La mostra
Dopo la grande mostra del 1963 a Palazzo Ducale a Venezia,
Palazzo Sarcinelli propone un felice ritorno: l’ultimo sorprendente Carpaccio e
la “scoperta” del figlio Benedetto.
Una profonda crisi culturale e politica si registra tra la
fine del XV e il primo quarto del XVI secolo: guerre, cambi di alleanze
internazionali, frenetica attività diplomatica, ricerche artistiche, eresie e
inquisizioni. Carpaccio partecipa di un tale clima, anzi, possiamo dire che ne
sia profondamente influenzato, come la sua pittura rivela a più riprese. Ma sta
anche maturando una stagione nuova, un’epoca più drammatica e concitata, più
laica e spregiudicata che vede giovani protagonisti della scena artistica quali
Giorgione e Tiziano, Lotto, Pordenone e Sebastiano del Piombo. Carpaccio
affronta il nuovo secolo sottoponendo anche il proprio linguaggio ad una nuova
sperimentazione, un affinamento, una verifica.
La mostra insegue Vittore nei suoi spostamenti tra i
confini settentrionali della Repubblica e il vivace territorio istriano, alla
ricerca di un codice artistico sorprendente e ultimo.
E’ una stagione di produzioni originali e di eccellenza, che vede tra le altre la Pala di Pozzale di Cadore, l’Incontro di Anna e Gioacchino per il San Francesco di Treviso, il trittico di Santa Fosca, la Pala francescana di Pirano, le portelle d’organo del Duomo di Capodistria e numerose opere ancora.
E’ una stagione di produzioni originali e di eccellenza, che vede tra le altre la Pala di Pozzale di Cadore, l’Incontro di Anna e Gioacchino per il San Francesco di Treviso, il trittico di Santa Fosca, la Pala francescana di Pirano, le portelle d’organo del Duomo di Capodistria e numerose opere ancora.
Il lavoro del grande maestro verrà continuato dalla
bottega, con opere che si ispirano o costituiscono vere e proprie elaborazioni
dei dipinti di Vittore, fino all'affermazione del figlio Benedetto, che diverrà
artista a pieno titolo istriano.
Benedetto, pittore dalle evidenti cadenze naïf e dalle accese policromie, costituirà un’autentica sorpresa in questo percorso, divenendo l’interprete di una progressiva mutazione del verbo carpaccesco.
Benedetto, pittore dalle evidenti cadenze naïf e dalle accese policromie, costituirà un’autentica sorpresa in questo percorso, divenendo l’interprete di una progressiva mutazione del verbo carpaccesco.
La mostra Carpaccio.
Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria segna la seconda tappa di
un percorso iniziato con la mostra Un
Cinquecento inquieto, da Cima da Conegliano e il rogo di Riccardo Perucolo,
proseguendone le linee di metodo e continuando a tessere la sempre più fitta
trama di rapporti tra le opere d’arte in mostra e lo straordinario repertorio
di materiali e segni d’arte distribuiti sul territorio.
http://www.mostracarpaccio.it/it/palazzo-sarcinelli.html
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