Ha un nome evocativo e potente, "The Silence of the Sea", la mostra di Sarah Makharine e Benjamin Loyseau organizzata dalla Fondazione Art for Action e da Emergency presso la sede dell’Ong all’Isola della Giudecca a Venezia, in occasione della Biennale.
L’inaugurazione si terrà il 7 maggio alle 17.00 alla presenza degli artisti, di Mara Rumiz (responsabile sede Emergency Venezia), Simonetta Gola (direttrice Comunicazione di Emergency) e Amandine Lepoutre (presidente di Art for Action).
La mostra, visitabile fino al 31 ottobre, rappresenta uno dei primi tasselli del Parlamento degli Invisibili, progetto ideato da Anish Kapoor che prenderà forma su un’isola veneziana nel 2026.
Attualmente, il Parlamento si configura come un movimento promosso da Art for Action, che riunisce artisti, attivisti e cittadini per rendere visibile ciò che è invisibile, e trasformare questa visibilità in forza sociale.
La prima edizione si intitola "After Migration" e dialoga con la Biennale di Architettura 2025, curata da Carlo Ratti, che ha introdotto il concetto di Intelligens, inteso come "popolo che pensa e agisce".
Secondo i dati Unhcr, oltre 230 milioni di persone vivono fuori dal loro Paese di origine, con 31 milioni di sfollati ogni anno. Allo stesso tempo, si stima che l’Europa avrà bisogno di 60 milioni di persone entro il 2030 per fronteggiare il calo demografico.
"After Migration" sposta il focus: non più solo il viaggio, ma ciò che accade dopo. L’integrazione è un processo continuo di affermazione dei diritti, della visibilità e della dignità.
In questo contesto si inserisce la mostra "The Silence of the Sea", che racconta l’impegno quotidiano a bordo della nave Life Support di Emergency nel Mediterraneo centrale. La mostra è divisa in tre spazi espositivi.
Nella prima sala, "the Room of Voices", un’installazione
sonora di Sarah Makharine dà voce all’equipaggio della nave, tra paure,
pensieri e speranze. Al centro della stanza, 58 bottiglie: 35 contengono i
braccialetti dati ai migranti soccorsi, 23 sono vuote, in memoria di chi non ce
l’ha fatta.
La seconda sala, "the Room of Bodies and Boundaries", presenta un video in loop e una barca tracciata a terra con una linea bianca. I visitatori, accovacciandosi in uno spazio ristretto per vedere il video, vivranno un’esperienza fisica che richiama le costrizioni vissute durante la traversata.
Il percorso si chiude con la mostra fotografica "Unknown position" di Benjamin Loyseau, che documenta la vita a bordo della Life Support.
Le immagini, di grande intensità, restituiscono frammenti di paura, fatica, speranza e solidarietà nel cuore della crisi umanitaria che da oltre un decennio attraversa il Mediterraneo.
La mostra si inserisce in una
rete di eventi del progetto "After Migration", che coinvolge anche
"Dreams in Transit", collettiva presso The Human Safety Net nelle
Procuratie Vecchie, e l’isola di San Servolo, ex manicomio trasformato in luogo
di dialogo e cultura.
https://www.veneziatoday.it/eventi/the-silence-of-the-sea.html

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