Catena sui social per invitare “a ribellarsi
al lockdown e alla Liberazione”. Il viceministro dell’Interno Mauri: “Idee
deliranti. Lo Stato c’è e non starà a guardare”
di PAOLO BERIZZI
"Butteve giù dal balcone... fasè
meio!", scrive Massimo Asquini, assessore leghista alla Sicurezza di
Monfalcone, ex poliziotto, guarito dal coronavirus. Un invito al suicidio
rivolto agli italiani intenzionati a partecipare al flashmob casalingo
organizzato per il 25 Aprile dall'Anpi. "Partigiani: ieri assassini
infami, oggi infami assassini", ringhia Frank Robusto, striscione di
CasaPound nella foto profilo Twitter. Poi c'è Vincenzo Laus, cuore nero
salernitano. Un'aquila, la mano tesa nel saluto fascista: "Il 25 Aprile è
il giorno in cui i vili si proclamarono eroi". Il giorno dei
"partigiani scimmie", per dirla con l'ultrà veronese "Hellas
Army", un odiatore che sui social marchia i post non graditi con la stella
di David e nello stato ha la scritta hitleriana Gott mit uns. Le parole
d'ordine sgorgano dalle rocce melmose della Rete: provocare, boicottare,
contestare. O comunque celebrare in modalità contraria. Provare a avvelenare il
pozzo della storia.
Una manifestazione di Forza Nuova (foto
Michele Lapini)
Lo stanno facendo da giorni capi e capetti
della destra. Amministratori, militanti, web-bastonatori, orde di haters
alimentati dalle chat e dalla stampa sovranista, che copre le spalle. Un nuovo
fronte di estremisti e oscurantisti irrompe spaziando dalla pura propaganda
nazionalista agli attacchi più virulenti. Così, dentro e fuori i social,
schiuma la rabbia contro il 25 Aprile. Che nel lessico degli agitatori del
manganello non è la festa della libertà. Ma "dei morti", dei
"traditori". In mezzo, in piena tempesta coronavirus, si apre la
crepa della sconsacrazione, il buco nero dell'odio. Obiettivo: infangare la
festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Cavalcando il momento più
delicato attraversato dall'Italia dal dopoguerra. Come? Anzitutto cercando di
impallinare il brano-simbolo del 25 Aprile, il canto dei partigiani. Quello che
per i fascisti, in fondo, "finisce bene...", anzi
"benissimo", perché alla fine "il partigiano muore".
L'operazione Bella Ciao dell'ultradestra è
iniziata con buon anticipo. Il fatto che tra quattro giorni, causa Covid-19,
non ci saranno manifestazioni fisiche ma solo virtuali, ha acceso la pancia
sovranista. Gli istinti delle formazioni identitarie e nostalgiche si sono
allineati in assetto da carica. "Vogliono farci cantare Bella Ciao dai
balconi. E noi invece scenderemo per strada con la bandiera italiana a
suonare". L'invito, dopo giorni di riscaldamento nei quali gli
incravattati FdI insieme con animatori di residuali fanzine fascio-patriottiche
hanno lanciato l'idea di dedicare il 25 Aprile alle vittime del Covid e di
sostituire Bella Ciao con la Canzone del Piave, è arrivato via Telegram dal
sedicente movimento "Noi siamo il popolo!". Un minestrone di
fascisti, populisti no vax, integralisti cattolici, trumpiani nostrani e
accelerazionisti (i razzisti che vorrebbero la diffusione massiccia del virus
tra gli immigrati). Pronti a prendere in mano megafoni, pentole e fischietti
per ribellarsi - proprio nel giorno della festa della Liberazione - alle
"norme vessatorie" del "regime dittatoriale mascherato da lockdown"
imposto dal "presidente del consiglio Conte, non eletto e scelto
abusivamente".
La catena ha già superato le 20 mila adesioni,
oltre 3 mila in Lombardia. Se il lancio è virtuale, l'atterraggio potrebbe
essere reale. A Torino e a Napoli sabato polizia e carabinieri hanno spento sul
nascere i primi tentativi di protesta. Le "piazze tricolori" verranno
comunicate il 24 aprile, alla vigilia. Ma c'è un partito che ci ha già messo il
cappello: Forza Nuova. Dopo aver provato a forzare il blocco pasquale in nome
del diritto cristiano (una battaglia anche di Matteo Salvini), Roberto Fiore e
i suoi colonnelli - capi ultrà pregiudicati, delinquenti condannati per truffa
ai danni del sistema sanitario nazionale come il ras romano Giuliano Castellino
- , vanno all'assalto del giorno simbolo della Resistenza. Lo schema che
ripropongono è il modello Verona: camicie brune, associazioni sovraniste,
integralisti cattolici e pasdaràn antivaccino. L'obiettivo è coagulare le
"forze del popolo". E proporre un "25 Aprile nero".
Il Viminale guarda con attenzione a ciò che si
sta muovendo. Il timore, lo ha detto la ministra Luciana Lamorgese, è il
rischio di una deriva legata anche all'azione di gruppi estremisti. Ragiona con
Repubblica il viceministro dell'Interno, Matteo Mauri: "I nostalgici delle
marce su Roma e dei salti nel cerchio di fuoco provano a approfittare della
situazione di difficoltà del Paese per riproporre le loro idee deliranti. A
partire dall'abolizione del 25 Aprile come Festa della Liberazione o chiamando
tutti in strada con pentole e fischietti contro lo Stato. Purtroppo per loro lo
Stato c'è, e non starà a guardare".
Sfide. Proclami. Chiamata in piazza quando in
piazza nessuno ci può andare. La tecnica usata dall'estrema destra per logorare
la tradizione dell'anniversario della Liberazione dalla dittatura è la stessa
adottata in questo periodo in altri Paesi. Stressare il disagio della gente.
Strumentalizzare la quarantena per scopi politici. Gli esempi nel mondo non
mancano: dalle manifestazioni armate negli Usa, alla partecipazione del
presidente brasiliano Jair Bolsonaro che ha aizzato un corteo dove si chiedeva
il golpe militare e la chiusura del parlamento. In Italia provano a recidere la
radice della democrazia. Perché, come twitta tal Jimmy Becchetti, "voi
partigiani siete i nemici degli italiani e amici dei marocchini nigeriani che
spacciano e dei romeni che ti vengono in casa di notte. Ora e sempre boia chi
molla".
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/04/21/news/la_sfida_dei_neofascisti_in_piazza_il_25_aprile_per_cancellare_bella_ciao-254565154/
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