È una grande mostra – oltre 160 opere per 13 sezioni tematiche – quella dedicata a Raoul Dufy (Le Havre, 3 giugno 1877 – Forcalquier, 23 marzo 1953) ospitata, dal 14 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023, a Palazzo Cipolla a Roma.
«Spesso non compreso a fondo, a causa dell’apparente semplicità del suo tratto pittorico, che gli ha fatto non di rado attribuire la patente di superficialità e mondanità, – spiega il Prof. Avv.
Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale – Raoul Dufy in realtà ebbe una formazione articolata e complessa: fu inizialmente influenzato dall’Impressionismo, perpetuando con maestria la tradizione di Monet e contando sulla peculiarità di essere un “colorista per temperamento”; successivamente, si accostò al Fauvismo ispirandosi alle figure di Matisse, Braque e Cézanne».
«La particolarità di Dufy – continua il Professore – risiede nel dissociare gradualmente, nel corso della sua maturazione artistica, il colore dal disegno, semplificando il più possibile ed anteponendo in tal modo la forma al contenuto. Egli – seguendo la propria teoria che il colore servisse ai pittori per captare la luce – viaggiò a lungo nel Mediterraneo, in particolare in Provenza (dove si stabilì) e nel Sud Italia.
Da qui i celebri
paesaggi, i bagnanti, i campi di grano, e poi le sale da concerto e soprattutto
le regate, le corse dei cavalli e gli ippodromi, a raffigurare la società del
tempo libero degli anni Venti e Trenta, che lo renderanno popolare tra il
pubblico».
Il pittore della gioia e della luce
La mostra, dal titolo Raoul Dufy. Il pittore della gioia, a cura di Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi, ripercorre l’intera parabola creativa dell’artista.
Nato in una famiglia di modeste condizioni economiche, Dufy, in seguito a una crisi finanziaria della famiglia, nel 1891 fu costretto a cercare lavoro a Le Havre. Nell’ambiente artistico straordinariamente stimolante di Parigi si avvicinò a due maestri dell’impressionismo come Monet e Pissarro ma, nel 1905, lo scandalo dei Fauves gli rivelò una pittura moderna e “di tendenza” che lo portò ad avvicinarsi a Matisse.
Il 1903 fu l’anno della sua prima volta al Salon des Indépendants, nel quale espose fino al 1936 e poi fu accettato nel 1906 al Salon d’Automne (fino al 1943). La sua attività artistica non conobbe interruzioni e, dal 1910, ampliò la sua attività nel campo delle arti decorative affermandosi con successo in una produzione assai vasta, dalla xilografia alla pittura e alla grafica, dalle ceramiche ai tessuti, dalle illustrazioni alle scenografie.
La rassegna romana propone un excursus lungo
tutta la sua carriera artistica, a partire dall’influenza di Cézanne “Cézanne è
il padre di tutti noi”, dirà Picasso, passando per le collaborazioni
nell’ambito della moda, alla venerazione per Claude Lorrain, inventore insieme
a Poussin del paesaggio classico francese, fino alla realizzazione de La Fée
Electricité (La Fata Elettricità), “il dipinto più grande del mondo”, di una
lunghezza complessiva di 6 metri,
composto da 250
pannelli e commissionatogli dalla
“Compagnie Parisienne de Distribution d’Électricité” per essere
esposto nel Padiglione dell’elettricità all’Esposizione.
Le opere in mostra, tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti, provengono o da rinomate collezioni pubbliche e private francesi, tra questi il Musée d’Art Moderne de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre Pompidou, Palais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet tutte di Parigi insieme al Musée de la Loire, Musée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles.
L’esposizione consente dunque di riapprezzare l’opera di Dufy, ingiustamente sottostimato che, al contrario fu un grande artista per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, tanto da essere considerato – per antonomasia – il pittore della gioia e della luce.
Realizzata da Poema con il supporto
organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art
Moderne de Paris, la mostra è
accompagnata da un catalogo edito da Skira.
DUFY A ROMA, IL PITTORE DELLA GIOIA TRA COLORI SELVAGGI E BELLE ...
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