’installe dans le village de Barbizon en 1849 où il met au cœur de son œuvre les personnes qui passent leur vie à travailler la terre, souvent les plus pauvres parmi les pauvres de la France du XIXe siècle. Il connaissait ces gens et son approche réaliste et non sentimentale de leur peinture était complètement nouvelle.
Découvrez son emblématique « L’Angélus » (1859) du musée d’Orsay, à Paris, un tableau typique de la dignité avec laquelle il a capturé les travailleurs de son époque. Un mari et sa femme se tiennent debout, la tête baissée. Éclairés par une lumière filtrée presque éthérée, ils ont cessé de travailler dans les champs pour réciter la prière de l’Angélus.
Admiré et copié par Vincent van Gogh, il a inspiré les impressionnistes et les postimpressionnistes dont Edgas Degas et Camille Pissarro. Sa combinaison de sujet et d’effets de lumière et de ton a vu sa popularité monter en flèche à la fin du 19e et au début du 20e siècle.
Découvrez la beauté et la puissance tranquille de l’œuvre de Millet, un artiste qui a créé certaines des peintures les plus réalistes et les plus intemporelles du 19ème siècle.
Au sein du château Buchillot à Boulogne-Billancourt, une
folie du XVIIIe siècle, le musée Paul Belmondo abrite un ensemble exceptionnel
de sculptures, médailles et dessins de celui qui fut le dernier des grands
sculpteurs classiques français.
L'œuvre sculpté de Paul Belmondo
Agrandir l'image (fenêtre modale)
Il se compose de modèles originaux en plâtre, d’œuvres
préparatoires et d’œuvres en marbre ou en bronze.
Cette collection unique en
France résulte de la donation des enfants du sculpteur (Muriel, Alain et
Jean-Paul) à la ville de Boulogne-Billancourt en 2007.
Inauguré en septembre
2010, le musée présente 263 sculptures et moules de sculptures, 452 médailles
et travaux préparatoires, 966 dessins et un fonds d'atelier fait de croquis,
carnets de croquis, outils et mobilier.
La muséographie originale
Inspirée des cabinets de curiosités du XVIIIe siècle, elle
offre au visiteur un univers sobre et majestueux, mais aussi une ambiance très
intimiste, à travers les réserves visitables qui témoignent du travail
préparatoire de l’artiste.
Une évocation de l’atelier
Le parcours de visite permet également de découvrir l'antre
artistique de Paul Belmondo, reconstitué à partir de son atelier de
Montparnasse, tandis que le jardin et la cour d’honneur accueillent des œuvres
de l’artiste (dont deux bronzes ont pu être installés grâce aux dons de
particuliers) et d’autres sculpteurs de son époque, ainsi que des expositions
temporaires.
Scipione nelle Spagne. La Ritirata. Selección de ópera
semiescenificada de Alessandro Scarlatti. 15 de agosto,2025
Estreno en el Teatro San Bartolomeo, en 1714. Estreno
absoluto en tiempos modernos
Elenco
Pablo García López, Scipione
Alexandra Tarniceru, Sonofisba/ Paloma Friedhoff
Bruno Campelo, Luceio
Josetxu Obregón, dirección musical
Nacho García, dirección de escena
Festival de San Lorenzo, Comunidad de Madrid
Se están oyendo y disfrutando mucho esta temporada y la
siguiente por venir, las composiciones del maestro siciliano Alessandro
Scarlatti, en el tricentenario de su muerte (24 de octubre de 1725).
Se trata de un músico muy relacionado con España, pues fue
maestro de la Capilla Real del Reino de Nápoles, virreinato de la corona
española en aquella época. Propicia el estreno de una selección de la ópera de
tema español Scipione nelle Spagne (Escipión en España).
Con el mismo exacto título que la ópera de Scarlatti y el
mismo libreto de Apostolo Zeno, existen no menos de 20 óperas de otros
compositores. La propuesta del prestigioso grupo La Ritirata, que dirige
Josetxu Obregón, el talentoso músico bilbaíno, se basa en su experiencia
en la interpretación de obras de Alessandro Scarlatti, que ha grabado en varios
discos (Il giardino di rose, Quella pace gradita, o los Conciertos
napolitanos). En esta ocasión, este espectáculo responde a una visión musical
comprometida de Obregón y los músicos que secundan La Ritirata: los
instrumentos y la manera de interpretarlos se corresponden con las vivencias
del compositor en la época.
Alessandro Scarlatti, que no Domenico, (Palermo,
Reino de Sicilia, 2 de mayo de 1660 - Nápoles, Reino de Nápoles, 22 de octubre
de 1725) fue un compositor y clavecinista que nació en la actual Italia,
entonces bajo control del Imperio Español, en el período Barroco. Fue uno de
los representantes más importantes de la escuela napolitana y jugó un papel
fundamental en la historia de la música, principalmente en el desarrollo del
lenguaje de la ópera, contribuyendo a perfeccionar las formas del aria da
capo y de la obertura italiana de tres movimientos. Fue uno de los
primeros compositores en utilizar el recitativo con orquesta, denominado
recitativo acompañado, y el concertato al final del acto.
Su
lista de obras es inmensa y prácticamente desconocida para el gran público,
incluyendo más de cien óperas italianas, ochocientas cantatas italianas,
serenatas para voces e instrumentos, madrigales, treinta y ocho oratorios (de
los que solo veinte se conservan), más de cien motetes y cantatas sacras, una
pasión y doce misas. Scarlatti obtuvo el puesto de maestro de capilla para la
reina Cristina, gracias a lo cual su talento musical pudo ser apreciado por
personalidades nobles e influyentes de Roma, Italia y el resto de Europa.
En lo que se refiere a La clemencia de Escipión, justamente las
ideas de clemencia, magnanimidad o contención, la muy glosada "virtus" romana republicana, están basadas en el relato
legendario de la toma por el general romano Escipión el Africano de la ciudad
cartaginesa de Qart Hadasht (en latín Carthago Nova, la actual Cartagena) el
año 209 antes de Cristo. La toma de Cartagena, episodio clave de la segunda
guerra púnica en la península ibérica, se narró como tema iconográfico aparece en la pintura del Renacimiento, y continuó siendo muy desarrollado por la pintura de historia hasta el
siglo XIX.
El significado moral del tema, es el triunfo de la virtud
sobre el deseo o sea, no tanto clemencia o perdón como más bien autocontrol, lo contrario del vicio clásico denominado akrasia. La figura de Escipión se exalta hasta límites heroicos
y se le convierte en un modelo de comportamiento para los romanos. Es evidente
la comparación de esta actitud con la opuesta que
representa Agamenón en el comienzo de la Iliada, al
resistirse a devolver a Criseida a su padre, el sacerdote Crises, lo que
provocó el castigo de Apolo y una concatenación de hechos que llevaron al
enfrentamiento con Aquiles. Todo un regalo exquisito para los clasicistas de
siempre.
En realidad, la naturaleza de la decisión de Escipión fue
esencialmente política: la presencia en Cartagena de un gran número de rehenes
mantenidos por los cartagineses como prenda de la fidelidad de distintos
pueblos indígenas de la península ibérica, ofreció a los romanos la posibilidad
de realizar una operación de gran alcance. Los liberaron sin más pago que
volver a sus lugares de origen, convirtiéndose así en los mejores embajadores
posibles de Roma.
Así pues, con estos mimbres, Scarlatti recrea uno de los
episodios de las Guerras Púnicas, adaptándolo a la perfección con una
partitura de tres horas, de las que aquí se presentan unos cuantos pasajes, sin
los episodios cómicos, en aproximadamente la mitad de la duración que la
original.
Con la sala de cámara en lleno total, la idea de preparar una
adaptación también teatral es muy acertada, porque no distrae excesivamente de
la música, no exige unos esfuerzos organizativos y crematísticos como los de
los montajes de ópera completamente dramatizadas, pero la audiencia se complace
mucho en el disfrute del movimiento escénico, los trajes tan coloristas que
recuerdan los de los Pupi de la Sicilia natal del compositor (declarados por la
Unesco desde 2001 patrimonio oral e intangible de la Humanidad) y los
tradicionales montajes de los teatrillos de marionetas callejeras.
Faldones
cortos con armazón, calzas, yelmos con plumas “alla Farinelli”, todo
restallante y multicolor, no espada cortas o gladius, sino sable sarraceno para
los soldados en liza (también invadieron los árabes Sicilia), sugerente traje
del XVIII para la dama: el vestuario es muy simpático y evocador. Nacho
García en la dirección de escena consiguió llevar a buen término el
desafío. Así pues la perfecta combinación de lo culto y lo popular en una
creación estival que merece ser recordada, también en grabaciones y por
supuesto repetida en otras salas.
En lo que se refiere al grupo de cámara que interpreta el
Scipione, La Ritirata fue creada durante su etapa de residencia en Holanda por
Josetxu Obregón y toma su nombre del último movimiento del célebre quinteto que
Luigi Boccherini compuso en Madrid, titulado “La Musica Notturna delle strade
di Madrid”.
Toda visión musical puede ser potencialmente válida- explican en el
conjunto- pero cuando los instrumentos utilizados y su manera de interpretarlos
se corresponden con las vivencias del compositor en su época, de alguna manera
las piezas del puzzle encajan creando una sinergia indiscutible. Partiendo de
este principio, el violonchelista bilbaíno Josetxu Obregón crea La
Ritirata, una formación dedicada a la interpretación histórica con la intención
de redescubrir repertorios del Barroco, Clasicismo y primer Romanticismo, desde
la aparición del violoncello hasta que la línea entre la interpretación
histórica y moderna del mismo se estrecha al terminar el Romanticismo.
A lo largo de sus 14 años de trayectoria, actúan en
festivales y salas de gran prestigio de Europa, América, Asia y Oriente Medio,
como por ejemplo Musikfestspiele Potsdam, Ludwigsburger Schlossfestspiele,
International Fasch Festival Zerbst, Kulturforum Berlin, Tage Alter Musik
Regensburg (Alemania), Internationalen Barocktage Stift Melk, Alte Musik
Feldkirchen (Austria), Eszterházi Vigasságok (Hungría), Banchetto Musicale
Vilnius (Lituania), Varaždin Baroque Evenings (Croacia), Teatro Nacional de
China (Beijing), Felicja Blumental de Tel Aviv (Israel), Centro Studi
Boccherini en Lucca (Italia), Sligo Festival of Baroque Music (Irlanda),
Valletta International Baroque Festival (Malta), así como numerosas giras por
muchos países.
Con numerosas grabaciones y premios notables, Josetxu
Obregón, su director, gran intérprete, ha conseguido aunar el espíritu de
una agrupación que roza la excelencia en cada actuación, compacta, pero
flexible y muy musical, en una conseguida filiación a épocas y estilos
diferentes. En la función de referencia, a destacar todos los instrumentistas, flauta de pico, violines, percusión, tiorba y clave y el conjunto de músicos en pleno.
Respecto a las voces, muy elegante y decidido, fino el
Scipione del tenor cordobés que ha actuado ya en teatros muy conocidos Pablo
García López, afinado, seguro y recatado, como general, como enamorado y
como político cartaginés. Se maneja bien en el escenario, posee una línea de
canto agradable y buen fiato. Contrasta y declina bien su parte consiguiendo
hacer empastando con el trío de voces un corpus donde no se llega a echar de
menos, ni más potencia vocal ni los coros.
El contratenor gaditano Bruno Campelo como Luceio es
un delicioso enamorado, que “sospira, trema”, al vaivén de la acción, cada vez
que parece conseguir o perder definitivamente a la amada. Tiene un bello
instrumento, muy igual, con unos graves bien anclados y un registro lleno de
matices y armónicos.
Parece que este verano ocurren las sustituciones de última
hora, como ocurrió con la Traviata de Nadine Sierra en el Real, que devino un
éxito en el reemplazo de Sabina Puértolas. Aquí la Sofonisba de la bella rumana
Alexandra Tarniceru, disfónica, quedó en la actuación, muy ajustada,
especular, con la de su cover ocasional, mientras una soberbia
Paloma
Friedhoff ponía la voz y la brillantez vocal con partitura fuera de escena,
con la orquesta, fantástica de sonido, a un personaje femenino destacable: la
paciente pero hábil Sofonisba, que bucea muy entre razones políticas y de
estado y estadios amorosos. Friedhoff dibujó un personaje acabado y muy
potente, precioso. Paloma Friedhoff Bello es la soprano en cuestión,
ganadora de varios premios internacionales en Madrid, Washington DC, Lisboa,
Barcelona y Logroño.
Su principal interés y actividad se centran en el mundo de
la canción, el oratorio y el repertorio sinfónico, aunque recientemente ha
realizado trabajos para bandas sonoras y grabaciones de todo tipo de proyectos
(compositores, coros, cortos, series, anuncios).
Hubo muchos aplausos y en pie y la repetición como propina
al final con “Viva, Viva Scipione” que les salió mejor que la primera vez, si
eso hubiera sido posible. Inmejorable todo. De verdad…
Alicia Perris
Fotos, Julio Serrano
Nota bene: recensión dedicada con todo mi afecto especialmente a los profesores de latín y griego clásico, Lucila Castro, Aída Barbagelata, Gerardo Pagès, del Colegio Nacional de Buenos Aires y la Universidad de esa ciudad (UBA) y toda la constelación tan inspirada de gentes- en la memoria- que hicieron posible mi indeclinable fidelidad al mundo de Roma y Grecia clásicos, su historia y su imaginario.
ceremony took place on Saturday, August 16th. The festival also honored American
dance critic Robert Johnson with the "Ballet Criticism and Culture" award at the
closing gala on Sunday, August 17th.
In addition to the award, Julio Bocca also commented on the significance of receiving recognition, especially in the United States, and how much it means to him to be honored while still living,according to Artburst Mia
LADY DANBURY´S HOUSE
Dear Gentle Reader, have you ever wondered what’s inside
Lady Danbury’s House?
You may recognise the façade of the Holburne museum as the
location for many of Lady Danbury’s lavish balls.
The real-life location is the Holburne Museum in Bath, one
of the UK’s finest regional museums.
The building hasn’t always been a museum however – it
started life as The Sydney Hotel, built at the end of the 18th century to
preside over Great Pulteney Street and provide the gateway for the Sydney
Pleasure Gardens, where crowds gathered to ‘promenade’ and dine in the open
air.
The building frequently hosted balls and festivities, and
would have been the talk of the ton in Regency Bath.
Queen Charlotte herself stayed opposite the Sydney Hotel on
Sydney Place when she came to Bath ‘to take the waters’ in 1817, which were
believed to help a variety of health conditions.
Nel corso della stagione 2025-2026, il Palazzetto Bru Zane
celebra due figure atipiche del XIX secolo che si possono considerare opposte e
complementari: il cantante, librettista e compositore Hervé (di cui ricorre il
bicentenario della nascita) e la pianista, editrice e compositrice Louise
Farrenc (scomparsa 150 anni fa). Il primo si esprime soprattutto nel settore
dell’opera lirica e comica; la seconda si dedica esclusivamente ai generi
strumentali e seri.
Hervé rimane costantemente ai margini delle istituzioni
ufficiali, rincorrendo invano una programmazione all’Opéra-Comique che non ebbe
mai luogo.
Farrenc, invece, intraprende una carriera di docente al
Conservatorio di Parigi, viene premiata due volte con il Prix Chartier per la
sua musica da camera e vede le sue opere sinfoniche eseguite dalla Société des
Concerts.
Attraverso queste due personalità fuori dagli schemi, nel corso della
stagione saranno esplorati due affascinanti capitoli della storia della musica.
Da Venezia, i festival d’autunno e di primavera
approfondiranno questi aspetti del repertorio: da un lato, le produzioni
leggere e divertenti del Secondo Impero e della Terza Repubblica; dall’altro, i
“figli del secolo” che consacrano il trionfo del romanticismo musicale
francese.
A Parigi e in Canada, in particolare, questi due cicli saranno
declinati anche in ambito lirico e strumentale, con programmi che spazieranno
dalle tre sinfonie di Louise Farrenc a Robinson Crusoé e La Périchole di
Offenbach, passando per due adattamenti molto diversi di Goethe: La Damnation
de Faust di Berlioz e Le Petit Faust di Hervé.
L’offerta lirica sarà ricca e variegata: Médée di Luigi
Cherubini al Théâtre des Champs-Élysées; Jean de Nivelle di Léo Delibes al Müpa
di Budapest; Louise di Gustave Charpentier al Festival di Aix-en-Provence e
all’Opéra di Lione; Mazeppa di Clémence de Grandval all’Oper Dortmund; La Belle
au bois dormant di Charles Silver all’Opéra di Saint-Étienne; Zampa di
Ferdinand Hérold al Prinzregententheater di Monaco di Baviera; Lucie de
Lammermoor di Gaetano Donizetti all’Opéra-Comique; La Montagne noire di Augusta
Holmès all’Auditorium di Bordeaux.
A queste nuove produzioni si aggiungono
quelle che proseguono la loro tournée, come Carmen (a Dallas), La Vie
parisienne (a Versailles) e Le Docteur Miracle e L’Arlésienne (in Svizzera e in
Normandia).
A testimonianza di una programmazione eclettica e aperta a
tutti i pubblici, alcuni di questi titoli arricchiranno la collana “Opéra
français” dell’etichetta Bru Zane, la cui prima uscita della stagione sarà
dedicata all’Ancêtre di Camille Saint-Saëns.
Jordi Savall tiene varios conciertos programados para 2025, incluyendo fechas en España y otros países europeos. Destacan el Festival Jordi Savall en Santes Creus y otros eventos en ciudades como Amberes, Cracovia, San Sebastián, y más.
Festival Jordi Savall (11-17 de agosto de 2025):
Se celebra en Santes Creus, Montblanc, Valls y Alcover.
Incluye conciertos, danza, exposiciones y charlas en espacios históricos.
El fundador, Jordi Savall, participará en cinco conciertos principales, incluyendo "Homenaje a Marco Polo" y "Las Vísperas de Monteverdi".
Otros conciertos:
San Sebastián:Mendelssohn: Sinfonía nº 3 "Escocesa" y "Die erste Walpurgisnacht" (24 de agosto).
Amberes:"El llibre vermell de Montserrat" (27 de agosto).
Cracovia:"Les Goûts Réunis" (30 de agosto).
Atenas:Concierto en el Odeon de Herodes Atticus (septiembre).
Milán:Concierto en el Conservatorio - Sala Verdi (octubre).
Barcelona:"Festa Criolla" con Santi Moix en el Gran Teatre del Liceu (noviembre).
Hamburgo:"Llibre Vermell de Montserrat" en Laeiszhalle (noviembre).
Jordi Savall también estará en giras con "Le Concert des Nations" y otros conjuntos, incluyendo conciertos en 2026 en Essen, Hamburgo, Nueva York y Berkeley i otros lugares.