BAVENO FESTIVAL 2014
- Giovedì 10 luglio ore 22,00
Andrea Dulbecco Dmitrij ( Variazioni sui temi del
conc.op.35 di
Dmitrij Šostakovič
Arnold Shönberg Verklärte Nacht
Baveno Festival Ensemble
Raffaello Negri e Rossella Borsoni violino
Gianni De Rosa, Maria Bocelli viole
Andrea Sacchi e Marco Radaelli violoncelli
Salvatore Maiore contrabbasso
Andrea Dulbecco vibrafono
Alessandro Maria Carnelli direttore
Alla recensione del concerto inaugurale è buona cosa
spendere due parole sull’ Umberto Giordano Baveno Festival che di anno in
anno si va affermando con solide basi artistiche e seguito di pubblico. Il
titolo dato quest’anno è “Incontri” e le note sul libro di sala di
Raffaella Valsecchi- direttore artistico e di Sebastiano Romano-direttore
allestimenti scenici, ben definiscono l’umanità della scelta, anzi delle
scelte.
L’oggi incontra l’ieri. La contemporaneità è moderna: il
titolo del concerto potrebbe avere ancora decine di sottotitoli, ognuno a
sottolineare la magia che suoni e colori insieme hanno acquerellato, evocando
visioni e suggestioni. Il concerto d’apertura è iniziato alle ore 22,00 ed apparentemente può sembrare una scelta ardita, ma se coniughiamo il buio della sera con i colori delle installazioni di Sebastiano Romano, le poche luci sul palco dell’orchestra ed il rosso che illumina il circostante porticato, ecco che la scelta non appare solo opportuna , ma decisamente efficace.
Andrea Dulbecco solo sul palco di fronte al suo vibrafono ha iniziato a suonare; dal buio della piazza del sagrato è letteralmente spuntato un musicista con contrabbasso che ha iniziato un pizzicato e poi uno ad uno, ben distanziati ed a passo lento hanno fattoo uno scenografico ingresso tutti gli altri musicisti.
Dulbecco è ottimo compositore ed interprete e le sue improvvisazioni sul tema di Šostakovič hanno affascinato la ricca platea, rimasta ancor più coinvolta quando l’intero Ensemble è diventato partecipe. Il sensibile direttore Alessandro Maria Carnelli ha un gesto chiaro e sicuro; pur essendo buon conoscitore della matematica musicale vive e fa vivere la musica come un poetico dialogo, un insieme di ricercate vibranti sensazioni.
Colori in movimento salgono e scendono luminosi o cupi sulla facciata romanica della chiesa dedicata ai Santi Gervaso e Protaso; forme che evocano stili e pittori cari all’individuale immaginario fantasioso, ma che ben armonizzano con i chiari e scuri dell’orchestra: figure metafisiche ed onde in risacca si fondono misteriosamente con la profondità dei brani. Con Shönberg le emozioni si fanno ancor più tangibili e parimenti gli azzurri delle installazioni lasciano spazio al rosso che irrompe ed avvampa a sottolineare le note.
La scelta di affidare l’inaugurazione ad un giovane, ma già
affermato direttore, espressione della ricchezza musicale del Lago
Maggiore, risultata vincente: il Verbano è la terra del Maestro
Carnelli ed “in casa” ha portato le esperienze maturate nei grandi teatri
europei, confrontandosi con il grande Andrea Dulbecco che quale bis ha
offerto delle variazioni su un tema jazz di Bill Evans.
Alla luce della vibrante atmosfera che ieri ha
avvolto il sagrato della Parrochiale, è molto triste leggere che la nuova
amministrazione comunale intenda chiudere una delle eccellenze culturali del
Lago Maggiore, portando quindi ad estinzione il festival intitolato ad
Umberto Giordano. Fëdor Michajlovič Dostoevskij scrisse che “la Bellezza salverà il mondo”, concetto ripreso da Karol Woitjla ed nel caso del Baveno Festival non resta che sperare che non abbiano il soppravvento elementi che con la bellezza nulla hanno da spartire.
Di consuetudine chiudo la mia narrazione emotiva con questa frase “La Musica vince sempre”, ma per quanto riguarda questa edizione del Baveno Festival scriverò:
Speriamo che la Musica vinca sempre.
Renzo Bellardone
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