Archimede
in mostra ai Musei Capitolini
Viola Rita | Pubblicato il 09 Giugno 2013 10:15
Bilance, apribottiglie,
forbici, mollette del bucato e macchine da cucire: sono tutti oggetti di uso
comune, frutto dell’ingegno di uno dei più grandi scienziati
della storia. È Archimede di Siracusa, vissuto nel III
secolo a.C. e presentato oggi per la prima volta nella mostra “Archimede. Arte e scienza dell’invenzione”.
L’esposizione, allestita ai Musei Capitolini di Roma dal 31 maggio 2013 al 12 gennaio 2014,
descrive la figura del genio attraverso un percorso storico-scientifico
ricco di elementi multimediali, modelli e filmati 3D, giochi interattivi e
reperti archeologici originali.
Chi era Archimede
In una perfetta sintesi tra teoria e pratica, Archimede è lo scienziato della matematica astratta e delle invenzioni: è astronomo, fisico, ingegnere e inventore. È anche un “uomo politico” che difende la patria greca fino al momento della conquista romana.
Ma chi è veramente Archimede? Di lui ci viene in mente il profilo del personaggio Disney, l’inventore geniale e strampalato che realizza i macchinari più ingegnosi e moderni. Nell’opera di Plutarco si rintracciano diversi aneddoti sulla vita dello scienziato, riportati all’interno della mostra. Ad esempio, una volta Archimede, mentre faceva il bagno, uscì nudo dall’acqua esclamando il famoso “Héureka!” (“Ho trovato!”): aveva intuito il principio che da lui prende il nome, in base al quale “un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato”. Il suo interesse verso l’idrostatica nasceva dalla complessa richiesta del sovrano Gerone II, che desiderava sapere se una sua corona fosse stata realizzata in oro oppure no.
Un altro noto aneddoto narra che durante la seconda guerra punica Archimede, rifiutandosi di lasciare a metà un problema che stava risolvendo, venne ucciso da un soldato romano. Sì perché “a quei tempi valeva il nome, cioè la parola, e non la faccia”, spiega Umberto Broccoli, sovrintendente capitolino ai beni culturali. “Se avesse detto ‘sono Archimede’ lo avrebbero rispettato”.
Tra le invenzioni e le opere ingegneristiche si annoverano le leve - di cui alcune in grado di spostare le navi - gli orologi ad acqua, la vite idraulica, le macchine da guerra e gli specchi ustori. In particolare, Archimede teorizza il principio della leva, su cui si basano le bilance e le stadere, tuttora utilizzate nei mercati: secondo tale principio data una bilancia, composta da un segmento e da un fulcro, e date due forze applicate ciascuna ad un lato del segmento, il braccio e la forza su di esso applicata sono inversamente proporzionali. Con questo principio, utilizzando leve vantaggiose, gli fu possibile sollevare carichi molto pesanti con piccole forze d’applicazione. Negli studi teorici di Archimede, inoltre, si ricordano gli esperimenti geometrici, come la quadratura della parabola, gli studi astronomici e il planetario meccanico, gli studi fisici sull’idrostatica e sulla pneumatica.
La mostra
Due i filoni principali dell'esposizione. Attraverso il primo è possibile ammirare, e in alcuni casi anche azionare, modelli funzionanti di congegni e dispositivi, applicazioni multimediali e filmati 3D che consentono quasi un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio. Ad esempio, è possibile sperimentare direttamente il principio della leva, sedendosi sui due lati di una lunga panca attaccata al suolo e incernierata in un punto per mezzo di un fulcro.
Il secondo filone riporta i trattati di Archimede, che raccontano gli aspetti della sua fortuna fino alla riscoperta dei suoi testi da parte degli Umanisti e durante la Rivoluzione Scientifica. Non mancano, all’interno dell’esposizione, numerosi ritrovamenti archeologici della città di Siracusa del III secolo a.C., tra cui statue, dipinti, mosaici e strumenti scientifici originali. In particolare, si possono osservare un modello di orologio solare diffuso all’epoca, i resti delle navi romane e delle armi e un modello di vasca da bagno in terracotta, molto simile alla vasca cui si lega il celebre episodio di Archimede.
In otto sezioni da visitare, per un totale di 150 opere originali ed oltre 20 modelli e video, il percorso storico comprende Roma, il Mediterraneo, l’Islam e l’Occidente. “In ogni angolo del mondo c’è una tradizione di studi legata a questo grande maestro”, sottolinea Paolo Galluzzi, direttore del Museo Galileo, Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze.“E la mostra è un atto dovuto, perché ad Archimede non ne è mai stata dedicata una”.
In una perfetta sintesi tra teoria e pratica, Archimede è lo scienziato della matematica astratta e delle invenzioni: è astronomo, fisico, ingegnere e inventore. È anche un “uomo politico” che difende la patria greca fino al momento della conquista romana.
Ma chi è veramente Archimede? Di lui ci viene in mente il profilo del personaggio Disney, l’inventore geniale e strampalato che realizza i macchinari più ingegnosi e moderni. Nell’opera di Plutarco si rintracciano diversi aneddoti sulla vita dello scienziato, riportati all’interno della mostra. Ad esempio, una volta Archimede, mentre faceva il bagno, uscì nudo dall’acqua esclamando il famoso “Héureka!” (“Ho trovato!”): aveva intuito il principio che da lui prende il nome, in base al quale “un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato”. Il suo interesse verso l’idrostatica nasceva dalla complessa richiesta del sovrano Gerone II, che desiderava sapere se una sua corona fosse stata realizzata in oro oppure no.
Un altro noto aneddoto narra che durante la seconda guerra punica Archimede, rifiutandosi di lasciare a metà un problema che stava risolvendo, venne ucciso da un soldato romano. Sì perché “a quei tempi valeva il nome, cioè la parola, e non la faccia”, spiega Umberto Broccoli, sovrintendente capitolino ai beni culturali. “Se avesse detto ‘sono Archimede’ lo avrebbero rispettato”.
Tra le invenzioni e le opere ingegneristiche si annoverano le leve - di cui alcune in grado di spostare le navi - gli orologi ad acqua, la vite idraulica, le macchine da guerra e gli specchi ustori. In particolare, Archimede teorizza il principio della leva, su cui si basano le bilance e le stadere, tuttora utilizzate nei mercati: secondo tale principio data una bilancia, composta da un segmento e da un fulcro, e date due forze applicate ciascuna ad un lato del segmento, il braccio e la forza su di esso applicata sono inversamente proporzionali. Con questo principio, utilizzando leve vantaggiose, gli fu possibile sollevare carichi molto pesanti con piccole forze d’applicazione. Negli studi teorici di Archimede, inoltre, si ricordano gli esperimenti geometrici, come la quadratura della parabola, gli studi astronomici e il planetario meccanico, gli studi fisici sull’idrostatica e sulla pneumatica.
La mostra
Due i filoni principali dell'esposizione. Attraverso il primo è possibile ammirare, e in alcuni casi anche azionare, modelli funzionanti di congegni e dispositivi, applicazioni multimediali e filmati 3D che consentono quasi un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio. Ad esempio, è possibile sperimentare direttamente il principio della leva, sedendosi sui due lati di una lunga panca attaccata al suolo e incernierata in un punto per mezzo di un fulcro.
Il secondo filone riporta i trattati di Archimede, che raccontano gli aspetti della sua fortuna fino alla riscoperta dei suoi testi da parte degli Umanisti e durante la Rivoluzione Scientifica. Non mancano, all’interno dell’esposizione, numerosi ritrovamenti archeologici della città di Siracusa del III secolo a.C., tra cui statue, dipinti, mosaici e strumenti scientifici originali. In particolare, si possono osservare un modello di orologio solare diffuso all’epoca, i resti delle navi romane e delle armi e un modello di vasca da bagno in terracotta, molto simile alla vasca cui si lega il celebre episodio di Archimede.
In otto sezioni da visitare, per un totale di 150 opere originali ed oltre 20 modelli e video, il percorso storico comprende Roma, il Mediterraneo, l’Islam e l’Occidente. “In ogni angolo del mondo c’è una tradizione di studi legata a questo grande maestro”, sottolinea Paolo Galluzzi, direttore del Museo Galileo, Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze.“E la mostra è un atto dovuto, perché ad Archimede non ne è mai stata dedicata una”.
http://www.galileonet.it/articles/51af3b36a5717a1c4b000234
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