Ricordo
una mostra fotografica organizzata dagli Uffizi alle Reali Poste sulle ‘Donne
del digiuno’ di cui anche L’Indro si è occupato… Sì, una iniziativa che
rientrava in quel filone d’interesse di cui parlavo. Dicevo che in un
convegno che si tenne in S.Apollonia a Firenze, svolsi una relazione sul tema
Etica e Bellezza, che è un rapporto complesso, non quello che solitamente si
crede. Tema che si è cercato di sviluppare attraverso il progetto chiamato
“Città degli Uffizi “ che nasce dall’idea di uscire dal Museo, far rivivere per
un periodo le opere nel territorio nel quale sono nate o al quale sono
legate, ispirate, farle conoscere oltre le mura della Galleria. Perché le opere
d’arte sono patrimonio di noi italiani che abbiamo il dovere di
conservare valorizzare, divulgare. Ebbene, in quella occasione mi fu
chiesto di poter fare qualcosa, proprio cavalcando il tema Etica e
Bellezza, a Casal di Principe. La cosa non era semplice. Decisi di coinvolgere
anche i musei del napoletano, ne parlai con Fabrizio Vona allora soprintendente
del Museo di Capodimonte ( e attuale Direttore del Polo museale regionale della
Puglia ndr) e così prese corpo il progetto di promuovere una Mostra che
raccogliesse opere legate al territorio, ad artisti napoletani ispiratisi a
Caravaggio… Caravaggio, l’artista nelle cui opere la luce ha un valore
costruttivo ma anche simbolico… Di redenzione, di conversione. La nostra sfida
è la conversione, al bene, al bello, al giusto. Il nostro progetto non è contro
ma per un’idea diversa di etica, di società, di umana solidarietà, di crescita.
Lanciata l’idea ci mettemmo al lavoro dopo aver chiesto al Ministero ai
beni culturali l’autorizzazione al trasferimento delle opere da Firenze e da
Napoli a Casal di Principe. Ottenuto immediatamente e convintamente
l’autorizzazione (la presentazione avvenne alla presenza del
Ministro Franceschini) coinvolgemmo circa 80 giovani di Casal
di Principe, fatti venire in pullman a Firenze, i quali parteciparono ad
un corso agli Uffizi per il servizio di vigilanza museale riservato ad
operatori volontari. Con Fabrizio lavorammo al progetto espositivo, con
il Sindaco Renato Natale, che si chiama quasi come me, e la giunta
pensammo alla creazione di un pool di associazioni enti e organismi vari,
pubblici e privati per reperire le risorse necessarie alla
realizzazione del progetto: 40 mila euro a fondo perduto. Il che è
avvenuto abbastanza rapidamente ed entusiasticamente. E’ stata una lotta
contro il tempo. “Fate presto!” ci dicevano i nostri amici di Casal di
Principe: dobbiamo dare il senso di un sisma morale. Insomma, ce l’avete fatta
e la mostra è lì con le sue straordinarie opere e tanto di targa del Presidente
della Repubblica. Sì, la mostra si è potuta inaugurare il 21 giugno
scorso e resterà aperta fino al 21 ottobre: 19 le opere esposte, con 8
caravaggeschi da Firenze, 9 da Capodimonte più una “Mater Matuta” di Capua e
“Fate presto” di Andy Warhol dalla collezione Terrae Motus nella Reggia di
Caserta. L’esposizione, significativamente, si apre con il dipinto
di un grande artista caravaggesco come Gherardo delle Notti, simbolo
dell’attentato mafioso all’Accademia dei Georgofili avvenuto la notte del 27
maggio del ’93, in quanto opera seriamente danneggiata della quale ci sono rimasti
solo alcuni frammenti. L’attentato in cui persero la vita cinque persone, tra
cui la piccola Nadia, di 5 anni. I giovani volontari del corso di
vigilanza, sono al lavoro? Sì, attualmente sono adibiti al servizio di
vigilanza delle opere esposte. E’ alla nuova gioventù che abbiamo guardato, la
mostra vuole essere anche un’occasione di lavoro. Ma non deve essere un “evento
isolato”, guai, non servirebbe a niente. Ai ragazzi ed agli organizzatori ho
detto: attenti, dopo la fase eroica verranno momenti difficili di cui nessuno
parlerà più. E’ allora che dovete stringere i denti e proseguire il cammino con
nuove iniziative.
Per questo non vorrei chiamare l’attuale sede espositiva
Museo, ma Centro Culturale, un centro propulsivo per nuove, importanti
avventure. Il progetto avviato a Casal di Principe nel segno della lotta
alla illegalità, all’abbandono e al degrado, ha attivato sinergie nuove che, a
parere di Giacinto Palladino, Presidente di First Social Life, l’associazione
che ha curato la produzione e l’organizzazione del progetto R_Rinascita, e di
Alessandro de Lisi, curatore del progetto stesso e direttore del centro studi
sociali contro le mafie Progetto San Francesco, può indicare anche un modello
pilota, di crowdfunding sociale, dove ogni partecipante sostenitore è
eticamente e civicamente responsabile e accetta di far parte di una rete
economica dedicata alla cultura ‘sul confine’, così la definisce Palladino. Il
quale prosegue sottolineando l’alleanza sociale strategica che
l’Amministrazione comunale, con il suo sindaco Renato Natale e con Mirella
Letizia, assessore alla cultura e allo sviluppo economico, ha stretto con la
più importante istituzione culturale italiana, gli Uffizi. “Ma il buon esito di
questo progetto è dovuto”, sottolinea Alessandro de Lisi, “anche all’impegno
degli assessori e consiglieri comunali di Casal di Principe e sopratutto
alle ragazze e i ragazzi Ambasciatori della Rinascita, oltre al sostegno
di Confindustria Nazionale, Coop, Unipol e Fondazione Unipolis, Battistolli e
Bassilichi, fino alle più piccole e brave realtà artigiane casalesi e
fiorentine che hanno reso possibile questo miracolo”. Le sue parole sono un
vero e proprio ‘manifesto’. “Adesso non basta sostenere il contrasto
giudiziario contro la camorra, né può essere sufficiente la protesta contro lo
spreco di territorio, contro le discariche della camorra nella Terra dei
fuochi, senza che si affianchi a questo la quotidiana opera di costruzione di
un’alternativa sociale ed economica di progresso. Responsabilità, rinascimento e
rinascita sono le parole chiave di un programma di coesione sociale e civica
sui temi del lavoro e della legalità, tenendo uniti i valori della
sostenibilità e della trasparenza, con la valorizzazione delle buone prassi e
la custodia dei talenti. Restituendo al luogo il Genio, l’opportunità di
ricevere opere di bene e non solo corone di fiori e candele per i morti
ammazzati, per gli emigrati e per gli esuli, perché sono, siamo, contro quei
visitatori occasionali di questa terra per il solo gusto di farsi una
fotografia con i parenti delle vittime”. Tutti, a cominciare da Antonio Natali
e da Marta Onali, hanno accolto con profonda gratitudine l’incoraggiamento del
Presidente Mattarella. “Il riconoscimento autorevolissimo del Presidente della
Repubblica”, conclude Antonio Natali “è di conforto etico e intellettuale agli
assunti sottesi alla collana di mostre ‘La città degli Uffizi’, nata proprio
per allacciare relazioni forti con le tante terre italiane meritevoli di una
conoscenza assai più diffusa”. A Casal di Principe, dunque, l’arte, l’etica e
la cultura, accendono una grande luce di speranza sulle ombre di un passato che
non deve tornare.
http://www.lindro.it/la-luce-vince-lombra-casal-principe/2/
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