Doveva essere una delle principali tappe della stagione estiva programmata nella cornice di Piazza del Plebiscito, ma le bizzarrie del meteo di mezza estate hanno indotto il sovrintendente Lissner a ricollocare la seconda rappresentazione in forma di concerto de “Il trovatore” all’interno del San Carlo. Nel complesso (anche grazie alla perfetta organizzazione del Teatro ed all’efficienza del personale di sala nell’applicazione delle misure anti-Covid), una bella sorpresa per il pubblico napoletano, che ha così avuto tanto l’opportunità di assistere al debutto assoluto della divina Anna Netrebko sul palco del Niccolini, quanto la possibilità di apprezzare al meglio le caratteristiche vocali di un cast di alto livello - peraltro ben supportato dal coro guidato da Josè Luis Basso -, con punte di eccellenza nella sua componente femminile.
Padrone assoluto di una partitura che conosce
nel profondo di ogni pagina, il direttore Marco Armillato ha il merito di
declinare una lettura del capolavoro verdiano nella quale il fuoco della
battaglia è temperato da uno strisciante senso di tragedia incombente, che
traspare soprattutto dal racconto di Azucena. Il messaggio è chiaro: non c’è
solo la pira, in quest’opera. C’è la notte, c’è l’amore, c’è il desiderio, c’è
la disperazione. E c’è il dolore. Tanto, tantissimo dolore.
La locandina
Data dello spettacolo: 20 Jul 2021
Il Conte di Luna Luca Salsi
Leonora Anna Netrebko
Manrico Yusif Eyvazov
Azucena Anita Rachvelishvili
Ferrando Andrea Mastroni
Ines Vittoriana De Amicis
Ruiz Gabriele Mangione
Un vecchio zingaro Giuseppe Scarico
Un messo Giuseppe Valentino
Direttore Marco Armillato
Maestro del coro Josè Luis Basso
Impianto scenico Pasqualino Marino
Luci Mario D'Angiò
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Sulla Leonora della Netrebko è stato detto e
scritto tanto, trattandosi di uno dei personaggi che maggiormente ne hanno
caratterizzato l’ascesa. Non rimane che concentrarsi sui dettagli, che cogliere
le sfumature dell’esecuzione di un’artista nel pieno della maturità, e ormai
perfettamente in grado di alternare la soavità del soprano lirico con gli
accenti fiammeggianti dell’autentico drammatico. Dettagli, dunque: come le
agilità della cabaletta del primo atto, come il paradisiaco diminuendo
incastonato nel recitativo che precede il concertato (“Può fra gli eletti”),
come la capacità di scurire la voce per rendere il Miserere un autentico inno
di morte. I pianissimi che scandiscono “D’amor sull’ali rosee” sono veri e
propri raggi laser in grado di ammaliare la platea dalla prima all’ultima nota,
per deflagrare in un’ovazione condivisa da coro e orchestra.
Nei panni di Azucena, Anita Rachvelishvili si
rende protagonista di una prova non meno monumentale di quella offerta dalla
celebratissima collega, confermandosi, per timbro ammantato di velluto,
sicurezza in acuto e volume tonitruante, il prototipo del mezzosoprano
verdiano. L’attacco di “Stride la vampa” è uno dei momenti più interessanti
della serata, mentre nel “Perigliarti ancor languente” un’onda di suono quasi
cancella Manrico dalla scena.
Centrato per voce e temperamento il Ferrando
di Andrea Mastroni, corretta la Ines di Vittoriana De Amicis, Luca Salsi
ripropone – forte di un timbro fascinosamente brunito, di acuti solidi e di una
rinnovata attenzione per la parola scenica (la frase “io del rival sentir
pietà?” è un misto di autentica costernazione e furia non trattenuta) - il suo
collaudatissimo Conte di Luna, nel quale la dimensione predatoria del Cavaliere
Nero prevale su quella nobile e sognante dell’uomo innamorato e ferito.
In crescendo la serata di Yusif Eyvazov,
Manrico molto lirico e romantico, ma lontano per peso vocale e slanci guerrieri
dal modello del tenore eroico che normalmente ispira la lettura del ruolo.
Quasi irretito dai mezzi della Netrebko e della Rachvelishvili nel terzetto del
primo atto e nel primo duetto con la madre, il cantante azero affronta invece
con apprezzabile coraggio l’aria del terzo atto e la successiva cabaletta della
pira, eseguita con squillo sicuro nella doppia puntatura di tradizione, e
generosamente bissata su richiesta del pubblico.
La locandina è completata da Gabriele Mangione
(Ruiz), Giuseppe Scarico (Un vecchio zingaro), Giuseppe Valentino (Un messo).
La recensione si riferisce alla recita di
sabato 17 luglio 2021.
Carlo Dore jr.
https://www.operaclick.com/recensioni/teatrale/napoli-teatro-san-carlo-il-trovatore
Y....
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