sábado, 25 de mayo de 2013

EUGENIJ ONEGIN TEATRO REGIO TORINO

Quando si parla di Tchaikovskij si immaginano pagine di delicata poesia musicale, soffuse da una nebbiolina che cela, velandole, le più profonde intimità. Il grande compositore russo ebbe una vita travagliata e sofferta e questo vissuto ha acuito in lui la capacità di analisi, composizione e comunicazione. E’ difficile restare insensibili all’ascolto di una sua musica, così come è impossibile non restare coinvolti dalle luci ed ombre della vicenda di Puskin, degli inesorabili destini dei protagonisti raccontati con straordinarie pagine musicali. EUGENIJ ONEGIN - Teatro Regio – Torino 18 Maggio 2013 Nuovo allestimento in coproduzione con Royal Opera House Covent Garden, Londra e Opera Australia QUELLO CHE VORREMMO E QUELLO CHE NON VORREMMO ESSERE La visione concettuale di Kasper Holten è senza dubbio la cifra che in positivo fa la differenza rispetto ad altre messe in scena dell’Onegin’ La rappresentazione dell’alter ego che agisce per conto del personaggio e che da questi viene osservato sovente con prudente timore se non angoscia è il plus della significativa lettura. Ottime le scelte di evitare i didascalici campi di grano,sostituiti da pennellate nello stile di Van Gog, e frequenti quanto inutili cambi di scena; apprezzabile invece l’idea di lasciare di volta in volta sul palco un elemento dalla scena precedente a dare il senso della continuità della vicenda e dell’impossibilità di liberare il ricordo con la cancellazione dello stesso; l’esasperazione di questa scelta non si limita ad abbandonare sul palco la sedia rotta, l’anta divelta o i libri, ma addirittura il corpo di Lenskij dopo l’uccisione in duello. Lenskij vive e muore attraverso il tenore russo Aleksej Tatarintsev che tratteggia con sicurezza ed efficacia e con piacevole timbro. L’avversario e dissoluto Onegin è validamente interpretato da Vladislav Sulimskij, mentre Tat'jana, figlia di Larina è il soprano Radostina Nikolaeva che raggiunge livelli di drammaticità intensa esaltata dal bel colore della voce; Iryna Zhytynska è l’interessante contralto che fa vivere Olga. Aleksandr Vinogradov è il giovane basso che riceve il maggior numero di ovazioni per la resa vocale, attraverso la potenza ed il profondissimo colore scuro gestito con possenza e sapiente tecnica, ancor chè traspaia una bella dote naturale. Bravi anche tutti gli altri interpreti ed i mimi. Un plauso al coro ed al suo direttore Claudio Fenoglio. Gianandrea Noseda –anche direttore musicale del Teatro Regio- sta al podio come le note al rigo, ovvero un tutt’uno! Si percepisce il suo amore per la dolcezza della scrittura di Pëtr Il'ič Čajkovskij che in quest’opera sovente lascia il passo al vigore drammatico e Noseda sa cogliere e trasferire questi momenti in estasi simbiotica rilucente della maestosità poetica che cattura nella musica. L’emozione si trasforma in commozione e la magia del teatro musicale avvolge menti e spiriti per carpirli e trasportarli al più lontano degli impalpabili orizzonti. La Musica vince sempre. Renzo Bellardone

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