miércoles, 25 de septiembre de 2013

MITO 2013. TEATRO REGIO TORINO

MITO  2013 - Teatro Regio Torino - Giovedì 19 settembre 0re 21.00
Goffredo Petrassi, Coro di Morti  - Gustav Mahler, Sesta Sinfonia in la minore


MITO, Regio Torino, Noseda

Un trittico invincibile ed impareggiabile dipinto con i colori ed i componenti più ricercati.
Tre pianoforti immediatamente dinanzi al direttore , formazione orchestrale ridotta a pochi strumenti, il folto coro maschile al fondo e Gianandrea Noseda sul podio: già questa immagine è di per sé un ricordo indelebile, ma ancor più lo diventa se si pensa alla drammaticità del madrigale di Petrassi su testo di Giacomo Leopardi. Il coro del Regio diretto da Claudio Fenoglio offre (ormai ci si è abituati) un’ottima interpretazione coinvolta e sentita. Uno spartito non semplice che in poche prove ha trovato grande vita con i professori dell’orchestra del Regio, sempre più bravi sotto la direzione di un ispiratissimo Noseda che con gesti appena accennati, ma colmi di comunicazione ha dato una visione di sé quasi al di fuori del conosciuto.  E’ necessario fare cenno all’evidente grande lavoro fatto nel tempo per comprendere l’intesa tra direttore e musicisti in buca, che ormai è palpabile e che permette di offrire l’ascolto di importanti edizioni. I tre pianoforti dalla voce cristallina ed a volte impercettibilmente tenue si incontrano con gli evocativi ottoni a creare un parterre metafisico per le voci che spettralmente salgono dal profondo.

A seguire ed a variare la cifra in aumento, la Sesta Sinfonia di Mahler dove ritroviamo il Noseda che conosciamo, trascinatore e coinvolgente che vive la musica  in sintonia con il veloce fluire del sangue nelle vene. Pregevoli i violoncelli che segnano il tempo in una sorta di marcia spettrale per  lasciare poi spazio alle  inattese voci dalla natura nella sua veste più agreste e terrena; le arpe, e le campane creano l’atmosfera dell’attesa e dell’ignoto in un’enfasi drammatica, ostinatamente  ricorrente.  I prolungati applausi hanno davvero il senso del liberatorio da quell’attrazione fatale che ha fatto brillare molti sguardi per l’aleggiante commozione.
La Musica vince sempre.

Renzo Bellardone

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