Portavoz Europa es un proyecto educativo y cultural a través de un
concurso de fotografía destinado a promocionar el plurilingüismo y la
diversidad cultural. La exposición se inaugurará el próximo miércoles 2 de
noviembre a las 19:30h en la Galería del 10 del Institut français de Madrid.
El concurso Portavoz
El concurso se organizó en España, Italia, Portugal y República
Checa, con el fin de promover el aprendizaje del francés en los centros
educativos y participar en la construcción de la Europa cultural y el Espacio
Europeo de Educación. Más de 900 alumnos participaron en la tercera edición del
concurso Portavoz organizado por el Institut français de España y apoyado por
la Fundación Orange y La Fábrica.
En sintonía con la presidencia francesa en el Consejo de la Unión
Europea, el tema elegido para este año era “construir Europa” con el propósito
de provocar una reflexión artística acerca de este tema entre los jóvenes
concursantes.
La idea esencial del proyecto Portavoz Europa era reflejar dicha
reflexión tras de una fotografía acompañada por un pie de foto en cinco idiomas
(incluyendo el francés) para valorar el plurilingüismo y el diálogo
intercultural.
Para determinar las tres fotografías ganadoras, el Institut
francais de España reunió a fotógrafos profesionales de cada país participante:
Eduardo Nave, fotógrafo español, Rita Castro Neves, fotógrafa y docente lusa,
Luca Sola, fotógrafo de documentales y docente italiano y Catherine Radosa,
artista y coordinadora de un proyecto de libre expresión artística para las
artistas mujeres representando el jurado checo.
La exposición
Inauguración el 2 de noviembre
La exposición concurso europeo de fotografía PORTAVOZ: Construir
Europa reunirá las fotos de los 40 ganadores seleccionados entre las 900 fotos
recibidas, acompañadas de sus leyendas traducidas a 5 idiomas.
Las paredes de la galería también acogerán fotografías de Eduardo
Nave, extraídas de la serie Normandía, las orillas del desembarco para las que
el fotógrafo investigó lo que hoy queda sobre el terreno de uno de los momentos
clave de la historia.
https://www.institutfrancais.es/madrid/evento/exposicion-portavoz-europa/
|
In occasione dell'anniversario della scoperta della tomba di Tutankhamon, dal 4 novembre fino al 31 gennaio, il Museo Egizio ospiterà una mostra di arte contemporanea di Sara Sallam (1991), artista egiziana attualmente residente nei Paesi Bassi. La mostra sarà ad ingresso gratuito e accessibile sia dall’esterno (via Maria Vittoria) che dall’atrio principale (via Accademia delle Scienze 6) del museo. Sabato 5 novembre, in occasione della Notte delle Arti Contemporanee, sarà possibile visitare il museo e la mostra fino alle ore 20.00. Clicca QUI per acquistare il biglietto di ingresso al Museo. |
|
|
Conferenza | Lunedì 7 novembre alle ore 18.00, l'artista Sara Sallam apporfondirà i temi afforntati in mostra in una conferenza dedicata insieme a Christian Greco, direttore del Museo Egizio, e Paolo Del Vesco, curatore del Museo Egizio. Conferenza in lingua Inglese presso la Sala conferenze del Museo Egizio. Live streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. | |
|
|
|
Nell’antico Egitto le stele erano un mezzo di comunicazione fondamentale: venivano erette in prossimità delle tombe, delle cappelle e dei templi affinché le persone potessero vederle e interagire con esse. Gli esemplari provenienti dal villaggio di Deir el-Medina costituiscono un materiale privilegiato per indagare e approfondire questi reperti nel loro contesto originale di provenienza. Nella collezione del Museo Egizio è conservata una stele dedicata dallo scriba Ramose ad una triade molto particolare, formata da Min e dalle divinità ‘straniere’ Qadesh e Reshep. L’analisi di questa iconografia, che si ripete su altre stele conservate in importanti musei europei, svela interessanti risvolti socioculturali nel villaggio operaio del periodo Ramesside. |
|
|
|
Nel Museo Egizio sono conservati circa 12.000 frammenti di papiri, probabilmente scoperti nel villaggio di Deir el-Medina, vicino all'antica città di Tebe, e risalenti al periodo Ramesside (ca. 1295-1069 a.C.). Questi frammenti appartengono a documenti più ampi, spesso parzialmente perduti e quindi definibili come "puzzle lacunosi", per i quali è necessario un lungo e paziente lavoro di ricostruzione. Nell'ambito del progetto internazionale "Crossing Boundaries: Understanding Complex Scribal Practices in Ancient Egypt", è stato possibile trovare nuove connessioni tra questi frammenti, e quindi migliorare la ricostruzione di diversi documenti già noti, o identificarne di nuovi. La conferenza presenta alcuni risultati di questo lavoro di ricostruzione attraverso diversi casi di studio. Conferenza in lingua Inglese, servizio di traduzione simultanea in Italiano per il solo pubblico in sala. |
|
|
|
L’assassinio di Giulio Cesare è stato studiato e analizzato per secoli: la storiografia moderna sembra concordare sul fatto che i tre cesaricidi abbiano agito per impedire il disegno del generale di instaurare la monarchia a Roma attraverso la dittatura a vita, uno strumento assolutamente inedito e che minacciava di sconvolgere l’ordine istituzionale e sociale costituito. Tuttavia, il recente ritrovamento di una tavola su cui è inciso l’elenco delle liste magistratuali del 45-44 a.C., gli anni in cui maturò e si realizzò la congiura, offre nuove notizie omesse dalle fonti di tradizione manoscritta e riapre la discussione: Cesare era infatti stato già nominato dictator perpetuus, ma accanto a lui vi era Lepido, magister equitum perpetuus, fatto rivelatore dell’erronea attribuzione del significato “a vita” all’aggettivo perpetuus. Se Cesare non voleva farsi re, allora cosa cercavano di impedire Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto? E quale fu il vero ruolo di Antonio? Partendo da queste domande, e alla luce delle nuove scoperte in campo epigrafico, il saggio offre una rilettura approfondita e innovativa di uno dei più interessanti enigmi dell’antichità, una di quelle vicende sulle quali la Storia e la storiografia non smettono mai di interrogarsi. |
|
|
|
Grazie al ritrovamento degli splendidi oggetti che erano parte del corredo funerario del giovane faraone, nel XX secolo esplose una vera e propria Tut-mania, che influenzò architettura, musica, letteratura e ogni altra forma d’arte. Tutankhamon iniziò a dettare moda più di qualsiasi altro stilista al mondo, divenne fonte di ispirazione più di qualsiasi altra musa, e affascinò l’immaginario collettivo più di qualsiasi altro personaggio. Ancora oggi, quando si pensa a un faraone, il rimando è quasi automatico: chi, se non Tutankhamon? |
|
|
No hay comentarios:
Publicar un comentario