Melodramma buffo in due atti
Musica di Gioachino Rossini, su libretto di Cesare Sterbini
da «Le barbier de Seville ou l’inutile precaution» di P.de Beaumarchais
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816
Regia di Alessio Pizzech
Direzione d’orchestra di Nicola Paszkowski
Scene e costumi Pier Paolo Bisleri – Luci Claudio Schmid - Assistente alla regia Antonio Ligas
OGI Orchestra Giovanile Italiana – Ensamble LTL Opera Studio
Edizioni Casa Ricordi - Edizione critica della partitura a cura di Alberto Zedda
Coproduzione Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, Azienda Teatro del Giglio di Lucca,
Fondazione Teatro Verdi di Pisa e Fondazione Teatro Coccia Onlus di Novara
da «Le barbier de Seville ou l’inutile precaution» di P.de Beaumarchais
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816
Regia di Alessio Pizzech
Direzione d’orchestra di Nicola Paszkowski
Scene e costumi Pier Paolo Bisleri – Luci Claudio Schmid - Assistente alla regia Antonio Ligas
OGI Orchestra Giovanile Italiana – Ensamble LTL Opera Studio
Edizioni Casa Ricordi - Edizione critica della partitura a cura di Alberto Zedda
Coproduzione Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, Azienda Teatro del Giglio di Lucca,
Fondazione Teatro Verdi di Pisa e Fondazione Teatro Coccia Onlus di Novara
PERSONAGGI E INTERPRETI
Il Conte d’Almaviva (tenore) Alfonso Zambuto
Don Bartolo (basso) Davide Franceschini
Rosina (mezzosoprano) Alessia Martino
Figaro (baritono) William Hernandez
Don Basilio (basso) Eugenio Di Lieto
Berta (soprano) Máriam Guerra Chamorro
Fiorello (basso) Federico Cucinotta
Ambrogio Andrea Gambuzza
Notaio Diego Savini
Un ufficiale Massimiliano Svab
Il Conte d’Almaviva (tenore) Alfonso Zambuto
Don Bartolo (basso) Davide Franceschini
Rosina (mezzosoprano) Alessia Martino
Figaro (baritono) William Hernandez
Don Basilio (basso) Eugenio Di Lieto
Berta (soprano) Máriam Guerra Chamorro
Fiorello (basso) Federico Cucinotta
Ambrogio Andrea Gambuzza
Notaio Diego Savini
Un ufficiale Massimiliano Svab
Il Teatro
Coccia di Novara ancora una volta merita l’apprezzamento del pubblico per
le scelte, le collaborazioni artistiche e di produzione. ‘Il Barbiere’ andato
in scena a metà novembre è il risultato di una collaborazione con il Laboratorio Toscano per la Lirica
(premio Abbiati 2013) sull’edizione
critica musicale del Maestro Alberto Zedda.
L’impressione ricavata dalla messa in scena sono la
freschezza, la giocosità e l’arcobaleno di colori nell’essenzialità della scena
e dei costumi di Pier Paolo Bisleri
esaltati dallE nette luci, anch’esse vivide e colorate, di Claudio Schmidt.
L’opera,una delle più rappresentate al mondo, è
stata affrontata da diversi registi con altrettante visioni; quella in
questione, di Alessio Pizzech, è modernamente essenziale, curando però di
avere tutti i dettagli ed i simboli sul palco; ecco infatti linearmente
rappresentate con grandi persiane chiare e stilizzate la vetrina con le parrucche, la sedia del
barbiere, il balcone, la scala, la
piazza ed il salotto di don Bartolo, il tutto condito con giovanile freschezza
e parecchie gags e movenze allusive, come per Berta, qui più che efficacemente
interpretata da Mariam Guerra Chamorro,
che non perde occasione per ‘tentare’ i vari protagonisti invitandoli a
sculacciarla e non perde neppure occasione per una tentata danza con Rosina.
L’orchestra ed il coro anch’esse sono composte da
elementi giovani e briosi, che sotto la direzione attenta di Nicola
Paszkowski hanno offerto una buona esecuzione rispettosamente fedele. Parimenti e
simpaticamente, quanto abilmente in
scena gli elementi dell’Ensemble LTL opera
studio.
Gli interpreti sono veramente da applaudire per
l’impegno profuso, la gioia interpretativa ed per il buon risultato ottenuto
non solo per l’aspetto vocale, ma anche attoriale.
Alfonso Zambuto è il tenore leggero che con i tre travestimenti ha dato vita al Conte
d’Almaviva con voce sicura e brillante.
Don Bartolo è stato buffamente
interpretato e con voce corposa, da Davide
Franceschini che in un certo senso ha rivisitato il personaggio rendendolo
ancor più buffo; Alessia Martino,
Rosina è stata maliziosamente aggraziata ed ha ben affrontato il ruolo con voce
sicura nei vari registri. Il basso
costaricano William Hernandez ha
interpretato Figaro con movenze da
palcoscenico tra Freddie Mercury ed
Elvis Presley (Elvis the pelvis): giovane e brillante oltre ad aver esposto
un’apprezzata agile interpretazione vocale ha esibito notevoli agilità da danzatore acrobatico.
Don Basilio con le maniche alla pipistrello è stato
anche calato dall’alto , dovendo cantare sospeso in aria, ma con aplomb e professionalità Eugenio
di Lieto ne ha dato una seriosamente buffa, quanto convincente
interpretazione, scevra da facili ammiccamenti ed espressioni scontate: bel
timbro e bel colore.
Federico Cucinotta ha vestito i panni di Fiorello restando parecchio in scena e dimostrando di saper stare sul palcoscenico
con disinvolta sicurezza, avallata anche da una voce profonda ed arrotondata
che può agevolmente affrontare ruoli più impegnativi. Come si è già accennato
al ruolo di Berta, anche quello di Ambrogio, ricoperto dal mimo Andrea Gambuzza, merita una pregevole
nota, infatti in questa produzione sono stati entrambi parte integrante dello
spettacolo ravvivandolo e riempendolo con la loro presenza sempre pertinente,
puntuale e spiritosa. Seppure in ruoli di poche battute meritano sicuramente un
cenno positivo sia Diego Savini-notaio
e Massimiliano Svab-un ufficiale.
Ancora una volta il melodramma buffo sull’Inutil
Precauzione, ha sicuramente attratto e
divertito.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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