09 Mag 2015 – 10 Gen 2016
Nella galleria Sud
della Fondazione, ex laboratorio del precedente complesso industriale che
sfocia negli ampi spazi del Deposito, si presenta “An Introduction”: un intenso
accenno espositivo a un percorso tra istituzionale e personale sul modo di
ricercare e collezionare, nato da un dialogo tra Miuccia Prada e Germano
Celant.
È un intreccio tra studio e passione per l’arte che, assunte caratteristiche pubbliche e private, ha portato all’apertura di una Fondazione. Qui l’interesse per le problematiche estetiche e politiche affrontate dagli artisti, si pone a confronto con la conoscenza e la pratica delle culture sperimentali e storiche – dal Rinascimento alla modernità – evolvendo da uno stadio espositivo essenziale a uno complesso e museale.
È un intreccio tra studio e passione per l’arte che, assunte caratteristiche pubbliche e private, ha portato all’apertura di una Fondazione. Qui l’interesse per le problematiche estetiche e politiche affrontate dagli artisti, si pone a confronto con la conoscenza e la pratica delle culture sperimentali e storiche – dal Rinascimento alla modernità – evolvendo da uno stadio espositivo essenziale a uno complesso e museale.
La sequenza degli spazi e la scelta dei lavori, installati in relazione a
colori e materiali d’epoca, suggeriscono una crescita di interessi e di
impegno. Si inizia con una riflessione sul sé che si sviluppa in una scelta di
territorio visuale, legato alle vicende artistiche degli anni Sessanta, dal New
Dada alla Minimal Art. Tale ricerca, e la determinazione a raccoglierne le
testimonianze, ha influenze sul sistema di vita, sulla passione e sul
coinvolgimento nei confronti di un’arte critica rispetto alla realtà. L’indagine
sul racconto artistico contemporaneo si muove verso una totalità temporale
della storia, dall’antichità – con i suoi oggetti e ambienti – ai giorni
nostri. Nozioni e passioni si traducono in collezione, qui documentata da una
quadreria che indica un oscillare aperto e curioso verso l’arte e le sue
manifestazioni. Nel Deposito, il finale a sorpresa con i veicoli di diversa
natura è indice di una convergenza tra arte e vita, dove si attua una
dialettica tra autonomia e funzione, artefatto e prodotto.
L’artistico si estende al quotidiano e l’oggetto si fa strumento di un modo di pensare e di guardare oltre la tradizione. Il risultato è un insieme di opere e di cose che forniscono informazioni sul passato, sul presente e sul futuro di un’avventura esistenziale. Introducono un’immagine di persone prima appassionate e poi impegnate, che hanno compiuto un percorso di conoscenza attivo e irraggiante: la reazione alla forza vitale delle idee diventa uno scopo di vita.
L’artistico si estende al quotidiano e l’oggetto si fa strumento di un modo di pensare e di guardare oltre la tradizione. Il risultato è un insieme di opere e di cose che forniscono informazioni sul passato, sul presente e sul futuro di un’avventura esistenziale. Introducono un’immagine di persone prima appassionate e poi impegnate, che hanno compiuto un percorso di conoscenza attivo e irraggiante: la reazione alla forza vitale delle idee diventa uno scopo di vita.
ROMAN POLANSKI: MY INSPIRATIONS
09 Mag
– 25 Lug 2015
Lo spazio flessibile e multifunzionale del Cinema ospita Roman
Polanski: My Inspirations, il documentario intervista realizzato nel 2015 da
Laurent Bouzereau presentato per la prima volta al pubblico in questa occasione
e accompagnato da una rassegna di film. Il regista Roman Polanski compie un
viaggio nella memoria ricordando i primi incontri con le proiezioni, le luci e
le illusioni del cinema, rievocando emozioni rimaste vivide negli anni.
Partendo dalle prime esperienze teatrali, il regista individua una serie di opere cinematografiche che hanno contribuito a forgiare il suo immaginario e creano un insieme di modelli da cui attingere, nonché un insieme di soluzioni formali di cui appropriarsi. Polanski descrive così il modo in cui il suo essere spettatore è all’origine di archetipi che sono diventati riferimenti costanti nella sua attività di cineasta.
La scelta di affrontare questi temi è l’occasione per tracciare il proprio percorso creativo, contribuire alla comprensione dei film che ha realizzato e condividere con il pubblico la passione per capolavori del passato che rischiano oggi di essere dimenticati.
Nel corso dell’intervista il regista fornisce nuove chiavi di lettura dei suoi film e rivela reti di corrispondenze e insospettate similitudini.
Oltre al documentario, il programma della rassegna “Roman Polanski: My Inspirations” comprende una serie di proiezioni in cui i film del regista sono presentati insieme a quelli che l’hanno ispirato, come Quarto potere (1941) di Orson Welles con Rosemary’s Baby (1968); Fuggiasco (1947) di Carol Reed con “Il pianista” (2002) e “Per favore, non mordermi sul collo” (1967); 8 ½ (1963) di Federico Fellini insieme a “Cul-de-sac” (1966).
Partendo dalle prime esperienze teatrali, il regista individua una serie di opere cinematografiche che hanno contribuito a forgiare il suo immaginario e creano un insieme di modelli da cui attingere, nonché un insieme di soluzioni formali di cui appropriarsi. Polanski descrive così il modo in cui il suo essere spettatore è all’origine di archetipi che sono diventati riferimenti costanti nella sua attività di cineasta.
La scelta di affrontare questi temi è l’occasione per tracciare il proprio percorso creativo, contribuire alla comprensione dei film che ha realizzato e condividere con il pubblico la passione per capolavori del passato che rischiano oggi di essere dimenticati.
Nel corso dell’intervista il regista fornisce nuove chiavi di lettura dei suoi film e rivela reti di corrispondenze e insospettate similitudini.
Oltre al documentario, il programma della rassegna “Roman Polanski: My Inspirations” comprende una serie di proiezioni in cui i film del regista sono presentati insieme a quelli che l’hanno ispirato, come Quarto potere (1941) di Orson Welles con Rosemary’s Baby (1968); Fuggiasco (1947) di Carol Reed con “Il pianista” (2002) e “Per favore, non mordermi sul collo” (1967); 8 ½ (1963) di Federico Fellini insieme a “Cul-de-sac” (1966).
Il documentario sarà visibile prima delle proiezioni a partire dal 22
maggio 2015.
http://www.fondazioneprada.org/exibition/roman-polansky-my-ispirations/
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