domingo, 25 de julio de 2021

NAPOLI - TEATRO DI SAN CARLO: IL TROVATORE. FESTIVAL DE BAYREUTH. DIRIGE LA ORQUESTA LA UCRANIANA OKSANA LYNIV

 Doveva essere una delle principali tappe della stagione estiva programmata nella cornice di Piazza del Plebiscito, ma le bizzarrie del meteo di mezza estate hanno indotto il sovrintendente Lissner a ricollocare la seconda rappresentazione in forma di concerto de “Il trovatore” all’interno del San Carlo. Nel complesso (anche grazie alla perfetta organizzazione del Teatro ed all’efficienza del personale di sala nell’applicazione delle misure anti-Covid), una bella sorpresa per il pubblico napoletano, che ha così avuto tanto l’opportunità di assistere al debutto assoluto della divina Anna Netrebko sul palco del Niccolini, quanto la possibilità di apprezzare al meglio le caratteristiche vocali di un cast di alto livello - peraltro ben supportato dal coro guidato da Josè Luis Basso -, con punte di eccellenza nella sua componente femminile.


Padrone assoluto di una partitura che conosce nel profondo di ogni pagina, il direttore Marco Armillato ha il merito di declinare una lettura del capolavoro verdiano nella quale il fuoco della battaglia è temperato da uno strisciante senso di tragedia incombente, che traspare soprattutto dal racconto di Azucena. Il messaggio è chiaro: non c’è solo la pira, in quest’opera. C’è la notte, c’è l’amore, c’è il desiderio, c’è la disperazione. E c’è il dolore. Tanto, tantissimo dolore.

La locandina

Data dello spettacolo: 20 Jul 2021

 

Il Conte di Luna      Luca Salsi

Leonora        Anna Netrebko

Manrico        Yusif Eyvazov

Azucena        Anita Rachvelishvili

Ferrando       Andrea Mastroni

Ines    Vittoriana De Amicis

Ruiz    Gabriele Mangione

Un vecchio zingaro Giuseppe Scarico

Un messo      Giuseppe Valentino

             

Direttore       Marco Armillato

Maestro del coro     Josè Luis Basso

Impianto scenico    Pasqualino Marino

Luci    Mario D'Angiò

             

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Sulla Leonora della Netrebko è stato detto e scritto tanto, trattandosi di uno dei personaggi che maggiormente ne hanno caratterizzato l’ascesa. Non rimane che concentrarsi sui dettagli, che cogliere le sfumature dell’esecuzione di un’artista nel pieno della maturità, e ormai perfettamente in grado di alternare la soavità del soprano lirico con gli accenti fiammeggianti dell’autentico drammatico. Dettagli, dunque: come le agilità della cabaletta del primo atto, come il paradisiaco diminuendo incastonato nel recitativo che precede il concertato (“Può fra gli eletti”), come la capacità di scurire la voce per rendere il Miserere un autentico inno di morte. I pianissimi che scandiscono “D’amor sull’ali rosee” sono veri e propri raggi laser in grado di ammaliare la platea dalla prima all’ultima nota, per deflagrare in un’ovazione condivisa da coro e orchestra.

Nei panni di Azucena, Anita Rachvelishvili si rende protagonista di una prova non meno monumentale di quella offerta dalla celebratissima collega, confermandosi, per timbro ammantato di velluto, sicurezza in acuto e volume tonitruante, il prototipo del mezzosoprano verdiano. L’attacco di “Stride la vampa” è uno dei momenti più interessanti della serata, mentre nel “Perigliarti ancor languente” un’onda di suono quasi cancella Manrico dalla scena.

Centrato per voce e temperamento il Ferrando di Andrea Mastroni, corretta la Ines di Vittoriana De Amicis, Luca Salsi ripropone – forte di un timbro fascinosamente brunito, di acuti solidi e di una rinnovata attenzione per la parola scenica (la frase “io del rival sentir pietà?” è un misto di autentica costernazione e furia non trattenuta) - il suo collaudatissimo Conte di Luna, nel quale la dimensione predatoria del Cavaliere Nero prevale su quella nobile e sognante dell’uomo innamorato e ferito.

In crescendo la serata di Yusif Eyvazov, Manrico molto lirico e romantico, ma lontano per peso vocale e slanci guerrieri dal modello del tenore eroico che normalmente ispira la lettura del ruolo. Quasi irretito dai mezzi della Netrebko e della Rachvelishvili nel terzetto del primo atto e nel primo duetto con la madre, il cantante azero affronta invece con apprezzabile coraggio l’aria del terzo atto e la successiva cabaletta della pira, eseguita con squillo sicuro nella doppia puntatura di tradizione, e generosamente bissata su richiesta del pubblico.

La locandina è completata da Gabriele Mangione (Ruiz), Giuseppe Scarico (Un vecchio zingaro), Giuseppe Valentino (Un messo).

La recensione si riferisce alla recita di sabato 17 luglio 2021.

Carlo Dore jr.

https://www.operaclick.com/recensioni/teatrale/napoli-teatro-san-carlo-il-trovatore

Y....

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