Quest'anno ricorrono i 2500 anni dalle
celeberrime Battaglie delle Termopili e di Salamina, due eventi determinanti e
di grande portata storica non solo per il mondo greco antico, ma anche per il
corso della civiltà occidentale così come la conosciamo. L'Anno "Termopili
- Salamina 2020" è appunto un'occasione per ricordare e ripercorrere
queste due tappe storiche, riflettere sul loro significato, ripensare e
rivalutare il loro messaggio.
Il coordinamento del progetto è stato affidato
alla Fondazione Marianna V. Vardinoyannis, la quale, in collaborazione con il
Ministero della Cultura, il Ministero dell'Interno, e sotto il patrocinio della
Presidente della Repubblica Ellenica Katerina Sakellaropoulou, allestirà il
programma delle manifestazioni di quest’anno. A questo proposito, nel gennaio
2020, è stato istituito un Comitato d'Onore, composto da un gruppo
internazionale di studiosi, politici ed altre personalità di spicco, e
presieduto da Marianna V. Vardinoyannis, Ambasciatrice di Buona Volontà
dell'UNESCO dal 1999, di recente premiata dalle Nazioni unite con il premio
Nelson Mandela, la cui Fondazione è una ONG con status consultivo presso
l'ECOSOC dell’Onu.
Secondo M.V. Vardinoyannis, l'obiettivo del
comitato è quello di attirare l'attenzione dei giovani di tutto il mondo su
queste battaglie e sulla loro importanza, e di onorare questo anniversario
attraverso azioni mirate in campo educativo, scientifico e sportivo, che
vedranno coinvolta anche la diaspora greca. Queste iniziative spaziano
dall'organizzazione di concorsi di pittura e scrittura creativa per bambini/e e
ragazzi/e, a conferenze internazionali e workshop scientifici volti a
sottolineare l'importanza storica delle due battaglie.
Al ciclo di eventi per la celebrazione
dell’Anniversario parteciperanno artisti e atleti, illustri scienziati, alcune
delle principali organizzazioni del Paese, nonché rappresentanti della diaspora
greca e della Marina Militare Ellenica. In più, alla luce degli ultimi sviluppi
e delle loro ripercussioni globali, il Comitato ha anche spostato l'attenzione
sulle persone e sulla lotta contro la pandemia, attraverso azioni mirate che si
propongono di sostenere i gruppi vulnerabili, offrendo forniture di soccorso
alle persone bisognose. Alcuni degli eventi previsti hanno dovuto essere
rinviati, mentre altri si sono svolti online.
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Le due battaglie si svolsero a poche settimane
di distanza l'una dall'altra, all'inizio dell'autunno del 480 a.C., e fecero
parte della risposta greca alla seconda invasione persiana. La prima invasione
era iniziata 12 anni prima, nel 492 a.C., e si era conclusa con una altrettanto
famosa battaglia, quella di Maratona (490 a.C.), dove l'esercito ateniese guidato
dallo stratego Milziade aveva debellato l’esercito persiano, molto superiore
numericamente (grande più del doppio di quello greco), inviato da re Dario. Nel
480 a.C., re Serse, figlio di Dario, condusse in Grecia un’armata ancor più
numerosa - accompagnata da una flotta altrettanto grande - che dopo aver
marciato attraverso la Tracia e la Macedonia, avanzò fino in Tessaglia.
Gli ateniesi erano al corrente dei piani di
Serse per una seconda invasione e si erano già dati alla costruzione di una
grande flotta di triremi; nel 481 a.C. i rappresentanti di diverse poleis
greche si riunirono a Corinto e strinsero un'alleanza, nel cui ambito Sparta e
Atene avevano un ruolo di primo piano. Il piano iniziale prevedeva un esercito
formato dagli alleati per fermare l'avanzata di Serse al passo di Tempe nella
Tessaglia settentrionale; tuttavia le forze alleate si ritirarono dopo essere
state avvertite da Alessandro I di Macedonia che Tempe poteva essere aggirata
da almeno altri due passi. Con la Tessaglia ormai sottomessa ai suoi comandi, e
volendo proseguire la sua avanzata verso sud e raggiungere la Beozia, l’Attica
e il Peloponneso, Serse sarebbe ora dovuto passare per lo strettissimo passo
delle Termopili.
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Battaglia delle Termopili
Gli alleati decisero di bloccare il passaggio
delle Termopili, che sarebbe stato più facile da difendere contro il possente
esercito persiano. Nel frattempo, la loro flotta avrebbe cercato di tenere a
bada quella persiana nel vicino stretto di Artemisio. Alle Termopili vennero
quindi dislocati circa sei-sette mila uomini, tra cui circa mille lacedemoni,
capeggiati da re Leonida I, che per arrivarci marciarono dal sud del
Peloponneso, insieme ad altri Peloponnesiaci (come i Corinzi, i Mantinei e i
Tegeesi), e cui si aggiunsero lungo la strada anche altri alleati (come i
Tebani, i Focesi e i Tespiesi).
Secondo Plutarco, quando le truppe persiane si
avvicinarono alle Termopili, il loro re inviò un emissario promettendo a
Leonida la libertà del suo popolo in cambio della loro sottomissione. Respinta
la sua offerta, Serse inviò un secondo messaggio, chiedendo che i soldati
consegnassero le loro armi, a cui Leonida ribatté con la celebre risposta
"Venite a prenderle" (in greco antico: Μολών λαβέ, Molòn labé). Nella
battaglia che seguì, le forze greche, guidate dai 300 uomini della guardia del
corpo reale di Leonida, riuscirono a tener duro per due giorni interi,
sfruttando al meglio il terreno e la topografia del campo di battaglia che
impediva ai persiani di impiegare il grosso delle loro forze in ogni attacco.
La sera del secondo giorno, però, Serse fu
informato da un abitante del luogo di nome Efialte dell’esistenza di un
sentiero di montagna che portava dietro le linee greche, e inviò delle truppe -
incluso il suo corpo d'elite, gli Immortali - per accerchiare i greci. Quando
Leonida fu avvertito dai Focesi, a guardia del sentiero, della manovra di
Serse, disse ai suoi alleati che erano liberi di ritirarsi, mentre lui sarebbe
rimasto a combattere con i suoi 300 opliti spartani; al suo fianco scelsero di
restare 700 Tespiesi e pochi altri. Il terzo giorno, i rimanenti soldati greci
lanciarono un assalto contro l'esercito achemenide e riuscirono a contenerlo
abbastanza a lungo da permettere al resto delle truppe elleniche di ritirarsi.
Quasi tutti morirono combattendo, compresi Leonida e tutti gli spartani, mentre
la battaglia costò la vita a due dei fratelli di Serse.
Sul fronte marino, la situazione degenerò in
maniera analoga. La simultanea battaglia di Capo Artemisio comportò pesanti
perdite per i greci - del resto, anche la flotta persiana ne uscì gravemente
danneggiata - per cui, quando la notizia
della sconfitta alle Termopili raggiunse gli alleati, essi decisero di
ritirarsi verso l'isola di Salamina.
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Battaglia di Salamina
Dopo aver superato le Termopili, Serse era
libero di invadere e conquistare la Beozia e l'Attica; quindi mise a ferro e
fuoco le città di Platea e di Tespie, e marciò su Atene, che, intanto, era
stata quasi interamente evacuata. La città fu incendiata e l'Acropoli rasa al
suolo. Il Peloponneso si apprestò alla difesa dell'Istmo di Corinto; la strada
che vi conduceva fu bloccata e vi fu costruita una muraglia. In un consiglio di
guerra, i Corinzi esortarono gli alleati a radunare la flotta al largo dell'Istmo
per impedire a quella persiana di trasportare truppe attraverso il Golfo
Saronico.
Tuttavia, il generale ateniese Temistocle
convinse gli alleati a non allontanarsi da Salamina e ad affrontare la marina
achemenide in questo specchio d’acqua, dove l’angustia dello stretto avrebbe
annullato il vantaggio numerico dei persiani; stando a stime recenti, Serse
comandava circa 600-800 navi da guerra, mentre le triremi greche non erano più
di 380. Secondo Erodoto, Temistocle in realtà trasse in inganno la flotta nemica,
facendo credere a Serse che i Peloponnesiaci stavano tentando la fuga, e
riuscendo così ad attirare le navi del Gran Re dentro lo stretto, tra l’isola
di Salamina e la terraferma, dove era ormeggiata la flotta greca.
I dettagli esatti della battaglia navale che
ne seguì non sono chiare, poiché le testimonianze di Erodoto, Plutarco ed
Eschilo che ci sono pervenute, sono solo parzialmente attendibili. Si ritiene
che a dare il via allo scontro sia stata una trireme greca che speronò
un’imbarcazione persiana. Lo spazio ristretto funzionò infatti a vantaggio dei
greci: l'ammiraglio persiano Ariabigne, un altro dei fratelli di Serse, venne
ucciso presto nella battaglia lasciando le sue squadre prive di guida e
disorganizzate; un contingente di navi greche riuscì a penetrare nello
schieramento nemico sfondando il centro delle linee persiane e spaccando in due
la loro flotta; ricacciati indietro dai greci, i vascelli persiani andarono a
sbattere contro quelli dei loro alleati che spingevano in avanti dalle file
posteriori. A differenza dei greci, la maggior parte degli equipaggi achemenidi
non sapeva nuotare, per cui molti di loro annegarono quando le loro navi furono
affondate.
Avendo subito grandi perdite, e forse con la
metà della loro flotta distrutta, i persiani furono costretti a ritirarsi.
Scoraggiato dalla schiacciante sconfitta, e temendo di rimanere intrappolato in
Europa, Serse decise di richiamare la maggior parte del suo esercito dalla
Grecia, ma lasciò indietro alcune unità scelte di fanteria e di cavalleria, che
sotto la guida del generale Mardonio avrebbero tentato di portare a termine la
conquista. Mardonio fece infatti una
nuova avanzata dopo l'inverno, nel 479 a.C., ma, nella battaglia di Platea e nella
quasi contemporanea battaglia di Micale, le forze alleate greche avrebbero
eliminato le truppe e le navi persiane rimaste, ponendo così definitivamente
fine all'ultima invasione persiana della Grecia.
Importanza storica e impatto culturale
Le due battaglie rappresentano - insieme alla
Battaglia di Maratona - gli eventi più memorabili delle guerre greco-persiane,
pur avendo ciascuna una propria e diversa eredità. Le Termopili vengono
ricordate come grande esempio di uso tattico del terreno a vantaggio di una
forza in inferiorità numerica, ma soprattutto come simbolo di coraggio, valore
e temerarietà di fronte a schiaccianti probabilità contrarie, di abnegazione e
di spirito di sacrificio, di amore e di lealtà verso la propria patria.
L’irremovibile senso di dovere degli spartani anche di fronte a morte certa è
stato fonte di ispirazione per molti scrittori e poeti, che spaziano
dall'antico Simonide (556-468 a.C.), considerato l'autore del famoso epigramma
riportato da Erodoto (Storie, 228):
«O straniero, annuncia
agli Spartani che qui
noi giacciamo in ossequio
alle loro leggi»*
a Lord Byron e Emily Dickinson. Le Termopili
vengono addirittura citate nell'inno nazionale colombiano, mentre uno dei più
influenti poeti greci, Konstantinos Kavafis (1863-1933) scrisse la poesia
"Termopili", che inizia con i versi:
“Onore a quanti nella propria vita
si proposero la difesa di Termopili.
Mai allontanandosi dal dovere; [...]”
(Traduzione di Paola Maria Minucci).
La battaglia è stata più volte il soggetto di
romanzi storici, quali il “300
guerrieri, la battaglia delle Termopili” di Andrea Frediani, “Le porte di
fuoco” di Steven Pressfield, e anche accennata di sfuggita ne “Lo scudo di
Talos” di Valerio Massimo Manfredi. Oltre
alle opere letterarie, però, la battaglia delle Termopili è stata spesso
raffigurata in opere cinematografiche, come L'eroe di Sparta (1962) e il film
“300” (2006), quest'ultimo ispirato all'omonima graphic novel di Frank Miller.
A differenza della gloriosa sconfitta delle
Termopili, la Battaglia di Salamina segnò una vittoria clamorosa che
rappresentò un punto di svolta per l'esito della guerra. Viene quindi indicata
da molti storici come una delle battaglie più significative della storia, in
quanto ha probabilmente posto le basi per lo sviluppo dell'Atene classica, ma
anche per la liberazione di Macedonia e la conseguente ascesa ed espansione del
mondo ellenistico. Secondo quest’ottica, la dominazione persiana della Grecia
in quel periodo avrebbe influito in modo radicale sull’intero corso della
civiltà occidentale.
Sebbene non molti artisti si siano ispirati
alla Battaglia di Salamina - rispetto a quella delle Termopili - essa ha
fornito il soggetto della più antica opera teatrale che ci sia pervenuta, I
Persiani, nella quale Eschilo - egli stesso ex combattente delle guerre
greco-persiane, e reduce della Battaglia di Maratona - immagina la Regina Madre
Atossa, a Susa, che riceve la notizia della schiacciante sconfitta di suo figlio.
La regina lamenta la grande perdita, mentre il fantasma del marito incolpa
l’hybris di Serse per la sua sorte.
Per saperne di più:
Sul sito ufficiale dell'Anno "Termopili -
Salamina 2020" è possibile informarsi sulle azioni, le iniziative e gli
eventi organizzati dal Comitato d'Onore in occasione dell’anniversario.
*La traduzione dell’epitaffio di Simonide si
può trovare su Wikipedia alla voce: Battaglia delle Termopili
Immagine di copertina: Konstantinos Volanakis,
La battaglia di Salamina, 1882, Museo navale della Grecia
Testo originale in inglese via Greek News
Agenda
s.d.
https://www.puntogrecia.gr/index.php/sezioni/cultura/1811-termopili-salamina-2020-a-2500-anni-dalle-due-storiche-battaglie
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