jueves, 15 de abril de 2021

DE CARO, IL "TAROCCATORE" DI GALILEO. ESCÁNDALO EN LA BIBLIOTECA NACIONAL DE MADRID, EL ROBO DE UN LIBRO DE ASTRONOMÍA DE GALILEO

 GALILEO Galilei nacque il 15 febbraio 1564 a Pisa e proprio in queste settimane in Toscana si celebrano i 450 anni dalla sua nascita con una serie di iniziative. Ma anche la passione per una delle menti più eccelse della storia della scienza può generare mostri. Marino Massimo De Caro, il grande saccheggiatore delle biblioteche italiane, non si è limitato a rubare e a disperdere in tutto il mondo preziosissimi testi artistici e scientifici, fra cui quelli depredati all'Osservatorio Ximeniano di Firenze, ma si è anche dilettato a fabbricare copie del "Sidereus Nuncius", il trattato di astronomia pubblicato il 12 marzo 1610 nel quale Galileo demoliva la cosmologia aristotelico- tolemaica. Non solo: De Caro ha falsificato anche "Le operazioni del compasso geometrico e militare", un breve trattato di Galileo stampato nel 1606 in sole 60 copie. E per anni ha beffato grandi antiquari e grandi studiosi.

Fra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, Padre Dino Sarti, presidente della Fondazione Osservatorio Ximeniano, ricevette per due volte la visita di De Caro, all'epoca consigliere particolare del ministro della cultura Ornaghi, che si presentò come appassionato studioso di Galileo e propose di arricchire il piccolo e prezioso museo scientifico dei Padri Scolopi con volumi e oggetti galileiani. In realtà De Caro approfittò delle visite per saccheggiare la biblioteca. Ma forse, se avesse mantenuto la promessa, avrebbe donato qualche falso.


La storia di De Caro falsario è stata ricostruita in un articolo del giornalista Nick Schmidle pubblicato il 16 dicembre 2013 sul "New Yorker", ripresa e sviluppata in Italia da Flaminia Gennari Santori su Doppiozero (6 febbraio 2014) e diffusa su ilpost. it. Nel 2005 Massimo De Caro vende per mezzo milione di dollari al mercante antiquario di New York Richard Lan una copia del "Sidereus Nuncius" con firma autografa di Galileo, il marchio della biblioteca del cardinale Federico Cesi (il fondatore dell'Accademia dei Lincei), una magnifica legatura secentesca e cinque acquerelli di mano di Galileo che rappresentano la superficie della Luna osservata al telescopio. De Caro dichiara che il volume proviene da una loggia massonica. Richard Lan incarica un gruppo internazionale di studiosi di analizzare il prezioso testo. Nel 2011 il gruppo, coordinato da Horst Bredekamp, docente di storia dell'arte alla Università Homboldt di Berlino, pubblica "Galileo's O", stabilendo l'autenticità del testo. Lan dichiara a Time Magazine che il suo "Sidereus Nuncius" vale circa 10 milioni di dollari. In quegli stessi mesi De Caro, nominato direttore della meravigliosa biblioteca napoletana dei Girolamini, la saccheggia. Intanto lo storico Nick Wilding, mentre prepara una recensione a "Galileo's O", comincia a nutrire dubbi sulla autenticità del volume. Scopre che non è mai appartenuto alla biblioteca del cardinal Cesi e che la legatura secentesca "di straordinaria qualità" apparteneva a un altro volume. Infine nota che nell'ultima riga del testo del frontespizio, prima della P della parola Privilegio compare una lineetta estranea al carattere tipografico: una imperfezione rilevabile in una foto scattata nel 1964 per realizzare il facsimile di un esemplare conservato a Brera. Imperfezioni simili appaiono anche in altre copie del "Sidereus Nuncius" riconducibili a De Caro. Nel maggio 2012 il consigliere ministeriale finisce in carcere per il saccheggio dei Girolamini. In giugno Wilding pubblica online il suo studio. Gli autori di "Galileo's O" riconoscono l'errore.

De Caro ha confessato di aver sostituito con un falso una copia autentica del "Sidereus Nuncius" conservato alla Biblioteca nazionale di Napoli. E con il giornalista del New Yorker si è vantato di aver beffato il mondo accademico.

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/02/26/de-caro-il-taroccatore-di-galileo.html

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