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#OLTREILMUSEO
Storia di un pregiudizio
In attesa della mostra “Oltre il ghetto. Dentro&Fuori”, il MEIS propone una serie di appuntamenti virtuali per rivelare qualche anticipazione. L'esposizione ripercorre il periodo che va dai ghetti (con l'istituzione del primo, quello di Venezia nel 1516) all'Emancipazione e l'Unità d'Italia: un percorso che affronta tematiche identitarie universali attraverso opere d'arte, preziosi volumi e documenti.
Le quattro curatrici, Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel racconteranno i segreti della mostra scegliendo alcuni degli oggetti protagonisti. Gli incontri - che si svolgeranno via Zoom - prevedono anche la possibilità di fare domande per chiedere ulteriori informazioni e curiosità.
Martedì 26 gennaio alle 19.00, il MEIS ospiterà una conversazione sul tema dei pregiudizi antiebraici e dell’antisemitismo. Il Direttore Amedeo Spagnoletto introdurrà la curatrice della mostra Carlotta Ferrara degli Uberti (Università di Pisa) che dialogherà con Cristiana Facchini, docente dell’Università di Bologna e autrice di uno dei saggi pubblicati nel catalogo.
A partire dai temi della mostra, verrà sviluppata una riflessione sull’evoluzione storica di diverse forme di ostilità antiebraica attraverso i secoli, con una particolare attenzione dedicata al contesto italiano ottocentesco e del primo Novecento.
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(Nelle immagini il frontespizio di "Il teatro della perfidia, o sia, La scena tragica dell'Hebreismo", Fondo Gianfranco Moscati, Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah)
#ITALIAEBRAICA
Tornano le iniziative di #ITALIAEBRAICA, il progetto che riunisce i musei ebraici italiani.
La nuova serie di eventi online, inaugurata sulla piattaforma Zoom lo scorso dicembre, ci conduce alla scoperta della straordinaria ricchezza del patrimonio culturale ebraico
Ogni mese due musei per volta saranno i protagonisti di un episodio e costruiranno insieme un unico racconto che avrà al centro i beni culturali ebraici italiani, le persone, le famiglie, gli usi e i costumi che li accomunano. Il dialogo metterà in luce l’intreccio di storie che legano una comunità all’altra.
Il secondo appuntamento, previsto giovedì 21 gennaio alle 18.30, è dedicato al Museo Ebraico di Roma e alla Sinagoga di Siena. Al centro dell'incontro, la tradizione degli apparati effimeri, decorazioni sceniche temporanee prodotte per addobbare le città in occasione delle celebrazioni, volute dalle autorità locali, di momenti particolarmente significativi.
Tra Seicento e inizio Settecento, a Roma, l'Università (ovvero la comunità) degli ebrei ne produceva per contribuire, spesso forzatamente, al "possesso papale": ossia la cerimonia durante la quale il pontefice appena eletto sfilava in trionfo dalle sue residenze, il Vaticano e poi il Quirinale, attraversando la città per giungere alla cattedrale in San Giovanni in Laterano, dove si sarebbe svolta la sua investitura a vescovo di Roma. L'esemplare dell'immagine qui proposta era compreso in una serie di quaranta cartelli realizzati in occasione del possesso di Papa Corsini, il 19 novembre 1730, il cui nome è stato anagrammato all'interno del motto.
A Siena si conserva invece l'incisione "Comparsa delle contrade e corsa del Palio, rappresentato il 13 maggio 1767 per la venuta a Siena del granduca Pietro Leopoldo di Lorena e della Granduchessa Maria Luisa Infanta di Spagna" che rappresenta una sorta di cronaca visiva dei festeggiamenti svoltisi in più giorni per la venuta in città del Granduca Pietro Leopoldo nel 1767.
Tra le vignette con gli apparati scenici allestiti per l'occasione, spicca
il contributo della Nazione ebrea di Siena che predispose un parterre in mezzo
alla Piazza del Campo, su progetto di Girolamo del Testa Piccolomini.
L'apparato effimero fu utilizzato per la festa da ballo in maschera che si
tenne in onore dei sovrani.
Intervengono:
Olga Melasecchi - Direttore del Museo Ebraico di Roma
Anna Di Castro - Comunità Ebraica di Firenze, sezione di Siena
Nell'immagine in alto: Cartello effimero
realizzato dall'Università degli Ebrei in occasione della cavalcata di Possesso
di Clemente XII. Anonimo pittore romano 1730, acquerello e china su cartoncino.
In deposito dall’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma.
In basso: Incisione di Antonio Cioci, da un
disegno di Giuseppe Zocchi. Stampatore Francesco Rossi. Acquaforte, Siena
Archivio di Stato, n.53.
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