VISITA AL TEATRO FARNESE
Dentro del complejo del Palacio de la Pilotta, la entrada es un deslumbramiento. Espacial, sonoro (hay un grupo de música tecno ensayando con discreción. Se perciben, pero empastan muy bien con el decorado, el fondo y las formas de la sala, enorme).
Musealizado de una forma excelente, madera por todas partes. Un sentimiento frutal, de pertenencia al mundo de la naturaleza en estado puro, apenas tocado o dibujado, sin embargo se siente también, una potencia escénica y teatral de envergadura.
Si hay algún lugar en Parma que pueda llegar a producir esta sensación de poderosa emoción de Síndrome de Stendhal es probablemente este suntuoso complejo, donde hay exposiciones como la de Fornasetti, el Museo Arqueológico, las escalinatas, el propio edificio polimorfo de la Pelota (Pilotta),gente subiendo y bajando armónicamente y un halo de historia y de tiempo vivido, a la Proust, recobrado. Largos pasillos y esa sensación clarísima de espacios antiguos, clásicos, como de templos griegos o romanos, sin fechas, sin fronteras, sin tiempos.
Acogedor el personal de entrada, servicial sin agobiar y las reglas del covid vigentes, pero asumidas por todos, tanto, que llegan a no molestar. Forman parte de la vida hoy, temporalmente tal vez.
Una verdadera novela el Teatro Farnese y todo el monumento, lleno de referencias, pero actual, ocupado, lleno de fantasía, de esperanza, de belleza, o por qué no, de Belleza.
Alicia Perris
Fotos: Julio Serrano
VIAJE A PARMA (III)
Al primo piano del Palazzo della Pilotta un portone monumentale in legno dipinto, sormontato da una corona ducale, ci conduce al Teatro Farnese: un ambiente spettacolare che conserva ancor oggi il ricordo della fastosa vita di corte dei Duchi Farnese. Quasi del tutto distrutto dalle bombe del 1944 e ricostruito in epoca moderna, oggi il teatro ci restituisce una delle più straordinarie architetture teatrali del Seicento.
LA COSTRUZIONE E IL PERIODO FARNESIANO
Costruito in brevissimo tempo, usando materiali leggeri come il legno e lo stucco dipinti, il teatro nacque per volontà di Ranuccio I, IV duca di Parma e Piacenza (1593 -1622), il quale intendeva festeggiare con grande sfarzo la sosta di Cosimo II de’ Medici a Parma, programmata in occasione di un viaggio del Granduca di Toscana a Milano per visitare la tomba di San Carlo Borromeo.
Si trattava di un evento di grande importanza politica per Ranuccio, che aveva la possibilità di rinsaldare i suoi legami con la famiglia medicea, riallacciati nel 1615, con un accordo matrimoniale tra le due famiglie ducali, mostrando a Cosimo e implicitamente a tutta l’aristocrazia italiana la grandezza e lo splendore del casato dei Farnese.
Nel 1617, in tutta fretta, fu quindi invitato a Parma l’architetto ferrarese Giovan Battista Aleotti, detto “L’Argenta” dal nome del paese d’origine (1546-1636), che aveva già lavorato con i Farnese a Parma durante il carnevale del 1616 per l’allestimento di un’opera torneo nel cortile del Vescovado. L’Aleotti era architetto ed ingegnere idraulico, grande erudito e spirito enciclopedico, e i suoi interessi spaziavano dalla matematica all’architettura, alla scenotecnica e alla filosofia.
L’Argenta non era nuovo a queste esperienze teatrali perché già nel 1605 aveva costruito il Teatro degli Intrepidi a Ferrara su iniziativa del marchese Enzo Bentivoglio, signore di Gualtieri, grande esperto ed organizzatore di spettacoli che lo sostituì nella direzione del cantiere farnesiano di Parma, quando Aleotti lo lasciò per motivi personali prima della fine dei lavori.
Sotto la direzione del ferrarese e degli architetti collaboratori Giovan Battista Magnani e Pier Francesco Battistelli, lavorarono al cantiere maestranze specializzate: lo stuccatore ferrarese Luca Reti, il pittore cremonese Giovan Battista Trotti detto il Malosso, il bolognese Lionello Spada, i parmigiani Sisto Badalocchio, Antonio Bertoja e Pierluigi Bernabei.
Sfumato il progettato viaggio di Cosimo, l’inaugurazione del teatro – già ultimato nel 1619 – avvenne solo nel 1628, in occasione delle nozze tra Margherita de’ Medici e il duca Odoardo, con uno spettacolo allegorico-mitologico dal titolo “Mercurio e Marte” – con testo di Claudio Achillini e musiche di Claudio Monteverdi -, arricchito da un torneo e culminante in una spettacolare naumachia, per la quale fu necessario allagare la platea con una enorme quantità d’acqua, pompata tramite una serie di serbatoi posti al di sotto del palcoscenico.
Data la complessità degli allestimenti e del
funzionamento delle macchine di scena, nonché l’alto costo degli spettacoli
stessi, il teatro fu utilizzato solo altre otto volte dal 1652 al 1732, in
occasione di visite illustri o di matrimoni della corte dei Farnese. A riprova
di ciò, la costruzione nel 1689 di un teatrino di corte più piccolo, voluto da
Ranuccio II negli spazi adiacenti al gran teatro, disegnato dal bolognese
Stefano Lolli.
ELENCO DEGLI SPETTACOLI DAL 1628 AL 1732
1628 | Inaugurazione del teatro con il torneo
e lo spettacolo “Mercurio e Marte” di Claudio Achillini, con musiche di Claudio
Monteverdi, in occasione del matrimonio del duca Ottavio Farnese con Margherita
de’ Medici.
1652 | Rappresentazione del dramma fantastico
“Le vicende del Tempo” di Bernardo Morando, con musiche di Francesco Manelli,
in occasione della visita degli arciduchi Carlo, Sigismondo, Francesco ed Anna
di Toscana.
1660 | Rappresentazione del dramma in tre atti
“La Filo”, ovvero “Giunone rappacificata con Ercole” di Francesco Berni, con
scene di Carlo Pasetti e musiche di Francesco Manelli, in occasione delle nozze
di Ranuccio II Farnese con Margherita Violante di Savoia.
1664 | Spettacolo musicato dal maestro Oliva
per le seconde nozze del duca Ranuccio II con Isabella d’Este.
1668 | Rappresentazione del dramma “La Parma”
scritto da Alessandro Guitti, in occasione delle terze nozze del duca Ranuccio
II con la sorella della seconda moglie, Maria d’Este.
1690 | Grandioso spettacolo, dal titolo “Il
favore degli dei”, con testo di Aurelio Aureli e musiche di Bernardo Sabadini,
in occasione delle nozze di Odoardo Farnese con Dorotea Sofia di Neoburgo.
1714 | Concerto per le nozze di Elisabetta
Farnese con Filippo V di Spagna.
1728 | Carosello equestre, dal titolo “Le
nozze di Nettuno con Anfitrite”, su libretto di Carlo Innocenzo Frugoni,
musiche di Leonardo Vinci e scene di Sebastiano Galeotti, in occasione delle
nozze di Antonio Farnese con Enrichetta d’Este.
1732 | Rappresentazione del dramma “Venuta di
Ascanio in Italia” su libretto di Carlo Innocenzo Frugoni, con scene di Pietro
Righini, in occasione della venuta a Parma di Don Carlo di Borbone, figlio di
Elisabetta Farnese e infante di Spagna.
https://complessopilotta.it/teatro-farnese/
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