domingo, 25 de octubre de 2020

UN STABAT MATER, DI GIOVANNI BATTISTA PERGOLESI (OPERA DA CAMERA)

 L’opera, la realizzazione artistica al tempo del coronavirus:  questo incipit è tratto dalle note di regia del regista Renato Bonajuto:

“…l’Uomo e la Donna ritroveranno loro stessi e la loro reale essenza.

E questo è quello che davvero spero possa succedere ad ogni essere umano, una volta finita, perché finirà, questa terribile esperienza che ci ha coinvolto e che forse non è stata vana. Riscoprire la verità della propria anima attraverso l’espressione e l’incanto dell’espressione artistica. Perché la Bellezza, per chi la sa guardare, ascoltare, assorbire, è salvifica.



 direzione musicale Matteo Beltrami

direttore dell’esecuzione Matteo Beltramiallievi del corso di direzione d’orchestra dell’Accademia AMO

regia Renato Bonajuto

coreografie Giuliano De Luca

orchestra I Virtuosi Italiani

 

solisti Aurora Faggioli/Mariam Battistelli 

danzatori Francesco Alfieri, Rocco Ascia, Alice Bellora, Emanuele Cappelli, Arianna Lenti, Alessio Urzetta

 

impianto scenico e costumi Danilo Coppola

luci Ivan Pastrovicchio

 

produzione Fondazione Teatro Coccia

 

Lo Stabat Mater è Opera sacra commissionata a Pergolesi dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei dolori di San Luigi al Palazzo e questa non è incongruenza, infatti anni prima la stessa confraternita ne aveva commissionato una versione, altrettanto celebre, a Scarlatti.

Pergolesi rimase fedele alla struttura di Scarlatti e mantenne la strumentazione e le sole due voci soliste, differenziandosi però per  concisione e compattezza.

Insolita è l’idea di uscire dalla forma concertistica ed invece farne una vera e propria rappresentazione seppur improntata alla  lentezza del movimento per raggiungere la staticità. L’ispirazione del regista Renato Bonajuto  affonda nelle pitture delle zone del Piemonte, per raggiungere poi Caravaggio ed i suoi coevi: ogni quadro musicale incontra la ricreazione di un quadro vivente dove i danzatori si spogliano tra un quadro e l’altro per ricoprire poi la nudità con i panni del personaggio successivo. Realizzazione di forte impatto e di costante suggestione, quindi un plauso oltre che a Bonajuto anche a Giuliano De Luca per le coreografie ed ai danzatori coinvolti.


Venendo alla musica è certamente sempre toccante ed i Virtuosi Italiani dimostrano di essere un insieme affiatato ed esperto nel genere, riuscendo a trasmettere la commozione inevitabile. La direzione del Maestro Matteo Beltrami è ancora una volta attenta, puntuale e misurata, infondendo equilibrio e partecipazione. Le voci sono importanti non per nulla sono entrambe abitualmente ospiti dei grandi teatri d’Europa. 

Vestite come  Vergini barocche stanno ai lati della scena, realizzata  da Danilo Coppola come i costumi ed  illuminata con sapienza da Ivan Pastrovicchio. Il mezzosoprano Aurora Faggioli esprime un bel colore scuro e tono caldo e pieno che ben tocca le corde dell’emotività, mentre Miriam Battistelli espone una voce limpida e vivida di colori illuminati che esalta la musicalità dell’insieme.

Realizzazione davvero toccante!

La Musica vince sempre

Renzo Bellardone.

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