sábado, 12 de julio de 2014

BAVENO FESTIVAL 2014


BAVENO FESTIVAL 2014

   -   Giovedì 10 luglio ore 22,00

Andrea Dulbecco  Dmitrij ( Variazioni sui temi del conc.op.35 di 

    Dmitrij Šostakovič

Arnold Shönberg  Verklärte Nacht

Baveno Festival Ensemble

Raffaello Negri e Rossella Borsoni   violino

Gianni De Rosa, Maria Bocelli  viole

Andrea Sacchi e Marco Radaelli  violoncelli

Salvatore Maiore     contrabbasso

Andrea Dulbecco     vibrafono

Alessandro Maria Carnelli   direttore

Alla recensione del  concerto inaugurale è buona cosa spendere due parole sull’ Umberto Giordano Baveno  Festival che di anno in anno si va affermando con solide basi artistiche e seguito di pubblico. Il titolo dato quest’anno è “Incontri”  e le note sul libro di sala di Raffaella Valsecchi- direttore artistico e di Sebastiano Romano-direttore allestimenti scenici, ben definiscono l’umanità della scelta, anzi delle scelte. 
L’oggi incontra l’ieri. La contemporaneità è moderna: il titolo del concerto potrebbe avere ancora decine di sottotitoli, ognuno a sottolineare la magia che suoni e colori insieme hanno acquerellato, evocando visioni e suggestioni.


Il concerto d’apertura è iniziato alle ore 22,00 ed apparentemente può sembrare una scelta ardita, ma se coniughiamo il buio della sera con i colori delle installazioni di Sebastiano Romano, le poche luci sul palco dell’orchestra ed il rosso che illumina il circostante porticato, ecco che la scelta non appare solo opportuna , ma decisamente efficace.
Andrea Dulbecco solo sul palco di fronte al suo vibrafono ha iniziato a suonare; dal buio della piazza del sagrato è letteralmente spuntato un musicista con  contrabbasso che ha iniziato un pizzicato e poi uno ad uno, ben distanziati ed a passo lento hanno fattoo uno scenografico ingresso tutti gli altri musicisti.
Dulbecco è ottimo compositore ed interprete e le sue improvvisazioni sul tema di Šostakovič hanno affascinato la ricca platea, rimasta ancor più coinvolta quando l’intero Ensemble è diventato partecipe. Il sensibile direttore Alessandro Maria Carnelli ha un gesto chiaro  e sicuro; pur essendo buon conoscitore della matematica musicale vive e fa vivere la musica come un poetico dialogo, un insieme di ricercate vibranti sensazioni.    
Colori in movimento salgono e scendono luminosi o cupi sulla facciata romanica della chiesa dedicata ai Santi Gervaso e Protaso; forme  che evocano stili e pittori cari all’individuale immaginario  fantasioso, ma che ben armonizzano con i chiari e scuri dell’orchestra: figure metafisiche ed onde  in risacca si fondono misteriosamente con la profondità dei brani. Con Shönberg le emozioni si fanno ancor più tangibili e parimenti gli azzurri delle installazioni  lasciano spazio al rosso che irrompe ed avvampa a sottolineare  le note.

La scelta di affidare l’inaugurazione ad un giovane, ma già affermato direttore, espressione della ricchezza musicale del Lago Maggiore,   risultata vincente: il Verbano è la terra del Maestro Carnelli ed “in casa” ha portato le esperienze maturate nei grandi teatri europei, confrontandosi con il grande  Andrea Dulbecco che quale bis ha offerto delle variazioni su un tema jazz di Bill Evans.
Alla luce della vibrante atmosfera  che ieri ha avvolto il sagrato della Parrochiale, è molto triste leggere che la nuova amministrazione comunale intenda chiudere una delle eccellenze culturali del Lago Maggiore, portando quindi ad estinzione il festival intitolato  ad Umberto Giordano.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij  scrisse che “la Bellezza salverà il mondo”, concetto ripreso da Karol Woitjla ed nel caso del Baveno Festival non resta che sperare che non abbiano il soppravvento   elementi che con la bellezza nulla hanno da spartire.
Di consuetudine  chiudo la mia narrazione emotiva con questa frase “La Musica vince sempre”, ma per quanto riguarda questa edizione del Baveno Festival scriverò:

Speriamo che la Musica vinca sempre.

Renzo Bellardone

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