Musiche
di Juan Cabanilles, Diego Ortiz, Johann Hieronymus Kapsberger, Claudio
Monteverdi, Andrea Falconieri, Gianluigi Trovesi, Barbara Strozzi, Giovanni
Felice Sances
Incontrarsi…in
concerto ed ecco che su un immaginario tappeto volante si è compiuto un viaggio
dal 1600 alla contemporaneità. Leggendo infatti i nomi della maggior parte dei
compositori ci si era posizionati temporalmente nel ricco ‘600 musicale, ma
all’ascolto immediatamente ci si è ritrovati immersi nel mondo del jazz e delle sue nuove
armonie.
Le
attente quanto esaustive note di sala di Gemma Bertagnolli, chiariscono che il
“Seicento… è uno dei momenti più densi di ricerca di nuovi linguaggi…di un
sentire profondo e passionale: la musica degli affetti”. Il soprano, con la ben nota caratterizzante passionalità, si esprime
spaziando agilmente tra i registri con
leggera naturalezza: acuti, colorature e variazioni si confondono con timbri
profondi in un caleidoscopico rincorrersi di note, sorrisi e brillantezza
vocale. Il suo stare sul palcoscenico con tranquilla spontaneità affascina lo
spettatore che viene ipnotizzato dalle espressioni e dalla luce degli occhi
e della voce.
Questo “strano ensemble” è risultato ben gradevole ed “educativo”, portando l’ascoltatore ad apprezzare nuovi suoni per scritture antiche in un amalgama di storicità e contemporaneità, come a riguardare un quadro del Caravaggio con occhio nuovo e scoprire in quei volti ed in quegli sguardi, i volti e gli sguardi di oggi. L’ideale linea di continuità ha sottolineato quanto la bella musica possa essere ascoltata in stili diversi, con colori e suggestioni diverse, strumenti diversi e contaminazioni riflettenti il buon gusto interpretativo: meritevole ricerca!
Il grande clavicembalista Astronio, anche all’organo, ha tratto armoniche sensazioni dalle sue ispirazioni; il violoncello di Palmeri ha unito le diverse sonorità con la sua dolce e sicura voce; i clarinetti, ma ancor più il sax di Trovesi hanno improntato di contemporaneità musiche che vivono nel tempo.
Renzo
Bellardone
Gemma
Bertagnolli, soprano
Gianluigi
Trovesi, clarinetti e saxofono
Alessandro
Palmeri, violoncello
Claudio
Astronio, organo e cembalo
I
musicisti, quasi in jam session, entrano uno alla volta: per primo Claudio
Astronio che inizia a suonare ancora a luci accese ammutolendo il pubblico, poi
Alessandro Palmeri con il suo violoncello ed a chiudere il trio, Gianluigi
Trovesi prima con il sax e poi con i clarinetti.
Questo “strano ensemble” è risultato ben gradevole ed “educativo”, portando l’ascoltatore ad apprezzare nuovi suoni per scritture antiche in un amalgama di storicità e contemporaneità, come a riguardare un quadro del Caravaggio con occhio nuovo e scoprire in quei volti ed in quegli sguardi, i volti e gli sguardi di oggi. L’ideale linea di continuità ha sottolineato quanto la bella musica possa essere ascoltata in stili diversi, con colori e suggestioni diverse, strumenti diversi e contaminazioni riflettenti il buon gusto interpretativo: meritevole ricerca!
Il grande clavicembalista Astronio, anche all’organo, ha tratto armoniche sensazioni dalle sue ispirazioni; il violoncello di Palmeri ha unito le diverse sonorità con la sua dolce e sicura voce; i clarinetti, ma ancor più il sax di Trovesi hanno improntato di contemporaneità musiche che vivono nel tempo.
Speriamo
che la Musica
vinca sempre.
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