Rodrigo
Trosino tenore
Mirko
Satto bandoneon
Matteo
Mignolli flauto traverso
Maddalena
Murari pianoforte
Claudio
Gasparoni contrabbasso
Il
concerto di stasera ad Abano terme è stato un rincorrersi di note che come nel
gioco infantile del ‘nascondino’ si nascondono e si rincorrono, per ritrovarsi poi in un’ esaltazione sempre
nuova, fatta di sorrisi e luccichii negli occhi senza rimpianti per la lacrima
scesa poco fa. La ben nota malinconica passionalità delle musiche di Astor Piazzolla, di Carlos Gardel o Gerardo
Matos ha aleggiato tra gli spettatori sopraffatti dall’inquietante attesa
liberatoria che certamente arriverà, ma che da sempre tiene gli animi in
sospeso alla ricerca di una impalpabile fatalità.
I
solisti di provata bravura hanno saputo ricreare le atmosfere del sogno
argentino e dei ricordi di un tempo che fu, di locali fumosi e di danzatori
posseduti dal ritmo incalzante del tango.
Mirko
Satto al badoneon si è visibilmente
divertito, ammaliando il pubblico con le variazioni ed i tecnicismi virtuosistici
che partendo da pennellate dai colori quasi organistici, giunge poi ad
espressioni composite intrise di dolce malinconia o prorompente vivacità alla
ricerca di vibrazioni emozionali.
Al
pianoforte la brava Maddalena Murari che dà voce e ritmo arrivando ad usare il
legno del pianoforte quale percussione a ritmare una milonga languida, ma
passionale.
Claudio
Gasparoni in ensemble con il contrabbasso ha segnato il ritmo con la sobria
eleganza dei professionisti.
Al
flauto traverso Matteo Mignolli ha ingentilito la forza del tango senza ridurne
l’efficacia, esaltandone invece la voce interiore con sfumature di passione
riflessiva e vissuta intimamente.
La
voce solista che ha interpretato alcuni celebri brani quali “El dia que me
quieras” o “solamente una vez”
è
stata quella del tenore italo messicano Rodrigo Trosino: timbro particolare e
forza espressiva hanno spaziato sul rigo dalle tonalità quasi baritonali ai ben
noti acuti richiesti ad esempio da ‘O sole mio’ cantato al finale quale bis;
buona presenza scenica e vocalità interessante utilizza un chiaro fraseggio e
dei gradevoli arrotondamenti che arrivano piacevolmente al pubblico. Ha interpretato
i brani con il calore e la signorilità tipici delle ambientazioni oniriche di
riferimento.
Il
viaggio si è svolto tra mondi conosciuti soltanto attraverso una letteratura
musicale, ma pressoché inesplorati nella ‘vecchia Europa’! A suggellare degnamente il finale di ‘Opera
Tango’ l’eclettico ensemble ha proposto la colonna sonora –composta da Astor
Piaszzolla- dal film di Bellocchio “Enrico IV”.
Renzo
Bellardone
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