Donde hay música no puede haber cosa mala, ovvero “dove c’è musica non ci può essere alcun male”: queste parole dal Don Chisciotte rispecchiano lo spirito di Ravenna Festival, che da sempre trova nella musica e nelle arti performative uno spazio di confronto e dialogo, ma la citazione titolo di questa XXXVI edizione offre anche l’occasione per riflettere sul coraggio, dalla tradizione epica al cavaliere errante di Cervantes, fino all’eroismo dei giorni nostri: il coraggio civile e spirituale, il coraggio di ricominciare, creare e sperare.
Se Riccardo Muti inaugura il Festival il 31 maggio con l’Orchestra Cherubini, fra gli ospiti anche Zubin Mehta, Daniel Harding, Accademia Bizantina, The Tallis Scholars, Uri Caine, Cat Power, Heiner Goebbels, Max Richter, Marco Baliani, Enrico Rava, Stefano Bollani, Malika Ayane, Alessio Boni, Lakecia Benjamin…
Eroi per il nuovo millennio
Se il Bhagavadgītā, punto di partenza per il Grande Teatro di Lido Adriano, ruota attorno al guerriero Arjuna, nell’Orlando furioso, da cui sono tratti i protagonisti delle opere di Händel in scena per la Trilogia d’Autunno (12-16 novembre), i paladini sono uomini in preda alle passioni. Il Don Chisciotte ad ardere di Albe/Ravenna Teatro ci chiama a partecipare al sogno del cavaliere errante, mentre Marco Baliani ci invita a contemplare il “coraggio silenzioso”.
Sono quattro i concerti Voci e musiche dalla Palestina, parte anche del Festival delle Culture, e nove gli appuntamenti pomeridiani della rassegna ecosostenibile e diffusa Romagna in fiore (10 maggio-2 giugno), una celebrazione dello spirito di comunità e resilienza dei territori funestati dagli eventi alluvionali.
Sono eroine delle idee le donne della Lisistrata di Aristofane in sciopero contro la guerra; Marco Martinelli “rimette in vita” la commedia di Aristofane con gli adolescenti del territorio partenopeo. Il fil rouge del coraggio civile attraversa l’opera Anita sulla compagna di Garibaldi, The Passion of Octavius Catto di Uri Caine dedicato all’attivista afroamericano assassinato nel 1871 e lo spettacolo di danza Fragolesangue.Musiche
Riccardo Muti è sul podio della sua Orchestra Cherubini per il concerto inaugurale con il violinista Giuseppe Gibboni e un secondo concerto a luglio, ma la sezione sinfonica include Zubin Mehta con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e la violinista Amira Abouzahra e Daniel Harding alla guida dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Vivaldi d’amore è la serata che Accademia Bizantina dedica ai concerti per archi, violino e viola d’amore del Prete Rosso con direttore e solista Alessandro Tampieri.
Sull’orizzonte contemporaneo si stagliano Max Richter con il suo più recente album In A Landscape e le Surrogate Cities di Heiner Goebbels – il compositore curerà anche la mise en espace di quest’imponente ciclo orchestrale nella nuova produzione di Ravenna Festival. Il Duo Aria rende omaggio a Luciano Berio nel centenario della nascita, mentre sono due gli appuntamenti con la nuova generazione del pianismo, con Pietro Fresa e Alexander Gadjiev.
Tra le formazioni cameristiche l’eclettico vision string quartet da Berlino, il Trio Orelon per Haydn, Beethoven e Arensky, il Signum Saxophone Quartet che spazia da Grieg a Piazzolla, Marco Albonetti con il FontanaMix Ensemble per musiche dal mondo arrangiate da Fred Sturm e il folk avant-garde del trio sloveno Širom.Cantare amantis est
Al centro della rassegna Cantare amantis est, curata da Anna
Leonardi e Michele Marco Rossi, nel 2024 autori della Chiamata alle arti, c’è
il canto nella sua dimensione corale. Domenica 1 e lunedì 2 giugno cori di
tutt’Italia prendono parte prove e lezioni su pagine verdiane con la guida di
Riccardo Muti, mentre con Another Bach in the Wall saranno presentati i murales
alla Mensa di Fraternità della Parrocchia di San Rocco realizzati da artisti
della Chiamata alle arti e la Basilica Metropolitana ospiterà un concerto per
il Giubileo.
Nelle basiliche
Il Festival ha commissionato una nuova sacra rappresentazione: Rut, raccolti di speranza è stata composta da Marianna Acito su libretto di Francesca Masi. Le messe in scena a tema sacro contano anche Membra Jesu Nostri di Dietrich Buxtehude, affidato al Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna, con il visual project dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, mentre l’oratorio San Giovanni Battista composto da Alessandro Stradella per l’anno giubilare 1675 è eseguito dall’Ensemble Mare Nostrum.
I 500 anni dalla nascita di Palestrina sono
celebrati a San Vitale dai Tallis Scholars, insieme ai novant’anni di Arvo
Pärt, e dall’ensemble vocale Odhecaton. Tallis, Odhecaton e Gruppo Vocale
Heinrich-Schütz prenderanno parte anche a In templo Domini.
Un festival che danza
Il ritorno del gala Les étoiles curato da Daniele Cipriani chiude il programma estivo il 13 luglio in una versione pour homme, ma la danza rende tributo a Ennio Morricone con Notte Morricone del Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto (che propone anche le MicroDanze al Museo Classis).
Doppio omaggio a Micha van Hoecke con il riallestimento La dernière danse? ad opera di Miki Matsuse con il Balletto di Roma e la mostra fotografica La vie d’artiste. In prima anche Fragolesangue di Monica Francia, Ida Malfatti e Zoe Francia Lamattina, un’esperienza collettiva che fa i conti con le narrazioni di un’altra epoca poetico-politica.
Il teatro specchio del mondo
Con Lisistrata Marco Martinelli “rimette in vita” Aristofane nell’ambito del dialogo tra Ravenna e Parco Archeologico di Pompei. Se Lisistrata rappresenta l’impegno civile e pacifista, il ritratto dell’eroe moderno include Don Chisciotte ad ardere di Albe/Ravenna Teatro con i cittadini della Chiamata Pubblica; le tre ante del progetto (compresa l’inedita terza parte) saranno in scena fra Palazzo Malagola, Palazzo di Teodorico e Teatro Rasi.
Il Grande Teatro di Lido Adriano si confronta invece con il Bhagavadgītā,
riletto con il coinvolgimento di decine di giovani e adulti della cosmopolita
località della riviera. Le variazioni sul tema si completano con Del coraggio
silenzioso, uno spettacolo di e con Marco Baliani. La sezione teatro include
anche la prima di Ghosts di Fanny & Alexander, basato su racconti di
fantasmi di Edith Wharton, e Finale di partita di Beckett secondo Nerval
Teatro.
Trilogia d’Autunno
Intitolata L’invisibil fa vedere Amore, quest’anno la
Trilogia d’Autunno (12-16 novembre) rinnova il dialogo fra Pier Luigi Pizzi e
Accademia Bizantina e Ottavio Dantone ed è interamente dedicata a Händel, con
due nuovi allestimenti di Orlando e Alcina, a cui si aggiunge l’esecuzione del
Messiah, in questo caso con Dantone alla guida dell’Orchestra Cherubini e il
Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”.
https://www.ravennafestival.org/donde-hay-musica-xxxvi-edizione-2/
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