Figura femminile Pompei, VI, 9, 2-13, Casa di Meleagro, tablino (8), parete est, registro superiore stucco - affresco, 178 x 188 MANN, inv. 9595 I secolo d.C. - IV stile
BOLOGNA – Dalla collaborazione tra Comune di
Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli
nasce il progetto espositivo I Pittori di Pompei, a cura di Mario Grimaldi.
Al Museo Civico Archeologico di Bologna, dal 23 settembre fino al 19 marzo 2023, viene esposto un corpus di straordinari esempi di pittura romana provenienti da quelle domus celebri proprio per la bellezza delle loro decorazioni parietali, dalle quali spesso assumono anche il nome con cui sono conosciute. Capolavori – solo per citarne alcuni – dalle domus del Poeta Tragico, dell’Amore punito, e dalle Ville di Fannio Sinistore a Boscoreale, e dei Papiri a Ercolano.
Filosofo con Macedonia e Persia Boscoreale,
Villa di Fannio Sinistore, oecus (H), parete ovest affresco, cm 240 x 345 MANN,
Inv. s.n. inv. 906 1 secolo a.C. – II stile
L’esposizione ruota attorno alle figure dei
pictores, ovvero gli artisti e gli artigiani che realizzarono gli apparati
decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana. Lo scopo del
progetto è quindi contestualizzarne il ruolo e la condizione economica nella
società del tempo, oltre a mettere in luce le tecniche, gli strumenti, i colori
e i modelli.
Come spiega Grimaldi: “L’esperienza che si propone con questa mostra è quella di rileggere alcuni grandi esempi decorativi facenti parte della Collezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli provenienti da quelle città che, seppellite dalla grande eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ci offrono ancora oggi la possibilità di indagare e far parte di quell’inganno splendido attraverso la personalità dei pictores che operarono in modo anonimo in quelle case“.
In mostra è possibile ammirare un’ampia
selezione degli schemi compositivi più in voga nei diversi periodi dell’arte
romana, osservando come alcuni artisti sapessero conferire una visione
originale di modelli decorativi continuamente variati e aggiornati sulla base
di mode e stili locali.
L’esposizione propone inoltre la ricostruzione di interi ambienti pompeiani
come quelli della Casa di Giasone e, ancora di più della straordinaria domus di
Meleagro con i suoi grandi affreschi con rilievi a stucco, per raccontare il
rapporto tra spazio e decorazione, frutto della condivisione di scelte, e di
messaggi da trasmettere, tra i pictores e i loro committenti.
Se nel mondo della Grecia classica i pittori erano considerati “proprietà dell’universo” – come ricorda Plinio il Vecchio a sottolinearne l’importanza ed il ruolo – al tempo dei romani, i pictores erano visti come abili artigiani, e solo alcuni di loro conquistarono, per la qualità e la raffinatezza delle loro creazioni, il ruolo di artisti.
Parete in IV stile con Nature Morte (xenia)
Pompei, Praedia di Iulia Felix, Reg. II, 4, 3, tablino (92), parete sud
affresco, cm 298 x 447 MANN, Inv. 8598 I secolo d.C.
E la loro arte, da mestiere riservato alle
classi sociali marginali – schiavi, liberti – diventa arte che qualifica chi la
pratica.
L’esposizione è accompagnata da un ampio e
ricco programma didattico rivolto, non solo alle scuole di ogni ordine e grado,
ma anche alle famiglie e al pubblico adulto.
https://artemagazine.it/2022/09/23/anticipazioni-i-pittori-di-pompei-al-museo-civico-archeologico-di-bologna/
ET AUSSI, À PARIS...
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