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STRESA FESTIVAL
PETITE MESSE SOLENNELLE-
STRESA FESTIVAL 2022 – PALACOGRESSI STRESA 23 AGOSTO
Allo Stresa Festival viene
proposta una composizione rossiniana e del periodo meno giocoso del
compositore. Al Palazzo dei Congressi è stata migliorata l’acustica e quindi si
è potuto apprezzare le raffinatezze dei suoni dei pianoforti storici e
dell’Harmonium, oltre che dell’insieme offerto.
Gabrielle
Philliponet ,
soprano
José Maria Lo Monaco, alto
Edgardo Rocha, tenore
Christian Senn, basso
Francesco Corti, Maria Shabashova, pianoforti
Deniel Perer, harmonium
Coro Ghislieri
Soprani: Argentieri
Valentina, Mara Corazza, Son Jiyeong, Anna Piroli.
Alti: Giulia Beatini,
Camilla Biraga, Isabella di Pietro, Maria Chiara Gallo.
Tenori: Raffaele Giordani,
Massimo Lombardi, Matteo Magistrali, Simone Milesi.
Bassi: Matteo Bellotto,
Renato Cadel, Sergio Ladu, Filippo Tuccimei.
Giulio Prandi, direttore
Durante la villeggiatura a Passy nel 1863 Rossini,
abbandonata la scrittura di opere liriche e dopo il trionfale successo del
Guglielmo Tell, si dedica alla composizione di musica sacra, celebri lo Stabat
Mater ed appunto la Petite Messe solennelle oltre ai Peccati di
vecchiaia. Con queste composizioni anticipa notevolmente il gusto e la
scrittura che verrà. A proposito della Petite Messe Solennelle, ascoltata al
Palazzo dei Congressi di Stresa, rileviamo la proposta nella versione originale
per due pianoforti e harmonium con interpreti di portata internazionale e
l’eccellente Coro Ghisleri, diretto da Giulio Prandi. La composizione considerata il testamento
spirituale e musicale di Rossini si rifà a Bach ed alla scrittura
contrappuntistica.
Di tutto rilievo la presenza di strumenti storici:
un Pleyel del 1855, tra i preferiti di Rossini, e un Erard del 1838, suonati
dal duo d’eccezione: Francesco Corti e Maria
Shabashova.
I due pianisti sono stati davvero bravi ed in
particolare da rilevare il ruolo di
Corti, unitamente a Deniel Perer all’Harmonium.
Il Coro Ghisleri già ascoltato in altre occasione
è sempre di tutto rispetto e la direzione di Giulio Prandi è misurata, attenta
e meticolosa.
Per quanto riguarda le voci si può dire di essere
soddisfatti: il soprano Gabrielle Philliponet, entrata in cast in sostituzione
dell’ultimo momento, l’ho ascoltata per la prima volta in questa occasione e
sono rimasto colpito dalla purezza della voce, dalla limpidezza e dalla
sicurezza interpretativa. Gli altri cantanti sono nomi conosciuti e già
ascoltati in diverse altre occasioni: José Maria Lo Monaco ha un bellissimo
colore dai toni profondi e arrotondati; Edgardo Rocha espone un gradevole
timbro e facilità all’emissione, mentre per Christian Senn si può solo dire che
sia sempre una garanzia di equilibrio e interpretazione più che gradevole
(Sentito anche nella Passione secondo Matteo di Bach in apertura di Festival).
La Musica vince sempre
Renzo Bellardone
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