Capolavoro assoluto della musica per violino solo, le Sonate e Partite di Bach quest’anno sono proposte al Festival nella suggestiva esecuzione di Mario Brunello al violoncello piccolo.
L’integrale in due serate ha luogo nella chiesa dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno, tra le più suggestive sedi del Festival
J.S. Bach, Sonate e Partite: una
storia biblica?
Sonata n. 1 in sol minore per violino BWV 1001, “Genesi”
Partita
n. 1 in si minore per violino BWV 1002, “Spirito e Carne”
Sonata
n. 2 in la minore per violino BWV 1003, “Destino”
MARIO BRUNELLO – violoncello piccolo
Mario Brunello, direttore artistico del Festival ed interprete delle Sonate e Partite di Bach c,
per l0ccasione diviene divulgatore in apertura di serata, nel cortiletto che
precede la chiesa, luogo del concerto: l’esecuzione sarà con violoncello
piccolo a quattro corde, strumento
molto usato in epoca barocca, è costruito nella tipica accordatura
violinistica (mi, la, re, sol), ma un’ottava più bassa, mantenendo quindi la
profondità e le sfumature più scure tipiche del violoncello.
«Le armonie si rivelano appieno negli accordi, nelle cascate di note, nelle
fughe a tre o quattro voci e nella monumentale Ciaccona – un linguaggio e
un’architettura musicali che non esistono nel repertorio per violoncello. Il
violoncello piccolo mi ha permesso di scoprire tutti questi lavori magnifici e
di ampliare quindi il mio repertorio». (Mario Brunello).
Nella presentazione racconta pure della sua investigazione musicale, del potere del numero 6 e dell’ispirazione biblica e la storia di Cristo, fino alla morte sulla croce: <<[…] Senza serie intenzioni e in maniera quasi casuale ho provato a suonare le Sonate e Partite con un violoncello piccolo a quattro corde (non a cinque, sicuramente più diffuso).
Ebbene, quella musica, le Sonate e Partite per violino, mi ha rivelato che Bach non mi aveva detto tutto, mi aveva tenuto nascosta una metà di quello che la sua arte aveva saputo creare con uno strumento a sole quattro corde […]>>. Mario Brunello
La tecnica interpretativa e l’uso dello strumento diventano celebrativi del monumento compositivo, ridandogli mistico splendore e lucentezza avvolgente.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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