Prima di It e Joker: il clown assassino di
Pagliacci di Leoncavallo
L’agghiacciante risata dell’animo umano
Dopo It di Stephen King e Joker, il nemico di
Batman, diventato protagonista del pluripremiato film di Todd Phillips, siamo
ormai abituati ad associare la figura del clown a situazioni tragiche, se non
addirittura horror. La risata tradizionalmente terapeutica e liberatoria del
clown è così spesso avvicinata nel nostro immaginario al terribile esito di un
evento enigmatico e imponderabile. È il frutto di un’ambiguità insita nella profondità
dell’animo umano.
Luce e tenebre nella figura del Pagliaccio
Già alla fine dell’800 alcuni artisti avevano
cominciato a sottolineare il contrasto fra l’esteriorità rassicurante e
colorata del pagliaccio e le tenebre nascoste al suo interno. Il protagonista
indiscusso degli spettacoli del Circo e beniamino dei bambini comincia così a
mostrare la sofferenza umana in lui nascosta.
Tra questi c’è il grande Ruggero Leoncavallo.
Il compositore che sul finire del XX secolo scrisse la musica e il libretto di
Pagliacci, un’opera verista andata in scena per la prima volta al Teatro del
Verme di Milano nel 1892.
Un fatto di cronaca nera: I Pagliacci di
Leoncavallo
Come è noto, l’opera narra quello che oggi
definiremmo un “femminicidio”. Canio/Pagliaccio, capocomico di una piccola
troupe di commedianti girovaghi, uccide per gelosia Nedda/Colombina, la giovane
moglie infedele, istigato da
Tonio/Taddeo, anch’egli membro della troupe e innamorato respinto dalla donna.
Anche se i “drammi della gelosia” non costituivano
una novità nelle trame delle opere liriche, in questo caso, in base alle
dichiarazioni dell’autore, la vicenda si ispirava ad un fatto di cronaca nera
avvenuto in uno sperduto paesino della Calabria e di cui egli stesso era stato
testimone.
Il destino dell’opera
L’opera riscosse un immediato successo
popolare. Primo fra tutti fu apprezzato l’artificio del “teatro nel teatro”:il
delitto avviene sul piccolo palco, nel corso dello spettacolo, davanti al
pubblico dei paesani che non riescono a capire sul momento se si tratti di
finzione o realtà. Inoltre l’opera mostra una storia vera, accaduta in quella
stessa epoca, con gli interpreti che a parte i costumi di scena, indossavano
abiti della vita di tutti giorni.
I Pagliacci di Leoncavallo e Zeffirelli
Pagliacci di Leoncavallo è stata una delle
opere maggiormente messe in scena da Franco Zeffirelli, sia nel tradizionale
abbinamento con un altro capolavoro dell’opera verista, Cavalleria Rusticana di
Pietro Mascagni, sia da sola. Dell’edizione andata in scena alla Scala nel 1981
(sempre con Cavalleria rusticana), ne ha realizzato anche una versione per la
televisione, girata con la tecnica cinematografica e con l’aggiunta di riprese
esterne che l’anno seguente, negli Stati Uniti, vinse sia un Emmy che un Grammy
Award.
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