Fino al 26 gennaio si potrà ammirare un percorso composto da più di cinquanta opere tra sculture, dipinti, disegni, lettere autografe e calchi in gesso.
La visione politica, la determinazione nel porsi alla pari con i potenti della terra e quindi il rapporto che ebbe con il potere il genio di Michelangelo Buonarroti.
È questo il tema attorno a cui ruota la mostra
intitolata appunto “Michelangelo e il Potere” a cura di Sergio Risaliti e
Cristina Acidini: un percorso composto da cinquanta opere tra sculture,
dipinti, disegni, lettere autografe e calchi in gesso, che accompagna il
visitatore tra la Sala delle Udienze e la Sala dei Gigli nel luogo simbolo del
potere fiorentino, per raccontare le diverse relazioni che l'artista ebbe in
vita con i “potenti” della sua epoca e il suo pensiero politico.
Tra le molte opere, spicca sicuramente il celebre busto di
Bruto, concesso dal Museo Nazionale del Bargello e per la prima volta nella
storia esposto a Palazzo Vecchio. Collocazione che si carica di un fortissimo
significato, esplicitando il confronto fra il pensiero politico di Michelangelo
e il potere mediceo attraverso il ritratto ideale del tirannicida per
eccellenza, quasi fosse un manifesto politico.
Altro elemento suggestivo della mostra, una piccola
gipsoteca composta dai calchi di alcune delle sue opere maggiori, legate tutte
per varie ragioni ai rapporti dell’artista con i grandi dell’epoca, dei quali
non mancano i ritratti: da quello di Girolamo Savonarola realizzato da Fra’
Bartolomeo a quello di Leone X dipinto da Giuliano Bugiardini.
Andrea Biagioni
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