Il racconto e la restituzione, di una scoperta unica in Italia: un vivarium probabilmente annesso a una villa del I secolo d.C. ed un nuovo elemento per leggere la storia della Laguna “prima di Venezia” in epoca imperiale romana.
ll Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue ospita la restituzione del progetto di ricerca Un ostriarum romano nella laguna di Venezia realizzato da Ca’ Foscari e collegato alla scoperta di un particolare sito archeologico nella laguna di Venezia, in località Lio Piccolo, Cavallino-Treporti.
È qui che indagini stratigrafiche subacquee avviate nel 2021 hanno portato alla luce una vasca in mattoni e tavole di legno contenente circa 300 gusci di ostriche: una struttura databile al I secolo d.C. e interpretata come un antico ostriarium: uno spazio destinato al mantenimento in vita di questi molluschi prima del loro consumo.
Ad oggi, una scoperta unica in Italia, che trova un solo confronto noto nella laguna di Narbonne, in Francia.
Una parte di questi significativi rinvenimenti, reperti, immagini, video delle operazioni di scavo subacqueo e delle attività di ricerca, nonché un modello tridimensionale del sito archeologico lagunare saranno esposti al Museo di Storia Naturale dal 16 aprile al 2 novembre 2025 (Inaugurazione martedì 15 aprile): un allestimento che restituisce i primi risultati di questo progetto di ricerca, fornendo ulteriori informazioni sugli abitanti della Laguna in epoca imperiale romana.
E che, non ultimo, mette in luce l’importanza di un lavoro di ricerca scientifica interdisciplinare che ha coinvolto archeologi, geologi, biologi, per restituire al pubblico i risultati di questa indagine e invitare alla scoperta e conoscenza della ricchezza della Laguna.
Una scoperta per la storia della laguna di Venezia
Il sito archeologico di Lio Piccolo, segnalato nel 1988 da Ernesto Canal che, per primo, aveva ipotizzato di vedervi i resti di una villa romana, si trova lungo la riva meridionale di Canale Rigà. Sul fondo della vasca sono stati rinvenuti circa 300 gusci di ostrica comune (Ostrea edulis), specie gradualmente scomparsa dalla Laguna nella seconda metà dell’Ottocento, ed alcuni gusci di altri bivalvi, come i canestrelli. Le paratie, come avveniva nelle peschiere a mare di età romana, permettevano probabilmente l’isolamento tra le diverse specie.
Le analisi dendrocronologiche e la datazione al Carbonio 14 delle parti in legno portano a datare la costruzione della struttura nella metà del 1° secolo d.C. A contatto con il vivarium si trovano delle fondazioni in mattoni sorrette da una selva di pali in quercia che dovevano appartenere a un edificio piuttosto importante costruito nello stesso periodo.
Centinaia di frammenti di affresco, tessere di mosaico e alcune lastrine di marmi pregiati fanno interpretare l’edificio come una possibile villa di lusso, forse proprio una di quelle ville marittime che Marziale, alla fine del 1°secolo d.C., colloca nei lidi di Altino. Tra i rinvenimenti più importanti, anche una gemma preziosa che doveva ornare la montatura di un anello di una persona molto agiata frequentatrice dell’ostriarium.
Dalla ricerca alla divulgazione: un patrimonio per tutti
Il Museo, che conserva importantissime collezioni scientifiche dei più grandi scienziati e naturalisti locali, continua ancora oggi a studiare la Laguna, per comprendere il rapporto così unico che lega la città al suo territorio e garantire la continua documentazione fisica dell’ambiente e delle sue trasformazioni.
Una missione che può realizzarsi solo collaborando con le altre realtà istituzionali che lavorano e studiano la Laguna nei suoi più diversi ambiti ed aspetti.
In quest’ottica nasce la collaborazione con il Dipartimento
di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari, per valorizzare un progetto di
ricerca che ci offre inedite informazioni sulle attività ittiche in Laguna ai
tempi della Roma Imperiale.
E’ con grande piacere che voglio presentare questa piccola
esposizione - spiega Carlo Beltrame,
curatore della mostra e docente di Metodologie della ricerca archeologica - che
ha lo scopo di dare conto, al di fuori delle sedi accademiche, dei primi
risultati delle attività condotte dal gruppo di ricerca in archeologia
marittima, da me diretto, del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università
Ca’ Foscari, sul più significativo dei contesti archeologici sommersi di età
romana in corso di indagine nella laguna di Venezia, ossia il sito sommerso di
Lio Piccolo, nel Comune di Cavallino Treporti.
Federica
Ferrarin
https://www.unive.it/web/it/15165/articolo/6567
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