–Bergamo- Teatro Donizetti 29 novembre
Una passeggiata tra le mura della città alta, vista immutabile e sempre nuova, porta lo spirito a rasserenarsi ed a godere dei particolari… Alla fine l’animo è pronto ad accogliere l’ottima messa in scena di un’opera rara di Gaetano Donizetti.
Melodramma in due atti di Iacopo Ferretti
Musica di Gaetano Donizetti
Prima rappresentazione: Roma,
Teatro Valle, 2 gennaio 1833
Edizione critica a cura di
Eleonora Di Cintio © Casa Ricordi, Milano
con la collaborazione e il contributo della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo
Direttore Alessandro Palumbo
Regia Manuel Renga
Costumi e scene Aurelio Colombo
Lighting design Emanuele Agliati
Assistente alla regia Sara Dho
Assistente alle scene e ai costumi Valeria Vago
Personaggi e interpreti
Cardenio Paolo Bordogna
Eleonora Nino
Machaidze
Fernando Santiago Ballerini
Bartolomeo Valerio Morelli
Marcella Giulia Mazzola
Kaidamà Bruno Taddia
Orchestra Donizetti Opera
Coro dell’Accademia Teatro alla Scala
Maestro del Coro Salvo Sgrò
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti
Per inquadrare immediatamente quest’altra opera rara del compositore Bergamasco è forse bene leggere i commenti del giovane quanto talentuoso direttore Alessandro Palumbo che racconta che ‘Il Furioso è stata composta nel 1832 e che all’epoca fu uno dei più grandi successi donizettiani, sparendo poi nel dimenticatoio operistico e che sia cosa buona che il Festival dedicato al Maestro di Bergamo la riproponga.
Il regista Manuel Renga si è invece ispirato ad una frase del personaggio Bartolomeo che sottolinea che la pazzia è come un albero al quale si possono tagliare i rami, ma che conserva le radici che possono ancora germogliare ed ecco che l’azione viene ambientata in una casa di cura.
Rappresentato per la prima volta al Teatro Valle di Roma nel 1833, il ‘Furioso’ riscosse un immediato successo con tantissime repliche in tutta Italia ed a Napoli, fu addirittura rappresentato in tre teatri contemporaneamente.
Ispirato al Don
Chisciotte di Cervantes, la narrazione viene qui spostata all’isola di Santo
Domingo, avvalendosi di un insieme teatrale di ottimo livello.
Sul podio il giovane, ma già più che affermato direttore Alessandro Palumbo alla guida della Donizetti Opera; brillante e raffinato restituisce i vividi colori della composizione che appare ‘come nuova’ con riflessi decisamente interessanti.
La
regia di Manuel Renga è movimentata con diversi momenti decisamente
gradevoli e con i costumi e scene Aurelio
Colombo creano un insieme molto particolare; colori dei costumi vivaci con
gonne floreali che ben si accompagnano alle scenografie floreali che al finale
cadono!! Le luci del light designer Emanuele Agliati con effetto obiettivo
fotografico si aprono e chiudono esattamente come fa un grand’angolo e poi un
tele..
Il personaggio di Cardenio
incontra il bergamasco Paolo Bordogna dal timbro sempre
possente che non lesina begli acuti e bei colori al suo pubblico.
Il soprano Nino
Machaidze protagonista
femminile espone una voce sicura e versatile con accenti emozionanti, mentre Fernando viene interpretato da Santiago
Ballerini che incontra decisamente i
favori del pubblico.
Il ruolo di Bartolomeo è
assegnato a Valerio
Morelli il quale regge bene la scena
e la parte. Marcella è
sicuramente un personaggio riuscito grazie alla buona vocalità di Giulia
Mazzola. Kaidamà risalta con la
vivace interpretazione di Bruno Taddia il quale sa tenere in modo non banale il
palcoscenico con capacità d’attore oltre che buon cantante.
Va assolutamente ricordato il Coro dell’Accademia del Teatro alla Scala, con un plauso anche al suo Maestro Salvo Sgrò, quasi sempre sul palco con presenza decisiva per la riuscita di un’opera che sarebbe bello vedere in cartellone da parte delle varie Fondazioni liriche e non solo messa in scena dal Donizetti Opera Festival, cui va il merito contemporaneo della fruizione.
La Musica
vince sempre
Renzo
Bellardone

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