18 agosto
Dal 1600 ai giorni nostri il passo è musicalmente più breve di quanto si possa immaginare e le oggettive distanze vengono meno quando si armonizzano con l’unico ideale di fare Musica ed offrire bellezza.
Simon-Pierre Bestion, direttore
Leggendo le note dal libro di sala, si intuisce che si tratta di un’esperienza sensoriale che unisce le diverse arti della musica e dello spettacolo in un unicum che può essere considerato una lezione di teatro e di musica con un occhio all’originale partitura del 1610 e un grande accento sul coinvolgimento del pubblico che passa anche attraverso accenni coreutici.
Scenografie fatte di luci, ceri e candelabri che impreziosiscono il continuo movimento dei solisti, dei coristi e dei musicisti, mai ripetitivi e sempre attenti al pubblico. L’inizio del vespro è davvero interessante con la disposizione dell’orchestra sul palco, i fiati sulla balconata ed il coro a fondo sala per poi entrare tra il pubblico e salire sul palco, movimento che si ripeterà, ma con regia sempre a nuovo; proprio per la disposizione il direttore dirige rivolto al coro, quindi inevitabilmente verso il pubblico, alternando la consueta posizione di direzione.
L’atmosfera del Vespro è coadiuvata da candelabri portanti candele accese sul palco, processioni tra il pubblico e luci ed ombre a tempo di musica.
Simon Pierrre Bestion ha personalmente rielaborato lo spartito con integrazioni ad hoc, quindi è in possesso delle sensibilità necessarie per dirigere con calore le voci indubbiamente predominanti e l’orchestra che si avvale anche di un ceterone nel continuo.
La compagnia vocale e strumentale “La Tempête”, come si evince dalle note del Festival, é stata fondata dallo stesso Bestion nel 2015 e sa miscelare le sensazioni musicali e spettacolari fondendo la contemporaneità con le radici, come in questo caso, dell’opera lirica… Le voci sono di indubbia bellezza e pertinenza così come gli strumentisti
La Musica vince sempre
Renzo Bellardone
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