DI GABRIELE ROMAGNOLI
La prima cosa bella di sabato 11 aprile 2020 è
il silenzio degli agnelli, risparmiati alla vigilia di una Pasqua senza
ristoranti né pranzi di famiglia. Né
abbacchio, né scottadito, spenti i forni. Il rappresentante di una ditta di
produttori ovini, mentre fa scarse consegne al mercato rionale, riferisce
sconsolato: "L'anno scorso ne macellammo quarantamila, quest'anno soltanto
ventitremila".
Diciassettemila si sono salvati. Questo silenzio degli
agnelli risparmiati è un effetto collaterale positivo di questo tempo, una
conquista da mantenere dopo. E una questione filosofica, a suo modo. L'agnello
risparmiato non ha idea del perché le cose stiano andando in questo modo.
Perché il suo vicino sia scomparso e lui sia rimasto. Perché un destino segnato
fino a un mese fa abbia cambiato corso. E' un mistero e non ha capacità per
risolverlo. Non può comprendere la catena di cause ed effetti (un pipistrello
muore in Cina, un uomo abbraccia un altro che prende un aereo e va in Europa,
sedendo accanto a un'americana). Sa solo di essere salvo, senza manco essere
finito in braccio a Berlusconi. Al momento, siamo nella condizione
dell'agnello. Non abbiamo capito che cosa stia succedendo. Perché
improvvisamente tanti di noi muoiano, come funzioni la catena di conseguenze e
dove e quando possa spezzarsi. Di essere salvi ringraziamo la provvidenza. Ed
evitiamo di finire in braccio a un uomo della provvidenza.
https://rep.repubblica.it/pwa/rubrica/la-prima-cosa-bella/2020/04/11/news/la_prima_cosa_bella_di_sabato_11_aprile_2020-253652516/
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