21 dicembre 2025
Che dire! Talvolta ci si innervosisce per le difficoltà dei trasporti, le corse nelle stazioni, l’affanno creato dai ritardi e dalla preoccupazione di perdere la preziosa coincidenza, si combatte anche il malessere di stagione, ma quando si assiste poi ad una messa in scena di grande bellezza...la soddisfazione supera tutto.
Stiffelio - Gregory KundeLina - Lidia Frifman
Stankar - Vladimir Stoyanov
Raffaele - Carlo Raffaelli
Jorg - Adriano Gramigni
Federico di
Frenge - Paolo Nevi
Dorotea - Carlotta Vichi
Direttore - Leonardo Siri
Regia, scene,
costumi - Pier Luigi Pizzi
Regista
collaboratore e disegno luci - Massimo
Gasparon
Assistente alle
scene - Serena Rocco
Assistente ai
costumi - Lorena Marin
Editing video - Matteo Letizi
Orchestra dell'Emilia Romagna
'Arturo Toscanini'
Coro del Teatro Municipale di
Piacenza
maestro del coro - Corrado
Casati
NUOVO ALLESTIMENTO
coproduzione
Teatro Municipale di Piacenza
Teatro Comunale Pavarotti-Freni di
Modena
Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia
Stiffelio è un'opera lirica in tre atti composta da Giuseppe Verdi su librtetto di Francesco Maria Piave, la cui prima assoluta risale al 16 novembre 1850 al Teatro Grande di Trieste. La vicenda si basa sulla commedia francese di Émile Souvestre ed Eugène Bourgeois, Le Pasteur, ou L'Évangile et le Foyer (1848) ed oggi si direbbe una storia di ‘corna’ e di cronaca nera, seppur con il finale di perdono.
Di questi tempi che tendono
all’omologazione e tristemente troppo sovente ‘al ribasso’ il titolo di
‘Maestro’ viene attribuito con facilità e talvolta con faciloneria. Certo è che
quando si incontra un vero ‘MAESTRO’ lo si riconosce subito e citando le eleganti
realizzazioni di Pier Luigi Pizzi, non si può che pensare ad un
‘Maestro’, il quale non necessita di apporre la sua firma... la raffinata
eleganza delle scelte sono già di per sé una firma
Venendo però subito
all’allestimento visto al Teatro Municipale di Piacenza, senza ombra di dubbio
si può dire di aver assistito ad uno spettacolo di pregio in ogni suo aspetto.
L’orchestra dell’Emilia Romagna ‘Arturo Toscanini’ è davvero un bell’insieme e con il giovane direttore Leonardo Siri (peraltro con un invidiabile curriculum…), il quale dirige con gesto chiaro e sicuro, senza (mi si permetta) inutili stravaganze o gestualità eccessiva, ma di grande attenzione ed invito, riesce a creare un gradevole ascolto di un’opera non così frequente nei cartelloni operistici. Già nell’ouverture appare il presagio della narrazione musicale e scenica e si incontrano temi che Verdi riprenderà più tardi, sviluppandoli con toni e accenti che affascineranno il pubblico nel tempo. Musica molto interessante che colpisce per vigore e sentimento ben trasmessi dall’entusiasmo sia del direttore che dell’orchestra.
Le scene, come predetto, portano
una firma inconfondibile, anche se Pier Luigi Pizzi con l’ormai storico
collaboratore Massimo Gasparon (il quale disegna le luci con la stessa
eleganza di Pizzi) pur restando quasi sul monocolore, ha abbandonato il bianco
per il nero, lasciando però immutata l’eleganza delle scene e l’efficace
insieme! I costumi, sempre a firma di Pizzi sono quasi tutti neri, facendo
spiccare il bianco di Lina nel primo atto ed alcuni elementi scenici, i libri in rosso o l’oro dei candelabri e
degli alamari, il tutto con sullo sfondo un drappo verde autunno prima e
raffinate scene neoclassiche poi.
Toccanti davvero alcune scene, come
quella dell’anello non portato al dito da Lina, che celandosi dietro un
‘silenzio accusator’ non confessa di averlo donato all’amante o, tanto per
citare ancora, quando il superbo Coro del Municipale di Piacenza diretto
da Corrado Casati intona ‘Signore non punire con il tuo furore’ ed al
finale quando Stiffelio dal pulpito concede il perdono alla fedigrafa Lina,
ispirato ai principi religiosi del perdono!
Venendo al cast posso esprimere senza dubbio la soddisfazione di aver udito delle belle voci, temprate e sensibili. Gregory Kunde nel ruolo del titolo non necessita certo dei miei apprezzamenti, in quanto la sua bella voce e linearità di canto sono già state apprezzate in tutto il mondo ed ancora si riconferma quale grande tenore dalla voce limpida e possente con grande carattere e interpretazione da ricordare. Lidia Fridman, ascoltata per la prima volta mi è apparsa molto brava, coinvolgente e con una voce scura con toni e sfumature non comuni, che vengono accentuate da colori dai riflessi ambrati.
Altro grande interprete Vladimir Stoyanov che ha ricevuto riconoscimento anche in corso d’opera per la sua partecipe e ben timbrata interpretazione. Anche Carlo Raffaelli nel ruolo di Raffaello (ironia del palcoscenico) ha interpretato con passione e bei colori il suo personaggio sottolineandone i tratti caratteriali. Anche il giovane basso Adriano Gramigni riflette una buona preparazione ed il desiderio di essere in ruolo, esprimendo anche toni di tutto interesse, con bel timbro e sicura emissione. Carlo Nevi, parimenti a Carlotta Vichi ottengono i medesimi apprezzamenti per la riuscita della loro solida interpretazione.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone


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