di Federico Maria Sardelli (Autore), Michele Dall'Ongaro (Prefazione)
Antonio Vivaldi è stato forse il compositore più oggetto di equivoci di lettura e deliberati fraintendimenti tra quelli del suo tempo.
Riscoperto relativamente di recente rispetto a Bach o Händel, la sua musica ha infatti subito per decenni ricostruzioni estremizzate e approcci superficiali.
Ancora oggi ci si inganna credendo che sia un autore facile o leggero, e le sue partiture poco più di tracce stenografiche da integrare con ornamentazioni, improvvisazioni, effetti speciali e ogni tipo di licenza interpretativa.
Federico Maria Sardelli, tra i più autorevoli studiosi e interpreti del maestro
veneziano, con quest’opera restituisce il giusto valore alle intenzioni di
Vivaldi.
Grazie a una ricognizione minuziosa sulle sue istruzioni musicali manoscritte, Sardelli mette in luce come le partiture siano, in genere, già complete di molte indicazioni utili all'esecuzione.
Al contrario della vulgata – e sebbene
Vivaldi non abbia lasciato nessuno scritto sulla sua musica, la sua poetica, il
suo modo di comporla o eseguirla – queste carte lo rivelano come il compositore
italiano barocco più prodigo d'informazioni tecniche e musicali.
Guidati da Sardelli, entriamo per la prima volta in intimo contatto con i suoi manoscritti, scrigni di un'impressionante mole di notizie, cruciali per comprendere il suo modo d'intendere e d’interpretare le sue creazioni.
A metà tra saggio speculativo e
manuale pratico, questo libro, che si impone anche per la brillante vena
scrittoria, ci permette di avere accesso come mai prima a un universo musicale
in cui ogni effetto risulta perfettamente calibrato e ponderato per emozionare
l’ascoltatore. Prefazione di Michele Dall'Ongaro.
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