domingo, 4 de octubre de 2020

MOSE, TUTTE LE DIGHE ALZATE: VENEZIA RESTA ALL’ASCIUTTO. MA DOMENICA È PREVISTA DI NUOVO ACQUA ALTA

 Alle 9.52, un’ora e 17 minuti dopo l’avvio delle operazioni, tutte e 78 le paratoie erano alzate a dividere la laguna dal mare. In piazza San Marco turisti con gli stivaloni rimasti all’asciutto

di Alberto Zorzi

La differenza del moto ondoso dentro e fuori la Laguna (Internet)

Fuori dalle bocche di porto un’acqua alta oltre 120 centimetri. Dentro Venezia all’asciutto, compresa Piazza San Marco, uno dei punti più bassi della città: niente passerelle, turisti in piazza con stivaloni rimasti all’asciutto con i piedi in due piccole pozzanghere. Sabato mattina per la prima volta il Mose ha difeso una delle città più belle ma anche più fragili del mondo dalla sua minaccia principale, quell’acqua salata che regolarmente nei mesi invernali (ma non più solo) si incunea ai piani terra di negozi e locali, danneggiando tutto. Alle 9.52, un’ora e 17 minuti dopo l’avvio delle operazioni, tutte e 78 le paratoie erano alzate a dividere la laguna dal mare. In quel momento l’acqua era a circa 70 centimetri e a quella quota è rimasta per ore in città, mentre alle bocche di porto, sebbene il vento sferzante la gonfiasse, la marea si infrangeva contro la diga gialla. Le operazioni di inabissamento sono cominciate alle 14.57 e alle 16.12 è stata riaperta la navigazione in laguna. Una soddisfazione durata una mattinata. Sì, perché Il provveditore Zincone ha ricordato che domenica la previsione di marea è di 115 centimetri e dunque, alla luce della procedura di emergenza (che prevede il sollevamento a 130), il Mose non verrà sollevato. Piazza San Marco e la Basilica, e non solo loro, torneranno dunque sotto acqua

I curiosi a godersi lo spettacolo

«Funziona», dicono quei pochi che hanno sfidato pioggia e vento per venire a godersi lo spettacolo alla bocca di Malamocco. La giornata di oggi si lascia dietro le spalle 54 anni di dibattito sulla difesa di Venezia, dopo l’acqua alta record del 1966; una quarantina di anni di discussioni tecniche sulla soluzione Mose; e infine 17 dalla posa della prima pietra nel 2003. L’opera non è ancora finita: sarà consegnata a dicembre 2021 e infatti questo è stato un cosiddetto sollevamento in emergenza, previsto per le maree più disastrose come quella di sabato, che avrebbe dovuto arrivare a quota 135. Ci sono gli impianti da finire e alcuni problemi tecnici da risolvere, ma oggi si è avuta la prova che quest’opera ciclopica, che ha impiegato quasi 6 miliardi di euro di risorse dello Stato e sei anni fa ha portato a una raffica di arresti per tangenti, è in grado di fare quello per cui è stata progettata.

La paratoie alzate alla bocca di porto di Malamocco (Pattaro/Vision)

Stress test anticipato

La prossima settimana ci sarebbe dovuta essere la quarta prova di chiusura integrale, per poi essere pronti a difendere la città da fine ottobre, quando storicamente arrivano le acque più alte. Ma il forte vento di scirocco, che ha coinciso con un’elevata marea astronomica, ha costretto tutti ad anticipare i tempi e mercoledì scorso si è deciso che era il momento di alzare. I tecnici sono stati al lavoro tutta la notte e alle sei di mattina la Capitaneria di Porto ha diramato l’ordinanza di chiusura del passaggio delle navi alle bocche di porto. Un paio d’ore dopo, il provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone e la commissaria sblocca cantieri del Mose Elisabetta Spitz hanno dato il via alle operazioni, eseguite dal Consorzio Venezia Nuova guidato anch’esso da due commissari, Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola.

 


Il prefetto Zappalorto: «Situazione sotto controllo»

«Le cose stanno andando bene, le paratoie funzionano e la situazione è sotto controllo. Credo che questa sia una bella novità per Venezia». Ha affermato il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, commentando il primo sollevamento del Mose in una situaizone di acqua alta.

 

Il ministro De Micheli: «Il Mose ha iniziato il suo lavoro di difesa»

«Il #Mose ha iniziato questa mattina il suo lavoro di difesa di #Venezia dall’acqua alta», è questo il commento su Twitter del ministro De Micheli in merito all’innalzamento delle paratoie del Mose . «Per effetto delle paratoie alzate, la crescita della marea si è fermata in laguna. Un risultato importante che abbiamo voluto con forza: tutela costante per una città patrimonio dell’umanità».

 

Zaia: «Opera attesa per decenni»

«Piazza San Marco ha una piccola pozzanghera contro i 30-40 centimetri di acqua alta che avremmo inevitabilmente avuto. Una situazione direi positiva, spero si continui così e si riesca ancor di più a potenziare il sistema con una messa in sicurezza generale e totale di Venezia». È il commento del governatore del Veneto Luca Zaia sulla messa in funzione del Mose, a margine dell’assemblea generale di Confindustria Vicenza. «Oggi è una giornata storica perché siamo davanti ad una opera per la quale abbiamo atteso veramente decenni - aggiunge - e oggi abbiamo avuto la certezza che funziona. Si tratta di un’opera che è costata molto dal punto di vista finanziario e non solo. Almeno la rassicurazione che questo serva a Venezia».

 

Il sindaco Brugnaro: «Siamo soddisfatti»

«Il Mose è stabile, restiamo in attesa, siamo fiduciosi però per il momento siamo soddisfatti, incrociamo le dita». È il commento del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, al test del Mose, in una dichiarazione video girata alla Bocca di porto di Malamocco, dove è presente assieme al Provveditore alle opere pubbliche del Triveneto, Cinzia Zincone. «Possiamo vedere - aggiunge Brugnaro - che in questo momento ci sono 70 centimetri di dislivello tra la marea fuori e dentro laguna. Adesso aspettiamo altre due ore di apporto, perché fino a mezzogiorno dovrebbe tirare vento di scirocco, però la differenza è evidente», conclude.

Zincone: «Test funzionale, è andato bene»

Cinzia Zincone

«Il test è andato bene»: dice il Provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone in relazione all’innalzamento stamane delle paratoie del Mose a Venezia. «Si apprezza una consistente differenza - spiega - di altezza dell’acqua tra la parte difesa dal Mose e quella che non lo è». Un test giudicato positivamente: «non filtra acqua» conclude Zincone che dalle prime ore del mattino ha seguito tutte le operazioni da vicino, dicendosi fiduciosa del buon andamento dell’operazione.

 

Il commissario Fiengo: «Ora si deve fare il Piano Europa»

«Sono molto preoccupato se non si fa il Piano Europa che secondo L’Unione europea è obbligatorio». A dirlo è il commissario del Consorzio Venezia Nuova Giuseppe Fiengo, a proposito del piano di compensazioni previsto nell’ambito della procedura di infrazione Ue e correlato al Mose di Venezia. «Anche quello - ha precisato Fiengo - è tutto affidato dal 18 settembre, con una spesa di 6,2 miliardi su 6,4 messi a disposizione dal Cipe. Si tratta di opere alle Bocche di porto, alle barene, lo studio delle correnti e i monitoraggi, perché il Mose cambia le correnti della Laguna. Se usassimo meno enfasi e più senso pratico - ha concluso - sarebbero cose semplici».

Turisti in piazza San Marco, l’acqua non cresce

Mentre il Mose debutta in laguna, in Piazza San Marco, a Venezia, si vive un clima irreale, quasi di sospensione, in attesa di capire se l’acqua alta inonderà o meno il salotto buono della città. Nonostante il forte vento e la pioggia, sono molti i turisti in coda per accedere a Palazzo Ducale, mentre altri sostano sotto le Procuratie Vecchie muniti di stivali. Quasi tutti i visitatori li hanno appena comprati da due venditori che, con il loro carrettino, si sono posizionati ai lati della piazza. Tra i residenti c’è molta curiosità per capire se le paratoie entrate in funzione possano realmente servire a difendere la città, soprattutto in quelle aree più basse, come Piazza San Marco, regolarmente flagellate dalla marea.

 


La basilica di San Marco. Il patriarca: «Giornata di speranza»

Oltre alla piazza è rimasto all’asciutto anche il nartece (cioè l’atrio) della Basilica di San Marco, che tra i 65 e gli 88 centimetri è protetto da un sistema di pompe realizzato due anni fa. Sopra quella quota però resta ancora a rischio, in attesa che si realizzi un ulteriore sistema di protezione: è al vaglio una barriera di vetro fuori dal perimetro della chiesa, che però è arenato dopo la bocciatura del ministero dei Beni Culturali. Per questo anche il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, pur nella soddisfazione, rilancia l’allarme per il monumento simbolo della città. «È una giornata di speranza, di attesa, con qualche riflessione anche sul fatto che questo risultato poteva essere ottenuto anche in tempi molto più brevi - dice il Patriarca - La Basilica rimane comunque in difficoltà per una quota d’acqua che va da 88 centimetri a 130. Capisco le questioni estetiche soprattutto a Venezia e soprattutto in Piazza San Marco, ma nello stesso tempo forse si poteva essere un pochino più attenti a pensare alle acque alte del 2020». «La Basilica è asciutta, è la prima volta ed è un dato importantissimo - aggiunge il primo Procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin - Abbiamo azionato le pompe per evitare le infiltrazioni che arrivano da sotto nel nartece e hanno funzionato in sicurezza. A 90 centimetri di marea avremmo dovuto affrontare l’acqua che arriva dalla piazza, ma non è arrivata perché esclusa dal Mose».

https://corrieredelveneto.corriere.it/venezia-mestre/cronaca/20_ottobre_03/mose-zincone-questo-evento-rappresenta-giorno-importante-la-citta-847ed4c8-053b-11eb-8c54-13dc6dc04cbb.shtml

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