IN «ATENE, LA CITTÀ
INQUIETA» MAURO BONAZZI CI CONDUCE LUNGO LA STORIA DEL SAPERE
DEI GRECI, SEGUENDO LE
TRACCE DI UN POPOLO ANCORA FONDAMENTALI PER LA NOSTRA
di EVA CANTARELLA
È veramente un bel libro,
per tante ragioni, quello che Mauro Bonazzi ha dedicato alla «città inquieta»,
come egli definisce Atene. Ma perché «inquieta»? Perché la Grecia, ci spiega
Bonazzi, non è solo quella che, come siamo abituati a pensare, ha lasciato
all’Occidente il lascito fondamentale della sua razionalità. Quella è solo una
Grecia, quella dei filosofi, che del pensiero greco furono parte
importantissima, ma non unica: accanto a loro sono esistiti i poeti, portatori
di un sapere alternativo, che Platone non a caso voleva espellere dalla sua
Repubblica, rivendicando ai filosofi la funzione di maestri che per secoli e
secoli, a partire da Omero, era stata svolta dai poeti.
Ma dimenticare i poeti
significa precludersi la possibilità di capire la grandezza della Grecia nella
sua interezza, lungo la cui storia, pertanto, Bonazzi ci conduce alla luce
dell’eterogeneità delle fonti, ponendo al centro dell’indagine le diverse
visioni del concetto di giustizia. A partire dalla cultura omerica, nella quale
il valore degli eroi dipendeva dalla capacità di impone con la forza la propria
volontà: ma, purtroppo, non sempre con esiti positivi.
Ed ecco, nell’Iliade, fare
la sua comparsa la giustizia, l’altra opzione, accanto alla forza, che
consentiva all’umanità di regolare le proprie relazioni. Molto importanti e da
non perdere, a questo proposto, le pagine dedicate al processo scolpito da
Efesto sullo scudo di Achille (il primo descritto in un testo occidentale), che
documenta l’inizio del cammino dal mondo della vendetta a quello del diritto.
Alle virtù competitive eroiche cominciano ad affiancarsi quelle collaborative
ma neppure queste consentono di stabilire una convivenza stabilmente pacifica:
quali sono, esistono delle regole capaci di farlo? E al di là di tutto questo,
l’eterna inquietudine di fondo: qual è il senso dell’esistenza umana?
I Greci non sperano in
improbabili paradisi: l’unica eternità è nel ricordo, solo la gloria dà
l’immortalità. Imperdibili, a questo proposito, le pagine dell’incontro tra
l’eroe greco Diomede e il licio (dunque nemico) Glauco, dove questo concetto è
espresso in uno di paralleli più belli del poema.
Ma questo è solo l’inizio
della storia del sapere dei Greci lungo la quale Bonazzi ci conduce seguendo le
tracce di autori, tutti fondamentali (e tutti da leggere!), introducendoci a
una conoscenza più completa e più vera di una città e di un popolo tuttora e
sempre fondamentali per la nostra storia.
http://www.corriere.it/cultura/17_marzo_12/mauro-bonazzi-atene-la-citta-inquieta-einaudi-e5460e72-073b-11e7-96f4-866d1cd6e503.shtml
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