jueves, 5 de diciembre de 2019

PIETRO IL GRANDE, KZAR DELLE RUSSIE TEATRO SOCIALE BERGAMO 1 DICEMBRE 2019

Melodramma burlesco di Gherardo Bevilacqua Aldobrandini
Musica di Gaetano Donizetti
Prima esecuzione: Venezia, Teatro San Samuele, 26 dicembre 1819
Edizione critica a cura di Maria Chiara Bertieri ©Fondazione Donizett

Direttore Rinaldo Alessandrini
Regia, macchinari e scene Ondadurto Teatro - Marco Paciotti e Lorenzo Pasquali
Costumi K.B. Project
Lighting design Marco Alba
Assistente alla regia Adriana Laespada
Orchestra Gli originali
Coro Donizetti Opera
Maestro del coro Fabio Tartari
Pietro il Grande Roberto De Candia
Caterina Loriana Castellano
Madama Fritz Paola Gardina
Annetta Mazepa Nina Solodovnikova
Carlo Scavronski Francisco Brito
Ser Cuccupis Marco Filippo Romano
Firman-Trombest Tommaso Barea
Hondedisky Marcello Nardis
Notaio Stefano Gentili
Nuovo allestimento e produzione della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo

La storia del giovane zar Pietro I il Grande, che si è recato in incognito in Europa    ha avuto  grande fortuna nel mondo dell'opera; oltre a diverse altere realizzazioni il solo Donizetti ha utilizzato l’argomento per  Il falegname di Livonia e ne Il borgomastro di Saardam.
L'opera era stata commissionata al giovane Donizetti dalla direzione del teatro Samuele , e la prima rappresentazione, che ebbe luogo il 26 dicembre 1819 per l'apertura della stagione del carnevale 1819-1820. Proprio dal carnevale mi piace iniziare, infatti la totale realizzazione proposta nell’ambito del progetto Donizetti 200, è un tuffo nel carnevale, per luci, variopinti costumi, luci e proiezioni  in movimento che danno una nuova dimensione divertente all’opera. La partitura in sé non è particolarmente illuminata e riferisce di diverse influenze in particolare rossiniane, per cui grande merito va a chi ha sapientemente e contemporaneamente offrire questa divertente visione: regia, macchinari e scene Ondadurto Teatro - Marco Paciotti e Lorenzo Pasquali, Costumi K.B. Project

Lighting design Marco Alba, assistente alla regia Adriana Laespada. I colori e disegni clowneschi  dei costumi, dei trucchi, delle parrucche rileggono l’opera e la fanno diventare molto divertente, anche se temporalmente avulsa  dal libretto.
Rinaldo Alessandrini  ha diretto con grande impegno volto ad elevare la partitura e riservando grande attenzione al canto. Opera discretamente lunga, in particolare il primo atto di 1 ora e 40, in cui Alessandrini ha dovuto  profondere grande energia per sostenere anche la lunghezza.
Nel ruolo del titolo Roberto de Candia, ha offerto una prova d’eccellenza carismatica e stilistica con sempre un bel colore e gradevolezza d’emissione.  Il Magistrato sir Cuccupis, personaggio buffo dell’opera, è stato interpretato da una grande  buffo dell’opera italiana nel mondo, ovvero Marco Filippo Romano che si è confermato brillantemente. Francisco Brito, con bel tono ha interpretato vivacemente Carlo il falegname, cui ha impresso personalità anche dal punto di vista vocale.

Paola Gardina nella parte di Madama Fritz esprime spigliatezza  vocale ed abilità nell’uso dello strumento; la stessa spigliatezza viene usata attorialmente, caratterizzando il personaggio. Annetta, divertentemente accorata è interpretata da Nina Solodovnikova, la quale riesce bene nella parte con toni brillanti. Loriana Castellano ha il breve ruolo di Caterina, cui comunque imprime adeguata scioltezza interpretativa. Con ruoli minori, ma certamente ben risolti ricordiamo Firman-Trombest Tommaso Barea, Hondedisky Marcello Nardis ed il Notaio Stefano Gentili.
Un plauso, oltre all’orchestra Gli Originali, che ben è risultata con la direzione di Alessandrini, va sicuramente al Coro del Donizetti Opera con la magistrale direzione di Fabio Tartari.

La Musica vince sempre.

Renzo Bellardone

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